Guido Elmi – “It’s a beautiful life” (singolo e videoclip)

Il produttore artistico di Vasco Rossi inizia a raccontarsi con un primo brano: un pugno nello stomaco per un’inaspettata, intensa e spietata scrittura.

Da giugno disponibile il primo singolo (Liquido Records)

(press page riservata alla stampa – DA NON PUBBLICARE)

COVER_GuidoElmi

 –> SCARICA IT’S A BEAUTIFUL LIFE (mp3) <–

–> SCARICA IT’S A BEAUTIFUL LIFE (wav) <–

“IT’S A BEAUTIFUL LIFE” (feat. Rockwell Knuckles) Singolo e videoclip

Guido Elmi, storico produttore artistico di Vasco Rossi da oltre trent’anni, ha deciso di mettersi in gioco svelando per la prima volta le sue composizioni, tra vita vissuta, esperienze personali e nuova consapevolezza: un pugno nello stomaco per un’inaspettata, intensa e spietata scrittura. Il singolo “It’s a beautiful life” è accompagnato dal videoclip e in uscita per la Liquido Records. L’idea di questo brano nasce due anni fa e si ispira al linguaggio di una ragazza, da poco uscita da un master in comunicazione. Nelle conversazioni, anche in quelle private, non poteva proprio fare a meno di inserire parole come meeting, staff, loop, feed back, trading e via dicendo. Parallelamente, fino a poco tempo fa, in televisione andava in onda uno spot pubblicitario dove si criticava decisamente l’abitudine di usare termini inglesi al posto di quelli italiani. Come sempre, la verità sta nel mezzo. “It’s a beautiful life” raccoglie molti termini anglosassoni per descrivere ironicamente alcuni aspetti della vita di un manager rampante e tardo edonista. Reminiscenze di alcune letture anni ottanta/novanta (“American Psycho” di Bret Easton Ellis, “Brightness Falls” di Jay McInerney o “The Bonfire of the Vanities” di Tom Wolfe) hanno fatto il resto. Nel brano anche Rockwell Knuckles, un giovane rapper di St. Louis (Missouri) che contrasta, con la sua interpretazione, la narrazione della “beautiful life” del protagonista. Il videoclip si ispira alle visioni e agli incubi delle pellicole di David Lynch nonché alla filmografia che sfiora o approfondisce questi argomenti come Wall Street, Margin Call o The Wolf of Wall Street. Il finale rimanda al film “Il falò delle vanità” di Brian de Palma tratto dal citato romanzo di Tom Wolfe, con particolare riferimento alla scena dove Tom Hanks e Melanie Griffith sbagliano strada e si ritrovano nel Bronx. Le prime creazioni di Guido erano veramente minimali: un loop elettronico, qualche suono di sintetizzatore e due lick di chitarra. Poi Vince Pastano, co-produttore del brano, ha inserito vari intrecci armonici sopra la base iniziale e partendo da un suono di arpa ha lavorato su contrappunti melodici ispirati alla musica di Sakamoto fino a cambiare notevolmente l’aspetto dell’arrangiamento. Poi il tutto ritorna a Guido che sul lavoro di Vince inserisce una serie di nuovi loop elettronici, un paio di synth bass e una fuzz-guitar molto acida. Un lavoro decisamente a quattro mani.  La voce è stata registrata nello studio  di Guido da Antonello D’Urso che ha poi provveduto al missaggio nelle ExCantine di Imola. La voce di Rockwell Knuckles è stata registrata a N.YC. da Marc Urselli. Il tutto è stato poi portato da Maurizio Biancani alla Fonoprint per la masterizzazione.

CREDITS BRANO
Testo: Guido Elmi
Musica: Guido Elmi / Vince Pàstano
Edizioni: Alta Sierra Srl
Prodotto, arrangiato e suonato da Guido Elmi e Vince Pàstano
Registrazioni e missaggio: Antonello D’Urso presso Studio Excantine / Imola (BO)
Special guest: Rockwell Knuckles / Rapper
Voce di Rockwell Knuckles registrata a N.Y.C da Marc Urselli
Mastering: Maurizio Biancani presso Fonoprint / Bologna (assistenti Enrico Capalbo / Claudio Adamo)
Artwork: Max Messina
Fotografie: Nino Saetti / www.ninosaettiphoto.it

