Enrico Lombardi – “Niente paura, il fuoco”

Enrico Lombardi
“Niente paura, il fuoco”
Data d’uscita: 1 dicembre 2023
Label: Kutmusic

(presspage riservata alla stampa – DA NON PUBBLICARE)


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Anticipato dai singoli “Tutto un casino” e “Ballata al cuore ingrato“, è disponibile in digitale e in formato vinile il debut album del musicista e cantautore Enrico Lombardi, dal titolo “Niente paura, il fuoco“.

Pubblicato dalla label Kutmusic, l’album si muove su territori sonori diversi rispetto i precedenti singoli pubblicati dall’artista pescarese nei suoi primi anni di carriera: le atmosfere cantautorali e intime degli esordi, qui lasciano spazio ad un sanguigno e genuino alternative rock, che ha ben compreso la lezione storica dei grandi artisti di genere degli Anni ’90.

Pronunciato come un avviso dissonante, il titolo del disco “Niente paura, il fuoco” intende evocare la confusione derivante dal processo individuale di ricerca interiore, nella fragile evoluzione che si sviluppa tra i continui fallimenti e il rialzarsi. Un processo indubbiamente lungo come lunga è stata anche la scrittura del disco, cominciata nel 2018 ancor prima della pandemia mondiale del Covid-19. Certo, non può dirsi un concept album ma, osservandolo ora dall’alto a posteriori, l’artista intravede un denominatore comune per tutte le sue canzoni: il dialogo, cosciente o meno, con la propria energia, con il fuoco interiore che si spera muova la vita di ognuno.

Scarica i testi

TRACKLIST

1 – Scintilla n.1
2 – Domus
3 – Luna del mattino
4 – Tutto un casino
5 – Come stai
6 – Tutto il santo niente
7 – Il mio miglior nemico
8 – Ballata al cuore ingrato
9 – Nel buio
10 – Abc di un sorriso

CREDITS

Testi e musiche di Enrico Lombardi
Prodotto da Stefano Campetta

Hanno Suonato nel disco:
Enrico Lombardi: voce, chitarre acustiche ed elettriche, cori;
Andrea Giovannoli: batteria;
Claudio Natale: basso;
Stefano Campetta: piano, synth, Fx; cori in “Tutto il santo niente”.

Ospiti speciali:
Eduardo Romano: piano Rhodes in “Ballata al cuore ingrato”;
Ferdinando ferri: batteria in “Il mio miglior nemico”;
Luca Mongia: chitarra lap steel in “Ballata al cuore ingrato”;
Francesco Pastore: organo Hammond in “Come stai”, “Tutto il santo niente”, “Nel buio”;
Jorge Ro: tromba in “Come stai”, sezione fiati in “Ballata al cuore ingrato”;
Mattia Feliciani: sax in “Il mio miglior nemico”, sezione fiati in “Ballata al cuore ingrato”.

Riprese sonore effettuate tra gennaio e maggio 2023 da Andrea Maceroni
Slam studio (Corvaro, Rieti) ad eccezione del basso, registrato da Stefano Campetta – studio Nassau (Bologna);
Editing: Stefano Campetta;
Missaggio: Andrea Maceroni – Slam studio (Corvaro, Rieti);
Mastering: Marco Vannucci – Spitfire Mastering Studio (Montesilvano, Pescara).

Concept copertina, retro-copertina e grafica cd: Gianna Palucci (collagedistopici);
Progetto grafico e impaginazione a cura di: Leo Margiotti;
PH ritratti di Enrico: Piergiulio Fiore.

