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Giovanni Dal Monte
Reforming The Substance (ristampa rimasterizzata con inediti)
In un momento così stagnante e sconfortante per il paese, un’iniziativa che fa bene al cuore e alle orecchie.
Nella musica elettronica una parte importante si attribuisce al campionamento, alla registrazione di suoni della natura, dei suoni del lavoro umano, dei suoni delle macchine e alla loro rielaborazione e ricontestualizzazione.
Ovviamente anche le musiche già esistenti sono ricampionate alla stregua dei suoni trovati, degli “oggetti” ritrovati.
Ho attinto spesso al patrimonio musicale extraeuropeo, date le sue fascinazioni esotiche che possono stimolare la creazione di musica nuova e evocativa.
La mia musica riguarda le relazioni, le connessioni e i collegamenti. Avevo già provato a dedicare ad un genere musicale, il blues, un lavoro di rielaborazione elettronica, “The opposite of orange” nel 2005.
Il patrimonio musicale classico occidentale è un’inesauribile serbatoio di conoscenza, di informazioni; è un patrimonio che appartiene a tutti, espandibile e reinventabile (con buona pace dei puristi). Ovvio che volessi dedicarmici.
Come ha notato Mario Ingrassia, un mio amico agente di musica classica, e gran conoscitore, l’approccio che ho avuto è stato quello di trattare il “testo” classico con affetto, calore, libero da preconcetti, rispettandone il colore e la sostanza intima. Non di effettare semplicemente, né di distorcere il “testo” classico, che erano la via più scontata, più facile e superficiale di manipolarlo.
Riformare la sostanza ha intanto un significato letterale: dare una nuova forma e di conseguenza un nuovo significato.
Frammentate alcune opere di Mozart (soprattutto) e di Mussorgsky in una miriade di nano-campioni e con questi ricomponendo sinfonie affatto nuove ho creato composizioni contemporanee ma con una dimensione originale, non più legata alla loro provenienza, bensì più elastica e trasversale.
L’intervento elettronico non è molto avvertibile, tutto sembra suonato, ma questo “Frankenstein” classico suona come una musica degli anni 2000.
Giuseppe Carrubba, che ha curato alcune mie mostre di video arte e che ha svelato (anche a me stesso) con la sua capacità critica alcune caratteristiche del mio lavoro parla di “sperimentazione linguistica libertaria e positivista in cui il continuo gioco di rimandi con l’originale, il frammento e i suoi codici produce squisite ri-significazioni. Queste rielaborazioni formano un immaginario sinestetico, in cerca di echi e legami tra le diverse dimensioni espressive, e arrivano quindi esattamente al centro dell’esperienza artistica contemporanea.
All’essenza della contemporaneità.
All’interno di questa logica riformare la memoria (il testo classico) vuol dire ricostruire la tradizione attraverso il cambiamento, quindi una rivoluzione linguistica che ne modifica il contenuto a favore di una molteplicità del suono, della visione, del significato e dell’interpretazione. Una moltiplicazione delle possibilità.”
Questo lavoro è una scenografia musicale ricca di citazioni e diversivi, altamente teatrale e lirica. L’ascoltatore sarà spinto verso mondi musicali diversi, in differenti ambienti e stati d’animo.
Diventano estranee le abitudini di ascolto, e si pongono delle domande all’ascoltatore: cosa ti rimane dentro? Cosa della tradizione riesce a parlarci ancora?
Dove sei tu ascoltatore in questa musica, attraverso e oltre di essa? Cosa rimane oggi di un suono, di una melodia, di una struttura antica?
Come la si percepisce se la rinnoviamo?
In questa riedizione del 2016 ho eliminato un brano, “PathosFormel”, che era un lavoro basato sulle pastorali dei compositori britannici (Holst, Delius etc.) e aggiunto tre pezzi, Dgvnn-A, Zbrflt-B e Fdl-A, che erano stati inizialmente lasciati da parte, e che invece danno un’idea del processo creativo che ha portato al compimento dell’album.
Questi tre brani infatti, all’apparenza più sperimentali (solo perché lasciano nude le elaborazioni elettroniche) sono studi sul ridefinire la forma (per mezzo dei campioni) del Don Giovanni, del Flauto Magico e del Fidelio di Mozart.
La scorrevolezza apparente degli altri brani, alla luce dell’ascolto di questi tre brani aggiunti in un secondo tempo ma in realtà che precedono gli altri, si svela così nel suo divenire, nella complessità del concetto che sta dietro a questo progetto.
Il libretto del disco reca le critiche di alcuni amici conoscitori di musica classica, Alan Coady, Mario Ingrassia, Andreas Beck; e di alcuni amici critici d’arte o artisti come Giuseppe Carrubba e Al Fadhil.
