Hell Yeah Recs – distribuzione Goodfellas – in uscita il 16 ottobre in formato cd, digitale e vinile 180gr edizione limitata
Artwork by Andrea Amaducci
Dopo trent’anni di silenzio discografico, esce il nuovo album in studio dei Confusional Quartet.
Bologna, Italia, 1977: un momento molto caldo della società italiana, ma anche “il” momento per la cultura alternativa e la creatività giovanile italiana. A Bologna nascono band musicali come funghi. E’ la no/new wave bolognese. Tra le tante emerge per originalità e bravura il Confusional Quartet.
Senza uso della voce, con la sola musica, il Confusional Quartet realizza dal 1979 al 1981 alcuni album e tanti live, collaborando con l’Italian Records di Oderso Rubini. Giovanissimi, riescono ad usare la musica miscelando l’energia del rock con argomenti fino ad allora lontani dal mondo musicale: il futurismo, il minimalismo, la musica concettuale di John Cage, l’Italia del boom economico degli anni ’60, il design contemporaneo…
Bologna, Italia, 2011: il Confusional Quartet torna in vita. Per qualche motivo il meccanismo che regola il loro fare musica è rimasto intatto dentro di loro. Escono brani nuovi, nuovi progetti, cresce forte la sensazione di un’esperienza unica.
Umanamente, perché vissuta da una prospettiva storica trentennale.
Musicalmente, perché il nuovo materiale è energico e raccoglie da subito l’entusiasmo di artisti come Bob Rifo AKA The Bloody Beetroots, con il quale scrivono assieme il singolo Futurfunk (Rifo nasceva nel ’77, proprio mentre I CQ si stavano formando), Giulio “Ragno” Favero (Teatro degli Orrori, One Dimensional Man) che mixa l’album.
Culturalmente, perché il Confusional Quartet si ritrova davanti un panorama italiano musicale e culturale piuttosto appiattito e inebetito, dove il livello di proposta e ricezione culturale si è abbattuto e dove la “velocità futurista” è stata mal interpretata e disattesa in nome di un progresso sbagliato.
Ma il Confusional Quartet di oggi è una nuova band: la musica non più colorata e di plastica, si è fatta più compatta, meno ironica e autoreferenziale dai contrasti più netti. Le foto dei CQ da ragazzini sono in B/N sopra la fontana del Nettuno in Piazza Maggiore a Bologna: le foto dei CQ oggi sono in B/N davanti all’anonima sede bolognese del Grande Oriente d’Italia.
Non è più il Confusional Quartet postmoderno vestito da Kenzo delle foto memorabila in internet, ora il suono è più duro, anche se sempre fuori dagli schemi. Basso, batteria, chitarra e tastiere. Non c’è (non c’è mai stato) un cantante e non ci sono testi nè parole. Ci sono idee, tensione.
Il territorio dei Confusional Quartet è sempre stato il territorio della “possibilità”. La possibilità di esprimersi comunicando con rigore energia e libertà.
Ora Confusional Quartet è anche storia e cultura con cui è possibile confrontarsi.
Cosa fanno? Cos’è questa cosa? E’ possibile?
Biografia
I Confusional Quartet iniziarono la carriera col nome di Confusional Jazz Rock Quartet per poi abbandonare la connotazione di genere. La formazione comprende Lucio Ardito al basso, Gianni Cuoghi alla batteria, Enrico Serotti alla chitarra, e Marco Bertoni alle tastiere. Il gruppo non ha cantante.
Ottennero una certa notorietà quando la scuola dell’allora nuovo rock bolognese guadagnò gli onori delle cronache grazie all’happening Bologna Rock, tenuto al Palasport Felsineo il 2 aprile 1979, con una personalizzazione di “Nel Blu dipinto di Blu” Volare di Domenico Modugno.
Nel 2011 ricominciano a suonare insieme nella formazione originale. Le sessions tenute dopo trent’anni di lontananza sono registrate e pubblicate da Ansaldi Records in “Confusional Quartet ITALIA CALIBRO X (Vecchio Son sessions)”, debitamente postprodotte da CQ e Gianni Gitti. Inoltre scrivono nuovi brani per un nuovo album, co-prodotto da Giulio Ragno Favero (Teatro degli Orrori, One Dimensional Man). Il singolo “Futurfunk” è scritto insieme a Bob Rifo a.k.a. The Bloody Beetroots. Ricominciano a suonare dal vivo.
Visivamente si presentavano come dei piccoli Devo, vestiti con tute bianche industriali. Il loro stile in realtà non aveva molto a che fare coi Devo: era piuttosto un curioso misto di jazz, new wave, no wave, siglette pubblicitarie, campionamenti. La “confusione” era infatti il loro peculiare modo di affiancare in modo repentino i generi musicali più diversi. Le sonorità del primo album ricordano in particolar modo quelle dei Devo ma anche degli italiani Area, dichiaratamente innervate da una buona dose di estetica futurista.
Discografia
- Volare/Nedbo Zip – (1980) – (45 giri – Italian Records)
- Confusional Quartet (1980) – (LP – Italian Records)
- Confusional Quartet (1981) – (EP 10″ – Italian Records)
- Documentario (1981) – (3xFlexi, 7″ – Italian Records)
- Mission is terminated – Nice tracks (1982) – ((2LP AAVV – Nice Label)
- Confusional Quartet – ristampa (1999) – (CD – Elica)
- Confuzed Disco Sampler 1 (remix by Scuola Furano) – (2005) – (Vynil 12″ AAVV – Mantra Vibes)
- Made in Italy 1978-1982 (2010) – (CD – Astroman.it)
- Italia Calibro X (2011) – (CD – Ansaldi)
Bibliografia
- Oderso Rubini, Andrea Tinti – Non disperdetevi. 1977-1982 San Francisco, New York, Bologna. Le città libere del mondo” (Arcana Edizioni)
- Arturo Compagnoni – Italia ’80. Il Rock indipendente italiano negli anni ottanta (Edizioni Apache 2004)
- Alessandro Bolli – Dizionario dei Nomi Rock (Arcana Edizioni 1996)
- AA.VV. – Largo all’avanguardia 50 anni di musica rock a Bologna e dintorni (Sonic Press)
- Livia Satriano, No Wave. Contorsionismi e sperimentazioni dal CBGB al Tenax, crac edizioni, 2012. ISBN 9788897389040
Distribuzione
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