CREDITS VIDEO:
Da un’idea di Guido Elmi, Alberto Cerchierini, Vince Pastano e Clio Abbate.
Regia e montaggio: Alberto Cerchierini.
Dop: Nicola Xella.
Assistenti alla produzione: Sandro Sandrolini e Paola Cevenini per Fonoprint
Cast: Luigi Moruzzi, Jurga Vanagaityte , Massimiliano Martines, Ivano Zanotti, David Lawal, Romolo Amoabing, Vince Pastano, Antonello D’Urso.
Hair & Makeup: Francesca Piani
Special guest: Clio Abbate.
Un ringraziamento speciale al Centro Infinity Bologna e a Paolo Tramonti per le auto.
Si ringraziano Elia ed Emanuele Marzaduri per l’ospitalità a Villa Dolfi Ratta.

BIOGRAFIA

Camugnano, un paesino tranquillo dell’appennino tosco-emiliano. Lì, in una famiglia di contadini e operai, ha radici Guido Elmi. Suo padre a casa non c’era quasi mai. Lavorava in Africa. Quando tornava, ogni due o tre anni, portava sempre con sé regali mitici, pelli di leone e di leopardo, ananas incredibili. Guido viveva la figura paterna come una figura avventuriera e guardava e riguardava le sue foto tra serpenti attorno al collo o in posa insieme ad africani col machete in pugno. In un brano dell’album che sta preparando racconta proprio queste visioni. Nel paese cresce circondato dai suoni della natura e passa le giornate a giocare con la sua fantasia. Questa solitudine “incantata e silenziosa” ha influenzato molto il suo carattere, il suo futuro e anche il suo mestiere di produttore artistico. Nei primi anni sessanta va a vivere a Bologna. Di lì a poco, nel suo mondo arriva la musica. Comincia a suonare la batteria, ma nel condominio dove abitava, i vicini non sopportano questa sua passione. Ai tempi non esistevano le batterie con i pad da suonare in cuffia, così passò alla chitarra. Studiava e lavorava: cameriere, facchino e altri piccoli mestieri per guadagnare qualcosa. Nel frattempo, durante tutta la sua adolescenza e anche in seguito, frequentava alcune band bolognesi suonando la chitarra ritmica e le percussioni. Riuscì a laurearsi in Scienze politiche, ma subito dopo decise di aprire un’osteria insieme ad alcuni amici. Fu un’esperienza di un paio d’anni dove mise da parte un po’ di soldi che gli permisero di stare un periodo senza lavorare per pensare alla musica. Per cominciare ascolta Elvis, i Platters, e sound degli Anni 50. Ma appena uscirono i Beatles se ne innamorò, per poi tradirli quasi subito per i Rolling Stones. Diventa fan dei Led Zeppelin, dei Black Sabbath, degli Animals, dei King Crimson e di tutta la musica anglo-sassone di qualità. Dopo aver venduto l’osteria si trasferisce per sei mesi a Monaco di Baviera dove acquista un paio di congas. Più tardi, nel 1978, eccolo a scuola di percussioni dal mitico Karl Potter. Nel frattempo conosce Maurizio Solieri e comincia a suonare nei suoi brani in stile jazz-rock. Maurizio gli fa conoscere Vasco Rossi che aveva bisogno di una band per esibirsi dal vivo. L’incontro con Vasco avviene in un bar di Via Marconi, a Bologna. Nei suoi occhi vide determinazione, intelligenza, genialità e disponibilità all’ascolto. E da avventurriero sognatore quale era non poteva lasciarsi scappare quell’occasione. Cominciò così a suonare le congas nel gruppo. Si divertiva, ma il suo sogno era quello di lavorare dietro le quinte. Nel 1981 decise di non salire più sul palco, anche per una timidezza innata che fa parte di lui. La sua decisione di proporsi come manager venne presa bene dagli altri, Guido era l’unico che aveva l’età, la faccia tosta e la “stazza” per ricoprire quel ruolo.
Qualche anno prima, durante le registrazioni dell’album Colpa d’Alfredo, aveva cominciato a occuparsi anche della produzione in studio, ma il suo vero esordio come produttore avvenne con l’album Siamo solo noi.
Da quel momento il sound dei dischi di Vasco prese forma e si consolidò. Farsi largo nel mondo della musica non è facile. Così dovette cucirsi addosso una corazza, una “maschera” da duro anche se, sotto sotto, non lo era, e non lo è, per niente. A dire la verità, questo giocare a fare il “cattivo” non gli è mai pesato più di tanto. Pesava di più non poter tirar fuori quello che è in realtà: un romantico impenitente dal carattere sensibile. Con Vasco si instaurò da subito un rapporto simbiotico. Stare insieme giorno e notte, per anni e anni, fu poi quello che portò alla temporanea rottura dei rapporti che avvenne nel 1987.
Dopo il Festival di Sanremo del 1983 e dopo il disco Bollicine, che gli fece vincere un Telegatto come produttore, si rese conto che non ce la faceva più a ricoprire tutti quei ruoli. Bollicine per Guido rappresentò una svolta professionale importante: nell’album aveva suonato in molti brani la sua Rickenbaker 12 corde e aveva giocato con gli arrangiamenti e coi suoni con un approccio allo studio preso ad esempio dagli Steely Dan. Con Vasco filò tutto liscio fino al 1987. Durante la pre-produzione di Liberi Liberi, capirono che avevano bisogno entrambi di un momento di pausa. Lo staff che Guido aveva assemblato continuò il lavoro e i due si separarono con grande rispetto reciproco. Nei tre anni successivi Elmi non rilasciò mai interviste e non tornò mai sull’argomento. Produsse con un certo successo album della Steve Rogers Band, Clara & Black Cars, Skiantos, Alberto Fortis, Marco Conidi e altri. Vasco ha sempre apprezzato questo suo comportamento sfumato e nei primi Anni 90 lo richiama a lavorare con lui.
Il loro rapporto di collaborazione da quel momento comincia a stabilirsi su basi nuove e meglio definite. Finalmente Guido poteva occuparsi solo della produzione artistica. Inizia anche a scrivere con più continuità canzoni per Vasco assieme a Tullio Ferro. Insomma, era partito come percussionista, manager, fonico, azzeccagarbugli, guardia del corpo, “psicologo” e consigliere, per arrivare a essere quello che gli piaceva di più: il producer, l’autore e il musicista.
A partire da “Gli Spari Sopra”, in perfetto accordo con Vasco, lavora per quasi vent’anni prevalentemente a Los Angeles con musicisti americani. Non per esterofilia o per ragioni tecniche ma per respirare un’aria diversa. L’approccio allo studio di registrazione è, o era, molto diverso in California rispetto all’Italia. Nei paesi anglosassoni il “producer” è una figura molto rispettata e ascoltata e, fatte salve ovviamente le esigenze dell’artista, è raro imbattersi in persone frustrate e situazioni psicologiche di “ego” irrisolto. Oggi, dopo tanti anni di esperienza all’estero, ha trovato la sua giusta dimensione di professionista e i giusti collaboratori per lavorare a Bologna.
Attualmente oltre a preparare il tour di Vasco Rossi dell’estate 2015 lavora al suo album come interprete: una decina di canzoni che registrerà e canterà nei momenti rubati alle vacanze. Il 10 giugno uscirà “It’s a Beautiful life” il suo primo singolo per la Liquido Records.
[Biografia ispirata all’intervista a Guido Elmi di Fausto Pirito, giornalista e libero pensatore]

