Massimiliano di Carlo

MASSIMILIANO DI CARLO
“Antro”
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PRESSKIT RISERVATO ALLA STAMPA – DA NON PUBBLICARE

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Antro è il primo lavoro discografico di Massimiliano Di Carlo, trombettista, cantante, polistrumentista. In Antro c è lo sviluppo artistico di un percorso articolato in 15 anni di studio e sperimentazione da parte dell’artista. L’album nasce dalle influenze letterarie di Giorgio Colli, Allain Danielou, Ernesto de Martino. In particolare i ponti culturali tra oriente e occidente, e il mito dell’Antro Sibillino, luogo archetipico della metamorfosi ancora sentito nell’immaginario popolare dell’Italia centro meridionale, sono gli elementi centrali che hanno ispirato le composizioni. L’artista sincretizza nelle tracce di questo album il suo intero percorso dal 2005 (anno in cui si diploma in tromba in conservatorio) ad oggi: dall’esperienza della musica classica, alla ricerca dell’improvvisazione jazzistica e free, lo studio del canto Dhrupad e del canto difonico, fino ad una lunga e profonda ricerca etnomusicologica sul campo condotta sull’Appennino centro meridionale, in particolare nei suoi luoghi di infanzia, in cui attraverso il contatto con gli anziani e la partecipazione attiva alla ritualità tradizionale delle feste, ha assorbito quel patrimonio vocale e strumentale che oggi è parte integrante del suo linguaggio artistico. La poesia popolare cantata in endecasillabi con flussi melismatici e microtonali sono un aspetto centrale di questo linguaggio.
Insieme a Gioele Pagliaccia e Reda Zine crea impasti timbrici visionari e flussi di improvvisazione le cui ritmiche e i codici modali attingono dalla tradizione orale Appenninica al jazz, dai ritmi urbani al Gnawa. Antro è il luogo mitico della trasformazione, il retaggio mitologico Greco/Italico di cui è impregnato l’Appennino centro meridionale, in questo album messo in luce attraverso un modo nuovo di sviluppare l’improvvisazione, la composizione e la concezione del suono.

Tracklist
1. Cuma
2. Maitinata
3. Maitinata_2
4. Bisenti
5. Ciarrapica
6. Corpofonie
7. Zopito
8. Ninna nanna
9. Li la

CREDITS
Musica elaborata da repertori di tradizione orale dell’Appennino centrale, ricerca sul campo, ideazione, arrangiamenti di Massimiliano Di Carlo.
Registrato e mixaggio di Roberto Passuti presso studio Spectrum di Bologna
Master di Francesco Brini

Reda Zine: Guembri, elettronica, voci
Gioele Pagliaccia: Batteria, oggetti sonori, Kanjira.
Massimiliano Di Carlo: tromba, voce, scacciapensieri, flauto armonico, canto difonico, zampogna, tamburo a cornice

Gioele Pagliaccia usa Bosphorus Cymbals e Ludwig Drums.

Immagine di copertina del disco
Dipinto di Simonetta Martini
“Hard rain on the bay” 2024, pigmenti su tela 83×70

Il concerto presso RSI
Sul finire del 2024, Massimiliano Di Carlo è stato ospite su RSI, la Tv di Stato Svizzera, per eseguire dal vivo i brani del progetto ANTRO all’interno del programma Suoni da Sud, qui la visione integrale del live: https://www.rsi.ch/cultura/musica/dal-vivo/Suoni-dal-Sud–2281910.html

I commenti:
Una commozione infinita ascoltare questa restituzione di antiche melodie e sonorità arcaiche suonate e cantate da Massimo Di Carlo accompagnato da altri valenti musicisti “sperimentatori” del suono a tutti i livelli. Inoltre, presentarsi quale “discepolo” del magnifico ricercatore, mai compianto abbastanza, Demetrio Stratos non può che fargli onore. Buon proseguimento e grazie per l’ immensa luce che sprigionano le vostre vibrazioni sonore attivatrici di memorie “animiche”!
Adriana Gandolfi – Antropologa

Spettacolo molto bello e particolare: allo stesso tempo difficile e facile, raffinato e grezzo. Difficile abituarsi alle sonorità dei canti popolari con melodie inusuali al mio orecchio, facile perché le improvvisazioni musicali erano eseguite con maestria. Raffinati i suoni dei vari stumenti dal flauto armonico alle percussioni, così come la tromba silenziata e le atmosfere del violoncello (o del basso, non so il suo nome). Ho trovato la leggerezza del jazz e la forza del canto popolare. Un concerto da sentire con la pancia che mi ha fatto volare in altri mondi. Una volta abituato a queste sonorità, l’ultimo brano, con il canto armonico, mi ha sorpreso emozionandomi. Grazie per il bel viaggio.
Fabio – spettatore del live in RSI Lugano