TRACK BY TRACK a cura di Enrico Lombardi

1.”Scintilla n.1“, canzone di apertura dell’album, è una lode alla musica, agente principale di questo processo di ricerca interiore: un big bang scatenante l’evoluzione individuale, alla ricerca forse troppo romantica e naif della sensazione di avere le “farfalle nello stomaco” per tutto ciò che è la vita. Quando ho scritto questa canzone, sono partito dal gioco di immaginare un brano di apertura di un disco rock. Prima ancora di scrivere il testo, già sapevo che doveva essere la prima. Ne è venuto fuori un testo che contempla la “vivida presenza” (cit. del testo) della musica nella mia vita, un concept rafforzato dalla batteria di Andrea Giovannoli, gonfia ed esplosiva come un vulcano, e da un riff di chitarra per il ritornello che ho cercato per una notte intera trovandolo solo all’alba, esausto. Se penso ad un brano di ispirazione, mi viene in mente: “Canos” dei Verdena.

2.Parlando del titolo dell’album, questo è estratto dal ritornello della canzone “Domus“, brano forse più rappresentativo del dialogo interiore alla ricerca della propria energia, attraverso la presa di coscienza di sé stessi: “niente paura, il fuoco è semplice istinto a respirare”. Il fuoco è l’essenza più viva di noi, da esprimere e rivelare perché semplicemente istintiva, contro la paura più ricorrente del negare sé stessi per mancanza di autostima o per l’immagine di sé che torna di riflesso dagli altri. “Domus” è la canzone che ha ispirato un nuovo corso, o meglio mi ha spinto a ritrovare e dare terreno fertile alla mia vena rock, dopo episodi di canzoni pubblicate in precedenza che volgevano verso un panorama più cantautorale, pur esplorando sonorità con le chitarre. Il riff di chitarra crunch, melodico ma graffiato, è la manifestazione di un suono che è in me e voleva uscire, esprimersi finalmente in maniera completa, come il fuoco che è “semplice istinto a respirare” (cit. del testo). Se penso ad un brano di ispirazione, mi viene in mente: “Feel the pain” dei Dinosaur Jr.

3.L’amore muove i versi di “Luna del mattino“, canzone focalizzata sul presente fatto di paure, da superare, e sul futuro pieno di incertezze, da conquistare. L’amore diventa anch’esso agente della propria energia interiore, perché genera sostegno reciproco a riconoscersi esseri speciali, accettati e amati nella propria imperfetta unicità, anziché a guardarsi da soli allo specchio come sempre inadeguati o sbagliati. La canzone credo sia la più “pop” dell’album, per un ritornello che si fa quasi corale con due voci usate armonicamente. Tuttavia le strofe hanno dietro un lavoro di incastro estremamente ricercato, tra batteria e basso, da Stefano (Campetta, produttore del disco). Inoltre ci sono attacchi dispari di chitarre e loop di arpeggi utilizzati come base per le strofe. L’intenzione qui era raggiungere un pop melodico solo contaminato dal rock delle chitarre (cioè non trattate alla maniera di un rock classico), cercando invece strade strumentali nuove per raccontare il testo, malinconico e intimo. Se penso ad un brano di ispirazione, mi viene in mente: “Let down” dei Radiohead.

4.”Tutto un casino” è il manifesto di questo processo di autoconsapevolezza e ricerca interiore che permea tutto l’album: ne racconta la vibrante confusione, mista alla paura del tempo odierno vissuto e percepito come non più comprensibile a pieno e decisamente ostile verso i non più giovani e chi non ha la pelle splendida, per citare gli Afterhours. Un tempo sicuramente e inevitabilmente diverso da ciò che a vent’anni si pensava diventasse la vita: dalla musica alla politica, dalle relazioni affettive alle proprie aspirazioni, passando per gli errori e gli incidenti di percorso, tutto è un casino. Che a star così male, forse, fa anche bene a riconoscere sé stessi e rigenerare la propria energia. Con Stefano (Campetta, produttore del disco) volevamo creare un arrangiamento capace di gonfiarsi a poco a poco, che avesse un carattere punk rock alla Stooges, per evocare il senso di malessere che provo a descrivere nel testo. Quel giorno in studio di registrazione ho perso la voce, ma ero davvero felice di aver urlato. Se penso ad un brano di ispirazione, mi viene in mente: “Son of a gun” dei Nirvana.

