Diana – And You Can’t Build The Night

DIANA “And You Can’t Build The Night”
Data d’uscita: 28 settembre 2018
Produzione: Manita Dischi
Distribuzione: Artist First

(presspage riservata alla stampa – DA NON PUBBLICARE)

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AND YOU CAN’T BUILD THE NIGHT

Un album immaginifico composto da storie di vita vissuta raccontate con uno stile sognante ed etereo. Si parla di sentimenti in tutte le sue forme, la musica “spiega” più delle parole l’evoluzione dell’amore e il rapporto dell’uomo con la natura. Un album elettronico ma dall’anima folk, la musica si districa tra synth galleggianti, riff taglienti e casse dritte e cavalcanti. Tra ispirazioni mitologiche e visioni astrali, Diana ci porta nei suoi mondi, e ci confida le sue paure, le sue gioie e la sua “leggerezza”.

TRACKLIST

1. Lost
2. Ottanta
3. Nostalgia di Saturno
4. He Was Angry
5. Feel You
6. Se l’amore non è un’astronave
7. Life is Bad
8. And You Can’t Build the Night
9. Festival

CREDITS

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TRACK BY TRACK a cura di DIANA

1.Lost – Le parole della Metamorfosi di Ovidio in sottofondo accompagnano questo pezzo immaginifico. L’ispirazione nasce proprio da quest’opera che ci porta ad analizzare la genesi del mondo e la metamorfosi dell’uomo. L’infinito, l’universo, la natura, il rapporto dell’individuo con il mondo, con gli altri e con se stesso. Libertà e prigionia, felicità, follia, sogno. La musica ci racconta di questa corsa che è la vita, questo percorso di emozioni e di mutazioni. La musica vuole esprimere il desiderio della scoperta, l’evoluzione verso la consapevolezza e verso la felicità che passa attraverso il dolore e la liberazione. Non manca il confronto con se stessi, con la fede, il desiderio di evasione, e la ricerca della condivisione del proprio stato con gli altri individui.

2.Ottanta – L’amore puro, semplice, libero dagli schemi, sofferto al punto giusto ma sempre vissuto con la leggerezza dell’essere giovani. Suoni morbidi che lasciano immaginare di fluttuare in questa bolla che è l’amore. La protagonista, con la sua fragilità e la sua spontaneità, ammette di essere schiava di esso e di volerlo essere a costo di farsi male esprimendo e agendo secondo i suoi sentimenti. “Ottanta” è un brano liquido che descrive un amore adolescenziale, nel quale lo stile onirico e malinconico si contrappone alla sezione ritmica e ai suoni taglienti delle chitarre.

3.Nostalgia di Saturno – Il tema della nostalgia per tutto quello che si ha, che si è, e che si è stato. L’amore “visto con gli occhi di Saturno”. Ritorna anche qui l’analogia con la mitologia e con la visione di essere un tutt’uno con l’universo. Immagino che Saturno, (visto nella mitologia come pianeta razionale, dio del tempo e del controllo) un giorno si ribelli a tutte le sue sovrastrutture e che l’amore lo aiuti e di conseguenza ci aiuti a superare tutto questo. “Lasceremo che Saturno ci dimentichi”, si dimentichi di noi, del tempo che passa e che torni tutto come prima.“Non avremo più bisogno dei suoi scudi” della sua protezione e “saremmo bravi a mutare” come ha fatto Saturno con i suoi cicli per sopravvivere.

4.He Was Angry – Una storia alla Susanne Vega, una storia di violenza dove ci si sente schiavi di una persona e dove non si trova via di uscita se non quella di scappare. L’idea di non poter vincere, di essere condannati ad un destino di infelicità, un grido di dolore. Scappare fisicamente o mentalmente, molte volte rappresenta l’unica speranza per sopravvivere a questo mondo, dove ci voltiamo tutti dall’altra parte quando quello che accade non ci tocca in prima persona.

5.Feel You – Due persone non riescono a vivere in maniera serena una storia. Si lasciano e si ritrovano probabilmente nel momento sbagliato. Un po’ come in “Ottanta” si riconoscono atmosfere “romantiche” che fanno percepire l’amore come un gioco, come un momento di spensieratezza. Al contrario di Ottanta però la protagonista, più matura, si rende conto che la persona che ha accanto non è la persona più giusta per lei, ma nonostante questo, decide di portare avanti la storia.

6.Se l’amore non è un’astronave – Immaginare di incontrarsi in un sogno, con la persona che si è desiderata e che non si è mai “avuta”. Per una notte, lasciarsi andare, come se fosse la prima e l’ultima, vivere finalmente quell’amore e quell’istante che “durerà per sempre” e che resterà eterno. Come un’astronave l’amore è un viaggio nell’infinito, nell’universo, è sentirsi invincibili, guardare il mondo da un altro pianeta, sentire che nulla può scalfirti, è sentirsi al centro dell’universo.

7.Life is Bad – Viviamo in una società dove anche i fattori esterni segnano inevitabilmente i rapporti umani. Spesso ci facciamo del male inutilmente, viviamo i legami complicandoci la vita e facendoci del male. L’affetto spesso finisce per non bastare, non siamo più in grado di buttare fuori tutti i problemi e superare gli ostacoli di questa società. Spesso facciamo l’errore di pretendere di far funzionare un rapporto ormai logoro e fuori tempo.