Sto rivedendo il live per la quarta volta. Stai avanti avanti avanti. Hai fatto un’ operazione di grandissima valenza storica e culturale proponendo un concerto sperimentale ma di vera interconnessione etnica. Bravissimi i tuoi musicisti, tu sei un vero fenomeno vivente sicuramente unico a livello mondiale.
Cesare Ficacdenti – trombettista

ll suono materico degli strumenti e della voce umana di Massimiliano Di Carlo racconta un Sud autentico e profondo, ne riporta la luce, il ronzio degli insetti, la natura viscerale e dionisiaca della musica che ispira.
Donatella Di Pietrantonio – scrittrice

Ho avuto il piacere di assistere in streaming al concerto “Antro”, realizzato da un gruppo di “origine” abruzzese, e devo dire che l’evento si è rivelato non solo un’occasione per immergersi nei ritmi e nei suoni della tradizione del Sud Italia, ma anche un autentico momento rituale di evocazioni di antiche e attuali sonorità mediterranee. Era la presentazione del primo lavoro discografico di Massimiliano di Carlo, leader del gruppo, un musicista a 360 gradi, polistrumentista, innovativo nella sperimentazione vocale, etnomusicologo e ricercatore sul campo. Insieme ai musicisti Gioele Pagliacia e Andrea Lamacchia, hanno creato impasti timbrici nuovi e arcaici che hanno catturato magicamente l’attenzione del pubblico presente. Le sonorità evocative, ispirate alla tradizione orale, le ritmiche incalzanti e i modelli vocali e strumentali hanno reso omaggio al ricco patrimonio musicale dell’Appennino centro meridionale, trasportandoci in un luogo mitico di trasformazione. Ogni brano sembrava raccontare una storia, un legame profondo con la nostra cultura, e l’improvvisazione ha donato a ogni esibizione un’aura di freschezza e spontaneità. L’energia del pubblico era palpabile, e l’interazione con i musicisti ha reso l’atmosfera ancora più coinvolgente. Speriamo di ascoltare ancora nuove produzioni in futuro!
Paolo Speca – cantante, docente di conservatorio

Molto interessante e degno di grande attenzione il lavoro che sta portando avanti, ormai da qualche anno Massimiliano Di Carlo, ricercatore etnomusicologo e vocalist. Dotato di una solida preparazione accademica (diploma di conservatorio in tromba) Massimiliano oggi sta portando avanti con grande attenzione e sensibilità un lavoro di rilettura del repertorio della tradizione orale del centro Italia dove è sempre assente la banalità.
Domenico Di Virgilio – etnomusicologo

Il tuo concerto è stato molto toccante, una rivisitazione in chiave moderna di canti e melodie abruzzesi che lasciano risuonare antiche corde dell’anima, ci riportano ad un passato in cui il rituale e la connessione con la natura sono stati per millenni una base essenziale della nostra vita. Concerto molto intenso e intimo in cui ogni strumento racconta in modo suo una storia. Melodie ipnotiche e trascendentali, un viaggio in un mondo passato. Interessantissime anche le introduzioni al contesto culturale e sociale dal quale (nel quale) nascono queste melodie.
Linda Jozefowsky – Flautista e compositrice

Sono riuscita ieri a guardare il primo quarto d’ora e…. ho fatto fatica a spegnere, Meravigliosi.
Chiara Grillo – musicista e ricercatrice

Ho avuto il piacere di collaborare con Massimiliano Di Carlo in due seminari dal titolo Phonosfera, all’insegna del Pitagorismo sapienziale, teorico e musicale. Ne ho apprezzato la profonda competenza sulla musica a tradizione orale, sulla phoné. e il virtuosismo di polistrumentista. Tutto ciò si riversa in questo live, ben armonizzandosi con le prestazioni degli altri musicisti.
Angelo Tonelli – grecista, autore teatrale