5.La malinconica “Come stai” evoca il ricordo complesso di una relazione umana prima ancora che sentimentale, soggetta a errori, incapacità di comunicazione e sensi di colpa, ma che riesce comunque a richiamare attimi sognanti e sorrisi stampati in testa. Ciò che inevitabilmente non torna più finisce allora per arricchire la nostra essenza interiore. Questa canzone l’ho composta diversi anni fa, con Stefano (Campetta, produttore del disco) abbiamo registrato numerose pre-produzioni, ma solo l’ultima ci trasmetteva il senso malinconico che cercavamo, usando synth e piani elettrici, cercando un’intimità che poi esplode emotivamente. Se penso ad un brano di ispirazione, mi viene in mente: “There for you” di Demian Marley.

6.Altre canzoni raccontano l’interazione con gli altri, nella più ampia ricerca sociale, trasversale a quella individuale, di un equilibrio fatto di accettazione e rispetto, difficile da raggiungere per entrambe le parti, ergo equilibrio mai scontato. In “Tutto il santo niente” c’è lo sdegno per la tuttologia digitale e non, una manifestazione così comune nella nostra epoca, adottando a ritornello un’imprecazione folkloristica comune al sud dell’Abruzzo, alternativa alla bestemmia: “mannàggie lu sànd ‘nnind”. Sul finale però si ritrova anche lo sdegno verso sé stessi nel giudicare facilmente, che quindi non ci rende diversi o migliori da chi crediamo in errore. Qui pago con orgoglio un tributo ad una band italiana che ha formato la mia idea di rock: i Marlene Kuntz. C’è qualcosa in questo brano che me li ricorda moltissimo: probabilmente l’uso delle chitarre e una struttura di strofe in tensione che risolvono in un ritornello orecchiabile, ma con un testo atipico, certo non da lieto fine. Se penso ad un brano di ispirazione, mi viene in mente: “Fuoco su di te” dei Marlene Kuntz.

7.”Il mio miglior nemico” indaga sui propri limiti, sulla capacità di ascoltare l’io interiore, maturata nel perdono, nei ricordi indelebili e nel praticare la vertigine dell’arte: anche qui c’è la musica, come in “Scintilla n.1”, vissuta ora come buen retiro dalla propria condizione inquieta. La canzone nasce da una intensa sessione in studio tra i musicisti coinvolti, voluta dal produttore Stefano Campetta, per cogliere l’istinto e l’alchimia compositiva. L’incastro tra basso e batteria è venuto fuori da qui e ha dato un senso nuovo ad un brano che prima era principalmente per voce e chitarra acustica, in stile “Friends” dei Led Zeppelin, per intenderci. Se penso ad un brano di ispirazione, mi viene in mente: “Breakin’ the girl” dei red Hot Chili Peppers.

8.C’è il superamento di un trauma affettivo in “Ballata al cuore ingrato“: il desiderio di crescere, superare e cambiare per diventare immuni a certi meccanismi di dipendenza esistenti nelle relazioni amicali, meccanismi crudeli che si rivelano poi nell’incapacità dell’altro ad avere empatia e ascolto, generando cadute, delusione e amarezza. Le sonorità sono tranquille, da easy listening: il mood è voluto perchè desideravo creare un contrasto di una musica confortevole con un testo critico, disincantato, malinconico perché parla della fine di un rapporto umano. Gli amici musicisti che hanno partecipato alle registrazioni (Luca Mongia alla lap steel e Mattia Feliciani e Jorge Ro alla sezione fiati) hanno completato il quadro che io e il produttore Stefano Campetta desideravamo. Se penso ad un brano di ispirazione, mi viene in mente: “Songbird” degli Oasis.

