Mangiacassette – Disco Interno

Trovarobato – TRB 027 distribuzione Audioglobe in uscita a novembre 2011

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Il Disco

Mangiacassette: la tassonomia del punk.
Questo disco è una sedimentazione: esiste un momento in cui la convergenza delle cose, delle relazioni, fa sì che possa scaturire la possibilità di mettere un punto e riuscire a tenere insieme i frammenti di un discorso facendoli convergere nella forma di un disco. Che è essenzialmente una raccolta di canzoni che vengono da momenti diversi, che hanno storie piuttosto diverse, che nel corso del tempo hanno preso delle strade sempre differenti, ma nonostante questo fanno cerchio attorno ad uno stesso problema.
E il problema è: capita di rimpiangere l’ozio.
La sedimentazione di questi pezzi proviene da quindici anni di esperimenti via via sempre più necessari e meno gratuiti. Dice Mangicassette:

Se osservo ragazzi che hanno ora 17 anni li vedo spesso avvolti in un ozio meraviglioso e mi viene da piangere al pensiero che con buona probabilità, nell’arco di pochissimi anni, diventeranno anche loro dei mostruosi soldatini della normalità. Chi avvertisse di essere attraversato da una diversità, anche tutta sbagliata, sarebbe giusto che avesse la possibilità di coltivarla, invece che rimediare una normalità posticcia, raggiunta per imitazione di altri, di fratelli maggiori, di genitori, di cugini. Segue la disperazione.
Il contesto di questo disco quindi è estremamente familiare. Questi pezzi provengono da diversi momenti e sono la collazione di differenti inneschi: all’ascolto sembra infatti una compilation e questo è comprensibile. Il tentativo però è stato anche quello di dare a questa “compilation” un suono per quanto possibile unitario. La limitazione (il “dogma” imposto) è stato quello di realizzare tutto in una sala prove condivisa da altri gruppi, immergendosi nei ritagli di spazio libero del calendario e dandosi il vincolo piuttosto stretto di utilizzare un sistema di registrazione casalingo un po’ obsoleto che però costringe a far fuoco su alcuni elementi tralasciando tanto superfluo: ovvero,

 

un registratore multitraccia su cassetta.
 

 

Mangiacassette, il nome in sé, ha radici non tanto nella questione del supporto antiquato o di un oggetto vintage, quanto con la grana e con il deperimento del nastro, con l’obbligo di accedervi in modo sequenziale, con la scomodità di un congegno che, tuttavia, auspichiamo possa incidere, leggere, scrivere, portare con sé informazioni più a lungo (pur meno a fuoco) di qualsiasi dispositivo digitale. La perdita di definizione può essere o può non essere un problema, ma occorre cominciare a convivere con questo dilemma.
La questione è sempre quella: inadeguatezza in forma di canzoni. Un altro dettaglio riguarda il metodo: si può dire che il criterio con cui Mangiacassette ha scritto e registrato queste canzoni ha a che fare con il dormiveglia. Addirittura alcune delle tracce sono state registrate quasi addormentandosi, a notte fonda o la mattina presto, rincoglionendosi col fruscio in loop di un vecchio ventilatore.
Gran parte di questo disco è la rielaborazione di un periodo abbastanza preciso, e cioè quello immediatamente precedente all’adolescenza, nel momento in cui ci si rende conto di quanto i giochi siano già fatti: i traumi che devono avvenire avvengono, le scoperte anche. Quello che viene dopo è poco più che il raffinamento di questi traumi e di queste scoperte. Questo avviene consciamente o meno, proprio in una specie di dormiveglia.
Questo è abbastanza evidente agli occhi di chi ha trent’anni e si trova a vivere, anche con pieghe abbastanza inusuali, l’assoluta normalità del non sapere dove sbattere la testa.

 

Mangicassette: una biografia flow chart

Chi
Mangiacassette, al secolo Lorenzo Maffucci, 30 anni tra un po’, guru della scena musicale pistoiese, animatore culturale con Collettivo Nevrosi/Festival Arca Puccini/Rivista “Gli Asini”, bassista dei Baby Blue.

Dove
Pistoia, provincia, campagna, stanza di sgombero, cameretta, stanza appositamente attrezzata, sala prove, appunti, liceo, università, motorino rotto.

Come
Multitraccia a otto piste, due microfoni, strumentazione canonica con variazioni, fotografie.

Quando
Tra il lusco e il brusco, per diversi anni, più e meno sporadicamente, making things since 1998.

Perché
Disco inferno, interno, materno, paterno, fraterno, rovello, depistaggio.

Ufficio Stampa

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Chiara Caporicci – tel: 339 8145712 chiara.caporicci@sferacubica.it
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