Dragoni – Incagli

Dragoni
“Incagli”
Data d’uscita: 18 febbraio 2022
Label: Big Lakes Records / Mangiare Bene Dischi

(Presspage riservata alla stampa – DA NON PUBBLICARE)

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Dragoni è un progetto musicale che nasce da varie casualità: dal troppo tempo a disposizione durante il lockdown; da un’esposizione eccessiva ai dischi di Sufjan Stevens; dall’incontro con il produttore Lorenzo BITW, senza il quale il progetto non si sarebbe mai tramutato in un disco; dall’incrocio fra il bedroom pop e la musica elettronica britannica.

Dopo i due singoli “Sara” e la title-track “Incagli“, il debut album di Dragoni è fuori per la cordata Big Lakes Records / Mangiare Bene Dischi. Un disco di canzoni oneste, dirette e personali, che parlano dell’esigenza di lasciarsi alle spalle gli ostacoli, di liberarsi dai pesi… tracciare una linea e ricominciare da capo.

“Dopo alcune esperienze musicali con cantato in inglese, ho scritto un disco in italiano nel quale ho cercato di trasmettere nella nostra lingua le sensazioni di alcuni progetti “cantautorali” americani: Sufjan Stevens, ma anche Adrianne Lenker, Conor Oberst e Phoebe Bridgers. Come loro, volevo scrivere pezzi onesti, diretti, personali. Accanto a questi, avevo in mente di associare le sonorità di band lo-fi, come Sebadoh e Radio Dept. Come succede sempre – un po’ per scelta, un po’ inconsapevolmente – mentre arrangiavo le canzoni è venuto fuori qualcosa di differente”.

TRACKLIST

1. Autunno
2. Sara
3. Incagli
4. Una cosa qualsiasi
5. Propaganda
6. New York
7. Vivian Maier
8. Graminacee
9. Antifa
10. Double Decker Bus

CREDITS

Testi e Musiche di: Dragoni
Prodotto e mixato da: Lorenzo BITW
Master: Nicola Fantozzi
2022 Big Lakes Records / Mangiare Bene Dischi

TRACK BY TRACK  a cura di Dragoni

Autunno
In una versione embrionale dell’arrangiamento, questa canzone aveva un testo dove si parlava anche di autunno. Mi piaceva l’idea di iniziare il disco con un prezzo strumentale, e credo che una certa atmosfera “autunnale” sia rimasta.

Sara
Sara è una canzone che parla di una ragazza che in realtà non si chiama Sara. Parla del rimanere in sospeso senza riuscire a raccogliere la volontà di fare una scelta. Ci siamo capitati tutti. Il titolo ha solo una lettera di differenza rispetto alla mia canzone preferita di Lucio Dalla.

Incagli
Incagli è un pezzo sull’esigenza di “disincagliarsi”, lasciarsi alle spalle gli ostacoli, liberarsi dei pesi. Questa sensazione raccoglie lo spirito dell’intero disco e per questo “Incagli” sarà anche il titolo dell’album. Allo stesso tempo, è anche una canzone che parla della voglia di fare cose stupide con un’altra persona quando si è felici. L’ispirazione per il primo ritornello “Bonnie e Clyde” è una scena di un remake di Halloween, non ricordo quale.

Una cosa qualsiasi
E’ uno dei primi pezzi che ho scritto, molto prima che prendesse forma l’idea del disco. Ero tentato di chiamarla “Modena”, ma non avrei potuto reggere il confronto con Antonello Venditti.

Propaganda
Propaganda è l’unica canzone del disco che inizialmente avevo scritto con un testo in inglese, anni fa, per un progetto musicale differente. Credo sia anche l’unica canzone decisamente influenzata dalla pandemia – nel ritornello credo volessi in fondo parlare di un tentativo di vicinanza e intimità malgrado la distanza.

New York
Il titolo prende ispirazione da un passaggio del libro di Lizzy Goodman “Meet me in the bathroom”, che parla della scena della musica indipendente americana all’inizio degli anni 2000. Nell’introduzione New York è descritta come un concetto astratto, un ideale quasi irraggiungibile: “We were all chasing New York City. And for a few magical years, we caught it. This book in an attempt to capture what that felt like”.

Vivian Maier
Questo pezzo parla di una persona che, come Vivian Maier, scattava foto bellissime senza pubblicarle da nessuna parte né condividerle con gli altri. Sono fra le poche persone fortunate ad averle viste. Prima o poi avrà il giusto riconoscimento dalla critica fotografica internazionale.

Graminacee
Graminacee nasce come una canzone acustica, sulla falsariga di altri pezzi del disco. Insieme a Lorenzo BITW, ci piaceva l’idea di provare ad andare in una direzione diversa e l’alternanza di accordi della strofa di questo pezzo ci sembrava avesse qualcosa di synth pop anni Ottanta. Dal punto di vista sonoro, mi piaceva anche l’idea di creare un suono più stratificato, con le chitarre a dare profondità, differente dalla semplicità che ho ricercato nel resto del disco.

Antifa
A volte mi piace scrivere canzoni con titoli e riferimenti politici, che in realtà parlano d’altro.

Double-decker bus
Quando ho finito di scrivere questo pezzo, sapevo che sarebbe stato la chiusura dell’album. Mi piaceva l’idea di comporre una canzone con due sezioni differenti, una strofa che si ripete e una coda che finisce in crescendo. Il titolo è naturalmente un riferimento a “There is a light that never goes out”.

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