9.”Nel buio” è una preghiera rivolta al grembo materno, ovvero a chi più di ogni altra persona forma dall’esterno la capacità di ascoltare e sviluppare la propria essenza. I nostri sogni, le nostre aspirazioni di cosa faremo di noi stessi una volta maturi, dipendono dalla terra madre dove essi sbocciano, dalla capacità di accogliere e ascoltare la nostra identità. Mediante la sua dedizione totalizzante noi siamo resi capaci di addormentarci da soli nel buio, forti delle nostre convinzioni e intenzioni. La canzone tratta un tema per me profondo, il rapporto e l’amore per mia madre. I suoni sono cupi, scuri, le chitarre sono accordate in re per dare più pesantezza al riff portante, all’impatto sonoro che ne deriva. Un’invocazione: ha più la forma di una preghiera (succede anche in “Scintilla n.1”), le chitarre sono trattate per evocare un organo da chiesa. Se penso ad un brano di ispirazione, mi viene in mente: “…Like clockwork” dei Queens of the stone age.

10.”Abc di un sorriso” chiude l’album e vuole essere un inno al non lasciarsi andare giù nel circolo vizioso che porta alla depressione, sforzandosi d’inseguire l’istintiva forza interiore che è alla base del proprio sorriso, recuperando lo sguardo di un bambino, sempre curioso e affascinato. Questa è una traccia dove lasciar andare la musica, senza regole di minutaggio o struttura, era indispensabile per ottenere il risultato emozionale desiderato. Qui mi sono divertito, ho sperimentato anche una forma di canto più vicina al rap che non al mio stile. E poi è stata la prima canzone dell’album che ho scritto, pensata per essere un nuovo corso rispetto a ciò che avevo fatto precedentemente. Se penso ad un brano di ispirazione, mi viene in mente: “Everything’s not lost” dei Coldplay.

BIO

Enrico Lombardi è un cantautore di Pescara. La sua musica, finora pubblicata per l’etichetta Kutmusic, ha ricercato atmosfere ora intimamente acustiche (“Marilyn” e “Marta meraviglia”), ora folk/rock (“Girasole”, “Persi nel tempo”) oltre a fughe rock/indie (“Vita”). Il suo primo album, previsto in uscita per l’inverno 2023, volge invece verso atmosfere certamente più rock, con dieci canzoni completamente inedite accomunate da un’identità sonora omogenea.

“Girasole” (ottobre 2019) è una ballata folk-pop dal ritmo accattivante e dalle atmosfere liriche. Il cantautore pescarese ricerca un dialogo confidenziale e intimo con la Natura, così spesso deturpata e abusata dall’uomo, immaginando il confronto con un girasole che, come uno stroboscopio sottomarino, scruta i danni irreparabili causati dall’uomo all’ecosistema.

“Marta meraviglia” (giugno 2021) è una ballata intima e romantica che prova a proiettare suggestioni oniriche e al tempo stesso cerca di essere prossima all’ascoltatore attraverso un arrangiamento essenziale e diretto.

Sempre del 2021 è invece la pubblicazione di “Vita”, una personale interpretazione dello storico brano di Lavezzi e Mogol reso famoso nel 1988 da Lucio Dalla e Gianni Morandi: qui troviamo un mood rock incalzante, elettrico e cupo che trae ispirazione dalla persistente emergenza mondiale causata nel 2020-21 dal Covid-19.

“Persi nel tempo” è il titolo dell’ultimo brano inedito pubblicato dal cantautore a dicembre 2021: qui si esplorano sonorità cupe ed evocative mischiandole a chitarre folk e a una ritmica percussiva, in un crescendo di tensione che alla fine diventa corale.

Oltre ai singoli si segnala il video dal titolo “Yurta Sessions”, presente su Youtube sul canale dell’artista. Girato nell’autunno del 2021 e pubblicato nella primavera del 2022, è un mini-concerto di circa mezz’ora realizzato nella formula della session live (registrato in presa diretta) dove il cantautore, all’interno di una suggestiva tenda Yurta e in trio con altri musicisti, si esibisce presentando live le canzoni finora pubblicate e lasciando spazio a dialoghi e altre esibizioni musicali degli altri musicisti in formazione.

FOTO (credits: Piergiulio Fiore)

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