 

FOTO PROMOZIONALI

guidoGuido Elmi U.S 1 (19)Guido Elmi U.S 1 (9) Guido Elmi U.S 1 (62) Guido Elmi U.S 1 (28)COVER_GuidoElmi

 

 

 

 

 

 

TESTO IT’S A BEAUTIFUL LIFE

Vivi in un loft
Vacanze al top
Look total black
Luxury watch
Paghi solo cash
Ragazze in stand-by
Locali glam
Attento al feedback
Tutto sugar free

Molto self control
Training Indoor
Amicizie on line
Giornate a loop
Step by step
Comunque in chat
Nella limousine
Ascolti Charlie XCX
Tutto sugar free

(primo intervento Rockwell Knuckles) 

Conti off shore
Vestiti slim fit
Ami una call girl
Hai sempre una deadline
I cocktail bar
Gli happy hours
Contemporary art
Solo gruppi cult
Tutto sugar free

Imperial suite
High fashion brand
Hot sexy girls
Bolivian drug
Depressive rock
Full body show
Forever lost

It’s a beautiful life
It’s a beautiful life
It’s a beautiful life

(secondo intervento Rockwell Knuckles)

LINK & CONTATTI UFFICIALI

Facebook: www.facebook.com/guido.elmi
Liquido Records: http://www.liquidorecords.com/
UFFICIO STAMPA Sfera Cubica 
press@sferacubica.it – 339 8145712
www.sferacubica.it