8.And You Can’t Build the Night – E’ stato il primo brano che ho scritto come Diana, una ballata al di fuori del tempo e dello spazio, anch’essa abbastanza triste perché difficilmente scrivo quando sono felice. E’ nato una notte di novembre, ero da sola con la mia chitarra e non riuscivo a dormire, non riuscivo a “costruire” la notte.. I pensieri si rimescolavano in testa, una lite e la rassegnazione per ciò che era avvenuto mi hanno portata a scrivere questo pezzo. Come spesso accade componendo, si mischia la realtà alla fantasia e la storia raccontata prende una altra piega, tu diventi la protagonista di un film che stai scrivendo, che stai vivendo. In questa storia i due protagonisti vivono una relazione non alla luce del sole e in una notte di pioggia capiscono che la loro storia non può più continuare se uno dei due non prende una decisione. L’idea del costruire la notte nasce dallo sforzarsi di fare qualcosa di non naturale, di sforzarsi per sanare un rapporto rotto. Nonostante entrambi vorrebbero scomparire e vivere questa relazione lontano da qui, tutto rimarrà sospeso come la fine del pezzo.

9.Festival – L’ultima traccia è quasi una ghost track non troppo nascosta. L’uomo è per natura un “animale socievole” e io in primis do molta importanza ai sentimenti. Nonostante ciò, credo fermamente che solo noi ci “conosciamo” veramente. Siamo soli con noi stessi e solo noi abbiamo le risposte giuste alle domande che ci poniamo la sera prima di dormire. Credo che sia giusto dare importanza a questa cosa, non per una questione egoistica, anzi, per una onestà verso noi stessi che dobbiamo sempre avere, e sopratutto per stare bene con gli altri.

BIOGRAFIA

Diana nasce nel 2015 in una sera di Novembre quando finalmente decisi di portare alla luce i miei pezzi, composti negli anni e riposti gelosamente nella mia mente e sul mio pc. L’esigenza di esprimerli era diventata più forte di quella di nasconderli… Diana nasce con una canzone, “And you can’t build the night”, quella notte, d’improvviso Lei si svegliò… (Roberta Arena).

Questa la genesi del progetto Diana, neonata creatura partorita dalle algide visioni di Roberta Arena. Sonorità pop, electro, dream pop e shoegaze si mescolano a nostalgici echi 90’s per dare vita a un mondo sognante ed etereo in cui abbandonarsi e fluttuare senza peso. Diana è la compagna perfetta per un viaggio, è una carezza lieve d’autunno, il baluginare di lucciole in un bosco notturno. Roberta Arena nasce a Pietrasanta (Lucca) nell’83, acquisisce dal padre la passione per la musica e inizia a muovere i primi passi a 14 anni con la prima chitarra ricevuta per regalo. A 16 anni si trasferisce con la famiglia a Nicolosi, piccolo paesino alle pendici dell’Etna (Catania) e comincia a prendere lezioni di chitarra classica. Qualche anno dopo abbandona lo studio classico per avviarsi a quello della chitarra moderna, entra a far parte di un gruppo musicale tutto al femminile con il quale suona per circa 4 anni in giro per la Sicilia, le Zero in Condotta. Tra i vari live spicca nel 2001 la partecipazione a un concerto con la presenza di Carmen Consoli, Mario Venuti e altri artisti presso la villa Bellini di Catania.

Qualche anno dopo si trasferisce a Palermo. Dopo qualche breve esperienza di cover band incontra Nazario Di Liberto con cui inizia a lavorare ai live dell’album Stasi (NostressNetLabel). Grazie a questa collaborazione nasce l’amore per le tastiere e si appassiona al mondo dell’elettronica. Il rapporto con Nazario Di Liberto si consolida ulteriormente dando origine a un progetto inedito che fonde sonorità acustiche a tipiche sonorità elettroniche e sognanti, gli Orca//biplob. Si esibiscono in diversi locali del palermitano e partecipano nel marzo del 2014 all’Indie Concept di Catania arrivando in finale. Nell’ottobre dello stesso anno vengono sezionati per partecipare al RockContest di Controradio dove vengono selezionati tra più di 600 band iscritte. Arrivano in semifinale suscitando interesse da parte del pubblico e della giuria. Nel Marzo 2015 vengono scelti come finalisti di Arezzo Wave Band Sicilia. Nel novembre 2015 la svolta solista con la partecipazione al contest de La Fame Dischi con il progetto Diana. Con il brano “And you can’t build the night” si aggiudica il premio Vittek Radio che permette al brano di raggiungere le classifiche della European Music Chart.

Nel Febbraio 2016 entra in studio per avviare le registrazioni del primo Ep presso lo studio Indigo di Palermo con la collaborazione di Fabio Rizzo, Francesco Vitaliti e Donato di Trapani. Da settembre Sonja Burgì affianca il progetto per realizzazione del live, che porterà in giro la voce Diana. Oltre ad essere selezionata nuovamente sia per il RockContest di Controradio, stavolta nelle vesti di Diana, partecipa nuovamente alle selezioni dell’Indie Concept 2017 ricevendo il premio della critica de l’Eretico Booking e infine vince L’Arezzo Wave Band Sicilia che l’ha portata a Milano per le finali nel Giugno 2017. Dopo l’Arezzo Wave, sono state diverse le manifestazioni che hanno visto Diana affiancare artisti come Serena Ganci al Palermo Pride, La Rappresentante di Lista al Pas de Trai e Simona Norato alla fabbrica102. Nel Novebre scorso viene girato il primo Videoclip del singolo Ottanta, diretto da Giuseppe Lanno che ha come protagonista la ballerina colombiana Gina Collazos (già presente in video di Ricky Martin e altri importanti artisti). Il video attira l’attenzione di molti e viene pubblicato in anteprima dal sito Rockit. Date le recenti novità e le nuove ispirazioni, Roberta ha deciso di tornare in studio per aggiungere nuovi brani all’Ep registrato precedentemente. Il 28 settembre è uscito il suo debut album “And You Can’t Build The Night” per Manita Dischi. Attualmente l’artista è supportata dal collettivo Dischirotti.

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