Ike – Construction Site

IKE
“Construction Site”
Data d’uscita: 10 maggio 2019
Etichetta: IRMA Records

Un album multietnico: 16 musicisti migranti provenienti da 7 paesi diversi. Registrato tra Italia, Germania, Finlandia, Serbia e Bulgaria.

(Press page riservata alla stampa – NON DIFFONDERE O PUBBLICARE)

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CONSTRUCTION SITE

Construction Site” è il debut album di IKE, nome d’arte del musicista e compositore Isaac De Martin, in uscita per IRMA Records il 10 maggio 2019. 42 minuti di musica per fare un giro del mondo e accorgerci che Terra è da sempre e per tutti gli esseri viventi un “cantiere” di sperimentazione, di automiglioramento, di spinta verso qualcosa di misterioso. Dall’uomo ai microbi, le piante, i dinosauri, tutti hanno sperimentato geneticamente se stessi e continuano a farlo. A livelli di sofisticazione differenti assecondando l’evoluzione.

Construction Site è in inglese cantiere, in tedesco Baustelle. Construction Site è il pianeta terra, un enorme cantiere in cui lavorano tutte forme di vita (dai batteri, agli esseri umani) nell’interminabile compito di migliorarsi. Per farlo IKE ha trascorso un anno e mezzo a girare l’Europa andando a caccia di musicisti che nella sensibilità condividessero questo concept. Ci sono – in ordine di apparizione – Niklas Ahlsved (batteria, Finlandia), Karla Stereochemistry (voce, Serbia), Mauro Brunato (basso elettrico, Italia), Fabio Calzavara (sassofoni, Italia), Nicola Barbon (contrabbasso, Italia), Riccardo Carli (basso elettrico, Italia), Giacomo Li Volsi (arpa, Italia), Hannu Lamminmäki (trombone, Finlandia), Julian Bidner (trombone, Germania), Iva Mabbasta (voce, Nigeria), Alaa Arsheed (violino, Siria), Abagar Quartet (voci, Bulgaria), Krastio Dimov (Kaval, Bulgaria) Alice Vivian (voce, Italia), Tommaso Troncon (sassofoni, Italia).

Un album nato durante i mille impegni tra concerti e tournee in Europa di IKE: i mix sono stati effettuati nelle camere d’albergo, nelle sale d’aspetto degli aeroporti, in volo o in lunghi viaggi in treno, mentre le registrazioni sono state effettuate negli appartamenti, nei sottoscala, in auto e  negli studi di registrazione tra Italia, Finlandia, Germania, Serbia e Bulgaria.

La grafica dell’album è opera della milanese Silvia Toja e della polacca Klaudia Kost.

Construction Site è un tributo al pianeta e alla vita in essa, a tutta la vita, al di sopra di bene e male. 

TRACKLIST

1. Flughafen Love feat. Karla Stereochemistry
2. Auburn June
3. Plastikspoon feat. Karla Stereochemistry
4. Das Birke
5. A Ballad To Ms. Forest feat. Mabbasta Voodoo
6. Balchik Garten
7. Seeds’n Flower
8. Mother Don’t Cry feat. Alice Vivian
9. The Journey Into The Welcome

CREDITS & TRACK BY TRACK

1. FLUGHAFEN LOVE
Musica di Isaac de Martin & Karla Hajman
Isaac de Martin – chitarre, basso elettrico, synth
Karla Hajman – voce
Niklas Ahlsved – batteria
Registrato e mixato tra Berlino e Helsinki

Flughafen Love parla del muoversi nella giungla urbana e quella vera, e come ciascuno degli ambienti tira fuori dei lati diversi dell’essere umano. La città non è necessariamente artificiale, e per una persona cresciuta tra i palazzi di cemento sono gli alberi e il silenzio del bosco ad essere un po’ inquietanti al primo incontro. Ma è proprio questo scontro a svegliare le parti nascoste e primordiali di ogni essere umano dalle quali ci siamo separati, ma che ce le portiamo dentro da sempre.