BIOGRAFIA DI GIOVANNI DAL MONTE
La Jovenc, aka Giovanni Dal Monte, è un musicista e compositore italiano che ha iniziato la sua attività negli anni ottanta, collaborando con artisti di sperimentazione e avanguardia. Negli anni novanta ha iniziato la sua produzione solista, concentrandosi inizialmente su colonne sonore per cinema e televisione, oltre a rifacimenti musicali di vecchi classici del cinema muto. Ha portato nei teatri “Nosferatu” di F.W.Murnau (1998) e “Lulù, il vaso di Pandora” di G.W.Pabst (2005), due classici del cinema espressionista rimusicati con sue composizioni originali.
Nel 2006 ha vinto il PAI (Premio Avanguardia Italiana) al MEI e nel 2007 ha vinto Live!Ixem (Musica elettronica sperimentale italiana) a Palermo.
Ha suonato con Murcof, Kangding Ray, Scanner e altri artisti internazionali di musica elettronica in festivals come Storung a Barcellona, Ixmae a San Francisco, Arspolis in Svizzera. Numerose le sue collaborazioni musicali per installazioni, performances ed esibizioni di arte figurativa in diversi musei e gallerie (Il Cubo-Milano, L’archivolto-Milano, Museo Internazionale delle Ceramiche di Faenza, CACT-centro arte contemporanea del Ticino, Museo Zauli-Faenza, ISEA2014 a Dubai) con diversi artisti visivi e performers .
Nel cinema, tra le varie collaborazioni, sue sono le musiche di tre pellicole (“Otto or up with dead people”, “L.A.Zombie” e “Offing Jack”) del regista icona canadese Bruce LaBruce, a fianco di musicisti come Antony and the Johnsons e Cocorosie, films presentati ai Festivals del cinema di Berlino, Toronto, Locarno, Cannes, Sundance Festival etc.
Tra gli incontri con musicisti internazionali, Giovanni Dal Monte ha collaborato con la cantante dei Massive Attack, Nicolette.
Gli Art Ensemble of Chicago hanno apprezzato le sue rielaborazioni dei loro classici, John Zorn ha elogiato il suo lavoro così come Barry Adamson (che con Angelo Badalamenti ha firmato molte delle colonne sonore dei film di David Lynch), il quale ha definito la sua musica “superba”.
«Blow Up», «il Mucchio Selvaggio» , «Beautiful Freaks» , “24/7 magazine”, “Is this music? magazine”, “Soundlab” sono tra le riviste che hanno recensito il suo lavoro, e le sue musiche sono state trasmesse da RAI-Battiti,RAI- Alza il volume, Channel Four e molte altre radio in Europa e America.
E’ stato distribuito dalle etichette WhiteLabel (UK), Storung (ES), Trepok (AU), Crippled Dick Hot Wax (DE) e PlanetOrigo(SV).
Ha composto musiche per teatro e danza (Jader Giraldi, Iris Dance Company, Loom Company etc), colonne sonore per la televisione (RAI, Sky etc) e per documentari su prestigiosi artisti (“Polvere” sugli artisti Bertozzi e Casoni, “Dove, come e quando” sempre per Bertozzi-Casoni a Palazzo Te Mantova).
Discografia come La Jovenc : “Lo-Fi Apocrypha” ( 2003), “The Opposite Of Orange” ( 2005), “Superanima” (2008) e “Perverse or polymorphous” (2011).
Discografia come Giovanni Dal Monte “Sulla Natura Delle Cose” ( 2002), “Birds Make Love With Electric Ladybugs” ( 2004) e “Reforming the substance” (2013) e “Visible music for unheard visions” (2015).
In occasione di quest’ultimo cd, nel 2015 presenta alla galleria Il Pomo Da Damo una personale dei suoi lavori di video arte, curata e presentata dal critico Luca Beatrice. La mostra che prende il nome dal cd-catalogo omonimo, “Visible music for unheard visions”, ospita una selezione di video di Giovanni Dal Monte e di altri artisti con cui ha collaborato, tra tutti Bruce LaBruce.
Nel 2015 in duo con il batterista Simone Cavina suona al teatro S.Leonardo/Centro di musica sperimentale di Bologna.
La volontà di uscire dagli stereotipi, anche della musica elettronica (considerata un mezzo e non un fine) ha portato La Jovenc a rielaborare il jazz, la musica classica, l’opera, la musica Gnawa del Marocco, i canti tradizionali siciliani, le musiche africane, praticamente tutte le musiche da cui si è sentito attratto.
Allo stesso tempo ha esplorato le sonorità glitch contemporanee, i malfunzionamenti dell’elettronica odierna, il field recording, i suoni della natura, campionando insetti e uccelli e facendoli cantare e suonare tanghi, creando ritmiche da campioni di suoni del corpo umano per ottenere poliritmie “organiche”, con humour e inventiva, così come da ogni altro suono che ci circonda.
TRACK BY TRACK
k491kv421
La tecnica poetica di giustapposizione in “K491KV421” permette alle armonie audaci di “ricostruire” Mozart sotto una nuova luce. Un passaggio accelerato dal “Laudate Dominum” di Mozart converte un vivificante vibrato in qualche cosa di completamente diverso, non di questo mondo. Quasi come un disco sospeso, sul palinsesto di melodie e arie conosciute e sognate, scongiurante come in un sogno. Un disco incagliato sulle chiare sfere mozartiane. Una ricerca sulla melodia e sul trascorrere del tempo.
