Caron Dimonio – Solaris

Caron Dimonio “Solaris”

Data di uscita: 18 marzo 2016
Etichetta e Distribuzione: Atavic Records

(press page riservata alla stampa – DA NON PUBBLICARE)

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SOLARIS

Esce venerdì 18 marzo per Atavic Records il nuovo album dei Caron Dimonio dal titolo “Solaris”. Il disco arriva ad un anno esatto dall’ottimo esordio “Gestalt” del duo bolognese ed è stato anticipato nel web e in radio dal singolo “Imago Mortis”. Il titolo dell’album è un omaggio al regista russo Andrej Tarkovskij e al suo film Solaris, in cui i protagonisti, all’interno di una navicella spaziale nelle vicinanze del pianeta omonimo, devono fare i conti con le proiezioni materializzate della loro memoria, del loro inconscio e delle loro paure che emergono durante il sonno attraverso i sogni, trasportandoli in uno stato di profondo malessere interiore.

Con la produzione artistica di Gianluca Lo Presti (Nevica Su Quattropuntozero) e il prezioso apporto di Emilio Pugliese (batteria acustica) e Christian Rainer (che interpreta un testo in francese scritto da lui nel brano finale del disco “Nuit Sans Fin”), “Solaris” è un incidente tra post-punk ed elettronica, con testi ermetici ed intimisti che trattano tematiche decadenti ed esistenzialiste, ma intrise di un maggior senso di solitudine connesso alla necessità di confrontarsi con se stessi e di esperirsi.

“I testi sono in primis un’esperienza sonora, le tematiche affrontate vanno lette attraverso una chiave visionaria e surreale, il contenuto raggira la comprensione per penetrare direttamente nell’inconscio. L’inconscio è strutturato come un linguaggio, è come una rete che funziona secondo una logica, anche se non è quella dell’io cosciente. Il campo simbolico da lui creato produce degli effetti sul soggetto. L’inconscio è inteso come un’altra logica che funziona all’insaputa o quasi del soggetto” (Caron Dimonio)

TRACKLIST

1. Solaris
2. Imago Mortis
3. Dentro il buco
4. E’ un mare
5. Siamo sassi
6. Salto nel blu
7. Intermezzo 1
8. La qualità del nulla
9. Giove
10. Intermezzo 2
11. La noia che abbiamo di noi
12. Nell’ora triste
13. Nuit Sans Fin

CREDITS

Giuseppe Lo Bue: chitarra, voce, testi, synth, piano
Filippo Scalzo: basso
Christian Rainer: testo e voce del brano “Nuit Sans Fin”
Emilio Pugliese: batterie nei brani 3, 9, 11, 12
Gianluca Lo Presti: synth aggiunti
Prodotto, mixato e masterizzato da Gianluca Lo Presti presso il Loto Studio di Filetto (RA)
Stampato e distribuito da Atavic Records

TRACK BY TRACK

Imago Mortis
“Imago Mortis” è il singolo cantato in latino che anticipa l’uscita di “Solaris”, più di sette minuti di pattern minimali che si susseguono e si fondo in un caleidoscopico di suoni elettronici, chitarre elettriche, bassi, batterie martellanti e voci rarefatte che recitano macabri slogan in latino.

Dentro il buco
“Dentro il buco” è la prima canzone in cui abbiamo deciso di inserire una batteria “vera”, come batterista abbiamo scelto Emilio Pugliese, amico di vecchia data e talentuoso musicista da noi affettuosamente chiamato “il batterista più dandy di Bologna”, per via del suo abbigliamento sempre curatissimo, elegante e mai banale. Rispetto agli altri brani le chitarre sono più rarefate per via dell’uso del delay, mentre batteria e basso mantengono un impronta marcatamente punk. Il testo va letto sempre in chiave visionaria e surreale, parla di una situazione scomoda da cui si vuole uscire, nello stesso tempo il trovarcisi provoca piacere.

E’ un mare
“E’ un mare” è un brano molto minimale, 2 note che si ripetono ossessive per tutti il pezzo, base ritmica con batteria elettronica “punkeggiante” e chitarre acide che si fondono a synth eterei. Il testo parla di qualcosa più grande di noi, il mare diventa simbolo della morte e di tutte le cose a noi sconosciute che si ingigantiscono nel momento in cui le percepiamo e le esperiamo rapportandoci ad esse.

Siamo Sassi
“Siamo sassi” è insieme a “Imago mortis” il pezzo più elettronico del disco. Chitarra e basso svolgono un ruolo marginale. In primo piano ci sono synth e voce. Siamo sassi è una filastrocca sulla solitudine, i sassi siamo noi con le nostre maschere, i sentimenti che vengono descritti nel resto della canzone siamo noi reali dietro questa maschera/sasso.

