Iosonouncane – La macarena su Roma

trovarobato TRB024 data di uscita: 22 ottobre 2010

Il Disco

Iosonouncane è uno strano animale (musicalmente) antropomorfo nel quale convivono dialetticamente canzone d’autore e tensioni elettroniche.
Un’autorialità estroversa, lontana dall’intimismo, che parte dai limiti e dalle debolezze dell’autore al solo scopo di proiettarle all’esterno per guardare la società. La Macarena su Roma è infatti un disco sull’Italia di oggi, dove una prospettiva obliqua su fatti di cronaca (clandestini, rifiuti in Campania, morti sul lavoro, un incidente stradale) genera la scintilla necessaria per poter alimentare un discorso più ampio sulla società italiana.
Già dal primo brano “Summer on a spiaggia affollata“, dove l’occhio dei bagnanti, socchiuso per il sole, guarda attraverso i fori del cappello di paglia (la prospettiva obliqua) i corpi spiaggiati dei clandestini affogati: disinteresse, difesa dei propri interessi, razzismo, violenza.
Una canzone che, anche quando deflagrata, è memore e consapevole di GaberDallaCiampiBattisti. Un autore che, sposando pienamente la posizione di De Andrè, si considera “un artigiano” che raffina il proprio manufatto e migliora la propria bottega.
E poi c’è l’elettronica, sfondo e collante delle canzoni: fra le stratificazioni e i riverberi di un Panda Bear (Grandi Magazzini Pianura) e le sovrapposizioni alchemiche di un Flying Lotus ne “Il ciccione“, corpo/vescica sonora che avvizzisce e si rigonfia.
La forma dei brani di Iosonouncane è tortuosa: le linee vocali, memori di certo beat italiano; la grana vocale e la teatralità elaborano David Thomas Pere Ubu. In tutto il disco, un’unica canzone ha un vero e proprio ritornello: nonostante ciò i brani di Iosonouncane conservano, a dispetto della spietatezza di certi contenuti, una grande freschezza e cantabilità.
Suddiviso idealmente in due parti da “Rifacciamoci la bocca coi cibi buoni di gusto“, un breve strumentale catodico ossessivo, l’album presenta poco prima della chiusura la title track “La Macarena su Roma“, un tour de force di nove minuti che pesca a piene mani dall’immaginario televisivo nazionale (come del resto gran parte del disco) e diventa un vero e proprio sabba col corpo sacrificale di Gaber portato in trionfo.
La Macarena su Roma è il ritratto fedele di un one-man-show: l’Io(sonouncane) ciondolante ritmicamente sopra le proprie macchine (campionatori, loopstation, drum machine, tastierine giocattolo), con la voce macchiata dagli effetti e rari accordi di chitarra. Questi sono i concerti di Iosonouncane e questo il mood che si è voluto ritrarre su disco: un suono spesso sporco, sabbioso, denso e aggressivo, ma reso col massimo dell’alta fedeltà; i possenti beat che sostengono le canzoni derivati dall’iterazione e sovrapposizione di drum machine e campionamenti (irriconoscibili, fra le maglie del discorso, le voci di Piero CiampiBattisti e Lucio Dalla); la voce quasi sempre sovrapposta, stereofonica, strumento tra gli strumenti, per rendere al meglio le tortuose linee vocali (la melodia de “Il corpo del reato” copre quasi tre ottave e mezzo).
La Macarena su Roma è una cavalcata in solitaria fino al penultimo brano. Nell’ultima canzone “Giugno” si aggiungono, sempre pesantemente elaborate, frasi batteristiche freeform realizzate da Simone Cavina (Yuppie FluJunkfood) e accordi ambientali chitarristici a cura di Giuseppe Carta: è la chiusura del disco, ma anche di questa storia, e presagisce futuri eterogenei sviluppi.

 

Biografia

Iosonouncane è Jacopo Incani, sardo, nato nel 1983, residente a Bologna da 8 anni.
Ha fatto parte degli Adharma dal 2000 al 2008, pubblicando nel 2005, per Jestrai, l’EP “Risvegli”: la band si è sciolta nel 2008, lasciando inedito l’album “Mano ai pulsanti”, violento concept sul medium televisivo.
Il progetto Iosonouncane è nato nel gennaio 2008 quando, disoccupato da appena un mese, grazie all’assegno dell’Inps compra un campionatore e una loopmachine, senza sapere bene cosa fossero.
A fine maggio 2008 trova lavoro in un callcenter: nello stesso periodo nasce il nome del progetto e tutti i frammenti registrati e gli appunti presi nel frattempo iniziano a prender forma di canzoni. Nel dicembre 2008 rende disponibile tutto questo, tramite myspace, sotto forma di “Primo Pacchetto Tematico Gratuito“.
A fine gennaio 2009 realizza il primo concerto.
Dopo due anni di callcenter pieni di “buongiorno, sono Jacopo, in che cosa posso esserle utile?” e decine di concerti/comizio raggiunti in treno (non ha la patente), il 31 giugno 2010 si licenzia. Cinque giorni dopo entra in studio e registra il proprio album d’esordio.
Ma Jacopo Incani “Iosonouncane” è già proiettato altrove: La Macarena su Roma è l’album che riassume i primi due anni di vita del progetto e che si chiude programmaticamente col proprio licenziamento dal call-center, in una drammatica/eroica sovrapposizione di vita e opera. Ma Incani sta già pensando ai prossimi progetti: un disco esoterico sulla propria terra-madre, la Sardegna, e l’enigmatico secondo album titolato “Case”, dove ogni brano entrerà tra le mura domestiche di un edificio secondo prospettive sempre differenti.

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