2. AUBURN JUNE
Musica di Isaac de Martin
Isaac de Martin – chitarre, synth
Mauro Brunato – basso elettrico
Niklas Ahlsved – batteria
Fabio Calzavara – sassofoni

Il brano è strumentale e ispirato a Odissea nello Spazio di Kubrik (1968). La riflessione del brano, con il supporto del sample del computer HAL9000, verte sul rapporto tra essere umano e macchina: stiamo investendo i computer e l’intelligenza artificiale di sempre più responsabilità e decisioni con il rischio che (come si evince dalle parole di HAL9000) le macchine avranno molto presto potere decisionale sulle nostre vite

3. PLASTIKSPOON
Musica di Isaac de Martin & Karla Hajman
Isaac de Martin – chitarre, Fender Rhodes
Karla Hajman – voce
Nicola Barbon – contrabbasso
Niklas Ahlsved – batteria

Come dice il nome, trattasi di un inno alla petrolchimica e alle avventure fiabesche degli atomi di carbonio, raccontate dal punto di vista di un cucchiaio di plastica: dalle foglie delle felci preistoriche, attraverso il petrolio fino, appunto, alla plastica. Il cucchiaio, da un lato, ringrazia l’essere umano per la curiosità, grazie alla quale ha rivisto la luce del sole; dall’altro lato, però, ci ricorda che lui vivrà molto più a lungo di noi, nonostante il fatto che tutti e due siamo fatti di carbonio.

4. DAS BIRKE
Musica di Isaac de Martin
Isaac de Martin – Fender Rhodes, synth
Giacomo Li Volsi – arpa celtica
Riccardo Carli – basso elettrico
Niklas Ahlsved – batteria
Hannu Lamminmäki – trombone
Julian Bidner – trombone
Fabio Calzavara – sax tenore

Das Birke è un brano strumentale, costruito a livelli si arrampica verso i rami più alti dell’albero a cui è dedicato ossia la betulla (Birke in tedesco). Sono rimasto affascinato dalle foreste che circondano Helsinki mentre mi trovavo li proprio per registrare buona parte del brano (Niklas Ahlsved è un talentuoso batterista de Rovaniemi, capitale della Lapponia). Il lamento del sax alla fine è uno struggente richiamo alla natura e l’utilizzo dell’arpa celtica e dei tromboni sono quella parte nostra che appartiene all’essere umano prima che divorziasse dalla natura con la seconda rivoluzione industriale.

5. A BALLAD TO MS. FOREST
Musica di Isaac de Martin & Iva Marcon
Isaac de Martin – arrangiamenti
Iva Marcon – voce
Nicola Barbon – contrabbasso
Niklas Ahlsved – batteria e percussioni

Una ninna nanna che coccola sia la natura che l’uomo, nel tentativo di riappacificarlo con essa. La natura ci vuole liberi, e favorisce il bello, elevandoci a volare come volatili. Qualora perdiamo di vista i ritmi e leggi della natura, allora ci risulta anche più difficile trovare l’equilibrio che ci permette di vivere bene e felici.

6. BALCHIK GARTEN
Musica di Isaac de Martin
Isaac de Martin – synth, arrangementi
Riccardo Carli – contrabbasso
Abagar Quartet – voci
Krastio Dimov – kaval

Durante un viaggio lungo la rotta balcanica sono rimasto incantato dal coro di voci bulgare e dal Kaval, strumento a fiato simile al flauto traverso, tipico della tradizione bulgara. Balchik Garten è un giardino di suoni e fiori che si trova sul mar nero.  In un’Europa alla ricerca della sua identità nel nome di una comunità unita e coesa la Bulgaria è una delle regioni che meglio custodiscono il passato e le tradizioni folkloristiche essenziali a cui è bene guardare. Perché da forti radici può ergersi un albero solido e longevo e queste radici sono proprio quelle da cui ci stiamo allontanando. E ancora una volta queste radici rappresentano un forte sodalizio tra cittadini e natura.