L’attacco iniziale è subito travolgente, lo scacciapensieri di Massimiliano di Carlo, accompagnato dalle percussioni e dal contrabbasso, genera immediatamente un’atmosfera primitiva e potente. Più si avanza e più il pensiero va al jazz degli anni sessanta, a quell’energia nuova e trascinante che nasceva dal bisogno dei musicisti afroamericani di ritrovare le radici dalla propria musica, liberandola in improvvisazioni totalmente anarchiche eppure profondamente rigorose. Proprio questo colpisce nella musica degli Antro: il rigore di musicisti virtuosi, liberato in un canto primitivo. Una libertà che sboccia dalla disciplina e dal rigore, dalla conoscenza, dalla cura. Ed ecco che questa musica si ricongiunge naturalmente ai Raga, al Flamenco, a quelle musiche saldamente ancorate in una cultura antica, che proprio in virtù di queste salde radici, possono librarsi e involarsi senza perdere la via del ritorno. In questa memoria salvata, sorta di arte universale che a tutta l’umanità appartiene, preziosa e vitale, ogni essere si riconosce. Grazie alla tenera cura di queste radici, ognuno ritrova per un momento il valore umano della bellezza. E quindi grazie per queste emozioni, questa bellezza, questo ritorno “a casa”.
Simonetta Martini – pittrice

Con il progetto Antro si incontrano i codici di un linguaggio molto specifico, cioè il repertorio modale dell’Appennino centro meridionale, con i codici del jazz, anche sperimentale. Il repertorio composto da canti di lavoro, ninne nanne, canti di feste a ballo, ha così la possibilità di uscire dalla sua culla e andarsene in giro per il mondo, come se fosse un linguaggio esportabile, comprensibile anche a persone che non lo conoscono da vicino. La sfida di Antro è portare sul palco una musica che col palco non c’entra nulla. Ci si domanda, se questo sia possibile: si può proporre musica che viene cantata nei campi o nelle feste o durante un rituale domestico in un contesto mass mediatico votato alla spettacolarizzazione dei contenuti proposti? E se sì, la si può proporre ottenendone una comprensione profonda? Dal concerto che ho potuto ascoltare io direi che sì, si può, perché il creatore del progetto, Massimiliano di Carlo, ha interiorizzato quella musica ad un livello tale da poterla finalmente riproporre coscientemente in altro contesto, supportato da musicisti che ne onorano i codici senza stravolgerli, con un’eleganza magistrale. E sí, si può, perché i tre musicisti sono tecnicamente bravi abbastanza da ammaliare il pubblico per la bellezza e per il carattere del suono che offrono. E sì, si può, perché in aggiunta alla musica vengono fornite al pubblico spiegazioni utili a collocare l’evento ascoltato in un contesto culturale più ampio, all’interno di un’esperienza condivisa che vorrebbe essere una naturale prosecuzione ed espansione di quella che alcuni chiamano semplicisticamente “tradizione.”
Francesca Tidoni – musicista

Conosco Massimiliano Di Carlo da anni, dai suoi tempi berlinesi, fervido studioso e sperimentatore di vecchie e nuove sonorità delle nostre terre, appassionato cultore di scoperte e riscoperte etno-musicologiche. Ho ascoltato Antro in questo live strepitoso alla RSI svizzera e sono profondamente grata. Gli strumenti e la sua voce mi portano lontano, nei riti arcaici di iniziazione di civiltà scomparse, ma di cui oggi abbiamo piú bisogno che mai, mi ricollegano agli istinti primordiali dell’essenza umana, mi inducono a cercare la danza estatica capace di condurre alla trance, mentre Li ascolto. Una grande esperienza spirituale. Grazie!
Elettra de Salvo – attrice, regista teatrale

Mi piaceva il canto di mia nonna Dilla (di San Paolo Albanese, paese Arberesche della Basilicata) perché non era una voce costruita, era una voce semplice che sapeva incantarti e portarti in un’altra dimensione….è la stessa sensazione che ho provato quando ho sentito suonare e cantare Massimiliano Di Carlo, quasi entrassi nel tuo mondo, nella sua anima.
Dilla Basile – appassionata di cultura Arbereshe

Ho trovato il live di Massimiliano Di Carlo molto coinvolgente. Chiudendo gli occhi durante l’ascolto ho avuto la possibilità di viaggiare attraverso il suono e farmi trasportare in luoghi lontani, non esclusivamente fisici. Luoghi dell’anima e della mente ai quali solo grazie ad alcuni suoni puoi accedervi. Inoltre apprezzo sempre tantissimo l’uso genuino di voce e strumenti che permettono di comprendere meglio un musicista. È stata estremamente affascinante come esperienza.
Cecilia Spazio – scrittrice