Salto nel blu
“Salto nel blu” è un brano sempre in puro stile Caron Dimonio: batterie elettroniche, sinth , basso e chitarra che si fondono. Il testo parla di suicidio, della voglia di esperire la morte, a chi non è mai capitato di pensare come potesse essere. La morte è simboleggiata dal blu.

La qualità del nulla
“La qualità del nulla” è una canzone nichilista, musicalmente secondo noi il pezzo più shoegaze dell’album. Il testo è permeato da un profonda disillusione, la verità e l’esistenza umana sono visti come privi di senso e di valore etico.

Giove
“Giove” è l’unica canzone “sociale” del disco. E’ una canzone scritta in un momento di diffidenza nei confronti di tutto ciò che riguarda e rappresenta la giustizia. Nell’astrologia occidentale Giove è associato al senso di giustizia e alla moralità. Ovviamente non crediamo nell’astrologia ma come simbolo calzava a pennello.

La noia che abbiamo di noi
“La noia che abbiamo di noi” è insieme a “Nell’ora triste” la canzone, a livello musicale, forse più indie e spensierata dell’album, anche qui abbiamo boicottato la batteria elettronica e ci siamo avvalsi della bravura di Emilio. Il testo tratta del tempo che passa, dei ricordi, delle esperienze che con gli anni si accavallano e ci rendono sempre un po’ (mai del tutto) più preparati alla vita e alle sue, sia nel bene che ne male sorprese. Nello stesso tempo però tutto ciò forse ci rende per certi aspetti un pò più annoiati.

Nell’ora triste
“Nell’ora triste” è il brano più punk dell’album. Suoni crudi, marci e batteria minimale e martellante. Il testo raccoglie immagini e visioni di una piacevole nottata che è destinata a finire, metafore anche un po’ della vita.

Nuit Sans Fin
Il testo di “Nuit sans fin” è dell’amico Christian Rainer, che già in Gestalt (il primo disco) aveva prestato la sua voce in un brano. Stavolta però il testo è in francese ed è scritto da lui, parla di sensazioni scaturite una notte da lui definita un po’ particolare che spero un giorno ci racconterà nei dettagli.

BIO

I Caron Dimonio sono un duo di base a Bologna formato da Giuseppe Lo Bue, (cantante e chitarrista nei Dna2 alternative rock band bolognes) che si occupa dei suoni synth/drum machine, della chitarra e della voce, e Filippo Scalzo (già bassista dei Black Veils band Post Punk/New Wave bolognese) al basso. Il progetto è nato alla fine nel 2012 nella camera di Giuseppe Lo Bue dove le prime bozze delle canzoni hanno preso forma. Il progetto si consolida agli inizi del 2013 con Filippo e le sue “appropriate” linee di basso.
Le canzoni sono un incidente fra post punk ed elettronica, con qualche “spruzzata” di noise, i testi (ermetici, non narrativi) affrontano tematiche suggestive e decadenti, le strutture dei pezzi sono minimali. Nel marzo 2013 Gianluca Lo Presti Titolare della Disco Dada Label si è occupato della produzione di “Gestalt” il primo demo EP, fondamentale è stato il suo supporto tecnico. Di li a poco grazie ad internet e ad un produttivo passaparola i Caron Dimonio hanno cominciato a suonare in molti club in tutta Italia, al fianco di band del calibro dei Soviet Soviet (Post Punk IT) e KVB (Electro Dark UK). ). Il 13 dicembre hanno chiuso il tour 2013 al Covo club di Bologna aprendo il live dei Chameleons, band Dark Wave fra le più rappresentanti e influenti degli anni ’80. I primi di novembre 2013 i Caron Dimonio sono entrati in studio per registrare il loro primo album, prodotto da Gianluca Lo Presti al “Lotostudio” di Filetto (Ravenna) dove sono state realizzate alcune significative produzioni musicali di artisti come: Tying Tiffany, Simona Gretchen (Premio Fuori dal Mucchio 2010), Delenda Noia. L’album è uscito il 13 marzo 2014. Nell’ottobre 2014 “3” brano contenuto nel disco è stato scelto per uno spot della Gaudi la nota casa di moda. Sempre nell’ottobre 2014 la neonata label Atavic records di Sassuolo ha ristampato “Gestalt””. Hanno partecipato alla compilation “This Man of Steel, dedicata a Peter Steel cantante dei Type O Negative, prodotta da Darkitalia, e pubblicata il 14 aprile 2015, eseguendo il brano “I don’t wanna be me”, registrato, mixato e masterizzato da Giuseppe Taibi (Two Moons). A marzo del 2016 uscirà il nuovo album che verrà anticipato dal singolo/video Imago Mortis. La regia verrà curata sempre dall’ormai consolidato regista Leonardo Del Paggio. La produzione dell’album è affidata nuovamente a Gianluca Lo Presti.

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