7. SEEDS ‘N FLOWERS
Musica di Isaac de Martin
Isaac de Martin – kalimba
Alaa Arsheed – violini
Giacomo Li Volsi – arpa celtica
Riccardo Carli – contrabbasso
Niklas Ahlsved – batteria

In questo brano strumentale l’album ha già raccolto parecchie riflessioni  e il dialogo tra il violino siriano e l’arpa celtica schiudono un sereno confronto, la dualità Uomo-Natura trova un meritato equilibrio e quindi una speranza per un futuro di cooperazione. Il titolo ricorda che dai semi per piantati nascono splendidi fiori.

8. MOTHER DON’T CRY
Musica Isaac de Martin & Alice Vivian
Isaac de Martin – chitarre
Alice Vivian – voce
Riccardo Carli – basso elettrico
Niklas Ahlsved – batteria
Fabio Calzavara – sax tenore
Tommaso Troncon – sax tenore

In questa canzone L’Uomo dice alla natura di non piangere perché lui, sedotto dalle luci delle metropoli, sa che poi tornerà da dove è venuto. Where you belong is where you best survive. Il luogo a cui appartieni è il luogo dove meglio vivi.

9. THE JOURNEY INTO THE WELCOME
Musica di Isaac de Martin
Isaac de Martin – synth, basso elettrico, drum machine
Alice Vivian – voci

L’album chiude con un welcome to planet earth: un luogo dove la vita è un indovinello a cui da millenni si cerca risposta senza trovarne alcuna e allora è meglio ballare questa danza e abbandonarsi ai suoni che come la vita si sprigionano nell’aria.

BIO

Isaac de Martin Nasce ad Abano Terme (PD) il 23 Giugno 1986 da padre italiano e madre britannica. Diplomato in Musica Jazz nei Conservatori di Castelfranco Veneto e Vicenza. Ha studiato per 10 anni chitarra classica a Venezia con il M. Angelo Amato specializzandosi nella chitarra decacorde. Nel 2005 fonda assieme all’amico Enrico Scriminich e al pianista jazz Franz Falanga (1933-2018) la Adovabadan Jazz Band che valorizza il jazz degli albori esibendosi in tutta Europa e comparendo in importanti cartelloni di festival e rassegne del settore. Lavora regolarmente con il collettivo Sound Illustrators di Helsinki forgiando suoni per il teatro, la danza e sonorizzando ambienti tra Helsinki, Berlino e l’Italia. Dal 2012 al 2015 ha lavorato come consulente e collaboratore esterno nel dipartimento di musica a Fabrica (gruppo Benetton). Nel 2013 è stato selezionato come compositore in residenza presso i MOS Studio di Mosca dove ha composto e orchestrato per l’Orchestra di Stato Russa diretta da Sergei Skipka. Compone regolarmente musica per il cinema e il teatro lavorando tra i molti assieme a Beppe Casales, Mirko Artuso, Davide Sibaldi, Valerio Cataldi, Francesco Pannofino, Marco Paolini, Simone Cristicchi e molti altri. Tiene masterclass sulla musica da film e la musica applicata in diverse facoltà e conservatori in Italia (Conservatorio di Castelfranco V.to, Conservatorio di Milano, Accademia di Belle arti di Brera). Nel 2017 ha ideato, prodotto e realizzato assieme al violinista Alaa Arsheed il progetto SEEDS_I play with Mozart, un tour che ha portato musica e arte nei principali campi di rifugiati lungo la rotta balcanica. Esperienza che ha permesso di entrare in contatto con colori e suoni di quelle terre e che si riflettono nel disco Construction Site. Vive dal 2013 tra Berlino e Bassano del Grappa. Nella capitale tedesca collabora con molti artisti di tutto il mondo.

FOTO by Klaudia Kost / Bibo Cecchini

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