BIO 

Massimiliano Di Carlo è un musicista innovativo e visionario che trasforma i repertori di tradizione orale in arte contemporanea. Diplomato in conservatorio in tromba, esperto di canto Difonico e poli-strumentista, Di Carlo ha portato la sua musica in alcuni dei teatri più prestigiosi d’Europa e del mondo, come il Teatro Carlo Felice di Genova, il Bunka Kaikan di Tokyo, il Punk festival di Tokio, la RSI radio televisione svizzera italiana, Jazz Warriors International a Londra, Musei internazionali della musica di Bologna, Salone internazionale del libro di Parigi e molti altri. Grazie a un percorso unico che fonde la musica accademica con le tradizioni orali agro-pastorali apprese sul campo durante una lunga e profonda ricerca sul campo nell’Appennino centro meridionale, sta creando un linguaggio unico caratterizzato dall’improvvisazione, la composizione e un approccio transculturale che mette in dialogo linguaggi sonori di varie estrazioni culturali. E’ stato docente di canto difonico e musiche di tradizione orale nel dipartimento nuovi linguaggi del Conservatorio “L. D’Annunzio” di Pescara dal 2018 al 2024. E’ stato studente e assistente del M° Tran Quang Hai per quanto riguarda la conoscenza e la divulgazione del canto difonico, ha collaborato con figure musicali di livello internazionale quali M° Riccardo Muti, Kurt Masur, Amelia Cuni, Filomena Campus. La sua arte risente dell’influenza letteraria e filosofica di intellettuali ricercatori quali Ernesto De Martino, Giorgio Colli, Alain Daniélou, Fatima Miranda.

Reda Zine è un musicista, insegnante e documentarista marocchino. Ha iniziato la sua carriera musicale alla fine degli anni ’90, suonando e organizzando concerti a Casablanca. Si è trasferito nel 99 a Parigi, dove ha studiato all’Università Paris 3 Sorbonne e fondando il progetto musicale Café Mira, che ha suonato in festival internazionali, incluso il SOB’s di New York nel 2008. Dal 2011 al 2014, ha lavorato come DA per Creative Commons (Medio Oriente e Nordafrica) sui diritti d’autore musicali e ha vinto il premio #CC10 Korea nel 2012 con il progetto “It will be Wonderfull”. Ha anche diretto mostre e esposizioni su musica e censura a livello globale, e ha contribuito a progetti come « Are you Experienced ?», che esplora 40 anni di rock in Marocco. In Italia, ha pubblicato vari albums incluso il gruppo afrobeat Voodoo Sound Club con l’album Mamy Wata (Brutture Moderne 2013). Zine ha lavorato con artisti internazionali come Seul Kuti e ha cofondato il Laboratorio Sociale Afrobeat. È fondatore del progetto Gnawa d’avanguardia: Fawda, con cui ha pubblicato l’LP Road to Essaouira (Originale Cultures – 2016) e Abou Maye (Brutture Moderne 2022), vincendo il premio Bologna City UNESCO of Music. Ha prodotto e diretto il documentario The Long Road to the Hall of Fame, con la collaborazione dei Public Enemy, premiato al Pan African Film Festival di Los Angeles, 2015. Ha pubblicato tra le varie collaborazioni anche per l’etichetta Nota l’album «Gnawa Rumi», per l’Irma Records con l’Erin collettive, per la Off Label Records con Laino & the Broken Seeds e un live per l’Umbria Jazz Festival e l’opera del Cairo. È stato ospite in numerosi media nazionali e internazionali, tra cui Rai1 TV, Rai3 TV, Radio Rai3, Radio Televisione Svizzera, BBC6, 2M international, Alias Il Manifesto, Repubblica, ecc.

Gioele Pagliaccia è un batterista, polistrumentista e compositore. Oltre ad essere  leader di “Aut To Lunch” quartetto interamente dedicato ad Eric Dolphy ed il gruppo funk/soul “IL DUO” un musicista molto richiesto sia nell’ambito jazz che quello rock e sperimentale. Oltre all’attività dal vivo e quella in studio, tiene dei seminari di batteria per professionisti come RADICI FLESSIBILI e conduce gruppi di “percussioni trovate” come TUTTO SUONA, fatto con materiali di ricicilo. Negli anni ha collaborato con artisti di fama internazionale come Idris Ackamoor & The Pyramids, Joe Lally (Fugazi), Rosa Brunello, Camilla Battaglia, Jack Yglesias (The Heliocentrics), Honeybird & The Monas, Will Bernard, Danilo Gallo, Alex Fernet, Massimo Pupillo  (Zu), Alfonso Santimone, Vincenzo Vasi e tanti altri. Ha suonato in Italia, USA, Francia, Svezia, Turchia, Inghilterra, Danimarca, Belgio, Olanda, Germania, Repubblica Ceca, Slovenia, Polonia e Giappone.

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GioelePagliaccia

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