Le Caire en avril
Creata con campioni del traffico del Cairo in un viaggio che feci circa un mese prima della “primavera araba”.
Miscela di caos e serenità , questo ritratto di ‘Primavera araba’ al Cairo cattura e suggerisce l’incertezza del futuro di quella instabile regione. L’uso di due episodi di ritmica in 7/4 contribuisce all’energia del pezzo – evitando il facile conforto del tradizionale 4/4 del rock.
Gli ascoltatori alla prima volta potrebbero avvertire che l’influenza dell’egiziano/arabo nel brano non è evidente. Infatti, questo è precisamente il punto. Una cartolina dal futuro.
Ionosfera
Unico brano privo di campioni classici. Mescola alcune registrazioni NASA della ionosfera terrestre alla scrittura orchestrale sintetizzata. Seducenti accordi risucchiano l’ascoltatore in un panorama di atmosfere e rumori.
Poi, dopo una breve pausa si odono suoni, radiosegnali che fanno interagire queste atmosfere , creando una nuova consapevolezza. Tutto è seducente e al tempo stesso spaventoso, siamo nel campo del perturbante. Come un bollente, plumbeo sogno in una notte scura.
Boris on Broadway
Presenta campioni del “Boris Godunov” di Mussorgsky in un fotomontaggio con i rumori delle strade di New York, dove assistetti alla rappresentazione di quell’opera. La musica dell’eroe di Pushkin si coniuga e dialoga con una batteria di suoni del 21 secolo.
Quasi una rapsodia tecnica: siamo nel nuovo mondo dove il rumore martellante della metropoli si impone fin dall’atmosfera d’ingresso. Piovono i suoni sopra un orizzonte composto da brandelli musicali , arie d’opera, rumori del traffico, sirene, rumori della citta’, macchine a vapore che cercano insieme un timbro, un passaggio verso un armonico accordo orchestrale. Cercano di riassestarsi unite in un limpido meccanismo. Ripetizioni, abrasioni, brusche demolizioni , che cercano collocazione in un ritmo alieno.
Insomma un trip questo brano, molto concettuale ma mai ermetico, come se Metropolis incontrasse Koyaanisqatsi.
Unser Abendrot
Rende ossequio a Richard Strauss, anche se la musica è completamente composta da me. Nessun campione, solo sintetizzatori. Una ballata lenta e ipnotica. Delicata, con una lunga coda che si spegne pian piano con nostalgia.
Dgvnn-A
Uno degli studi sul Don Giovanni di Mozart. Il sintetizzatore non rimane solo tappeto, pad, ma con il suo fraseggio dialoga con il cantato dell’opera.
Zbrflt-B
Uno degli studi sul Flauto magico di Mozart. Il recitativo femminile è dissezionato e ricomposto. L’andamento temporale dispari dei campioni offre continue variazioni che sono in grado di creare un pathos anche da una successione casuale, da una “rotazione meccanica” che non dovrebbe avere nulla di emotivo. Invece il risultato è una tensione emotiva simile all’improvvisazione.
Fdl-A
Uno degli studi sul Fidelio di Mozart. In realtà dovrebbe essere un brano concepito per una durata molto lunga, per una eventuale intera live performance. E’ basato sul continuo gioco di spostamento dei parametri dei campioni stessi. Come se la musica fosse costituita dai tagli e dalle menomazioni a cui via via i campioni vengono sottoposti.
SCARICA “REFORMING THE SUBSTANCE”
(PER LE RADIO: “LE CAIRE EN AVRIL – RADIO EDIT”)
TRACKLIST
k491kv421
Le Caire en avril
Ionosfera
Boris on Broadway
Unser Abendrot
Dgvnn-A
Zbrflt-B
Fdl-A
CREDITS
data di uscita: 14 luglio 2016
Produzione: SonicaBotanica
Composto e suonato da Giovanni Dal Monte.
Prodotto da SonicaBotanica .
Mixaggio: Stefano Dall’Osso.
Campioni di: W.A.Mozart, M.P.Mussorgsky.
Info distribuzione digitale:
Itunes, Amazon, Napster, Beatport, Spotify, Juno, Limewire, 7 Digital, Mix&Burn, Real Network Rhapsody, 24/7, Zune, etc.
FOTO PROMOZIONALI HIRES
LINK & CONTATTI
www.giovannidalmonte.com
www.soundcloud.com/la_jovenc
https://www.facebook.com/LaJovenc
https://www.youtube.com/user/JeanDeLaJovenc
http://www.discogs.com/artist/816469-La-Jovenc
https://itunes.apple.com/it/artist/la-jovenc/id216880226
https://itunes.apple.com/it/artist/giovanni-dal-monte/id216880229
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