MileSound Bass – Everything’s Normal

MileSound Bass
“Everything’s Normal”
Data d’uscita: 1 ottobre 2021
Etichetta: LuciDreams Records

(Presspage riservata alla stampa – DA NON PUBBLICARE)

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Everything’s Normal” è un concept album dedicato al mondo dei sogni, tematica che il producer Gianluca Suanno aka MileSound Bass studia da oltre 15 anni. Il focus è sulla vita all’interno del mondo onirico e sulle esperienze che può vivere l’onironauta, ovvero il viaggiatore notturno. Un viaggio dunque all’interno del mondo dei sogni, ma anche un viaggio all’interno del mondo dell’IDM nei suoi territori in apparenza più lontani e contrastanti, ma che MileSound Bass gestisce con sapienza.

In questo album ho raccolto le mie esperienze personali di vita all’interno del mondo onirico. Durante un sogno il viaggiatore non sa di dormire. Solo al risveglio può comprendere che quella realtà notturna era un sogno. E se la vita intera fosse un enorme sogno? Cosa succederà quando ci sveglieremo dopo la nostra vita?

TRACKLIST

01. Are We Still Dreaming?
02. Lost In A Lucid Dream
03. Sleep Paralysis
04. Paranoid Dream(er)
05. False Awakenings
06. Everything’s Normal
07. After The Night

CREDITS

Tutte le tracce sono scritte, programmate, registrate e mixate da MileSound Bass.
Violino in “Are We Still Dreaming?” e “Sleep Paralysis” di Noemi N.O.E. Mazzoni.
Pianoforte in “Lost In A Lucid Dream” di Teral.
Chords, synth e vocoder in “Everything’s Normal” di Daniele Duns4 e LeandroKj.
Master di Shari DeLorian.
Coverart di Chiara DemiSan.
Video di “Are We Still Dreaming?” Di H3ml0ck.

TRACK BY TRACK a cura di MileSound Bass

1.Are We Still Dreaming?
(“Are We Still Dreaming?”) È facile riconoscere di aver sognato dopo aver sognato. Gli ambienti sono poco nitidi, i personaggi strambi, le leggi fisiche sono azzardate. Mi è capitato invece il contrario, essere sveglio ma ad occhi chiusi, sapere di essere da qualche parte sopra questo mondo, ma non sapere dove. Sapevo che avrei potuto risolvere la questione semplicemente aprendo gli occhi, ma quando succede preferisco sforzarmi di ricordare. Il brano comincia ponendosi una domanda. Stiamo ancora sognando? Siamo svegli o stiamo dormendo? Dove siamo? (“Are We Still Dreaming?”). Probabilmente se mi chiedo se sto sognando vuol dire che sto sognando. Posso provare a fare un test di realtà. Guardo l’orologio e vedo se l’orario rimane fisso. Non ho l’orologio. Schiaccio l’interruttore e controllo se la luce si accende. Magari la lampadina si è fulminata. Scivolo di nuovo nel flusso (“Are We Still Dreaming?”). Si avvicendano cose particolari, la domanda ritorna (“Are We Still Dreaming?”). Devo provare a fare ancora un ultimo test di realtà. Leggo il giornale. Cambia il titolo. Posso entrare nel livello successivo. Sogno lucido.

2.Lost In A Lucid Dream
Sognare sapendo di stare sognando. Durante un sogno lucido l’esploratore ha preso coscienza dello stare sognando e può attivamente modificare il corso degli eventi onirici a proprio piacimento. Se inizialmente è solo una presa di coscienza, con l’allenamento e l’esperienza le possibilità che possono aprirsi sono infinite. Ho passato più di 15 anni nel cercare di mantenere questo stato senza perdere lucidità (“It’s All About Me, Lost In A Lucid Dream”). Come nei sogni classici, anche qui il flusso tende a sbandare ma il gioco è riportare la narrazione sul binario che si vuole scegliere e sperimentare senza costrizioni laddove i limiti sono la creatività. Il brano si sviluppa aprendo queste porte per esplorarle senza limiti di stili e generi perdendosi in essi (“It’s All About Me, Lost In A Lucid Dream”). Mi capita talvolta di entrare molto affondo. A quel punto comincio a chiedermi quanto sono arrivato lontano, se sia il momento tornare in superficie, se potrò svegliarmi o se mi sono veramente perso nel sogno lucido (“It’s All About Me, Lost In A Lucid Dream”). Lo scenario cambia, la musica cambia, i ritmi di fanno più complessi. Il solo aver pensato di non poter tornare indietro fa salire l’ansia. Adesso diventa una lotta per svegliarsi e non sarò tranquillo finché non ci riuscirò.

3.Sleep Paralysis
Sto dormendo e sto esplorando. Un’intensa attività notturna del cervello si contrappone alla paralisi dei muscoli volontari. Altrimenti si sarebbe sonnambuli. Non posso muovermi, gli occhi si spalancano, ma saranno gli unici a muoversi (“Eyes Wide Open”). Il brano racconta l’ansia che aumenta man mano che il tempo passa e gli oggetti onirici si cominciano a sovrapporre al luogo che vediamo mentre siamo paralizzati. Comincio ad avere allucinazioni, vedo luci strane, strane voci dietro di me, gli oggetti del mondo da svegli cominciano a sciogliersi. L’inquietudine comincia a farla da padrone. Una figura inquietante e minacciosa mi fissa, voglio scappare ma non posso muovermi. Paralisi notturna (“Sleep Paralysis”). Il ritmo cresce insieme all’ansia e tutto quello che posso fare è lottare contro l’immobilità. Devo riuscire a muovermi e sbloccarmi. Sforzo estremo. Mi smuovo. Finalmente riesco a svegliarmi (“Wake Up Now!”). Ciò che è successo, è stato psichedelico e angosciante. Adesso posso tornare a stare immobile nel letto senza avere il terrore di vedere sciogliersi le pareti. Brutto errore. Rimanere immobili porta a scivolare nuovamente e lentamente nella paralisi. Senza accorgermene spalanco gli occhi (“Eyes Wide Open”). Sono nuovamente dentro ma consapevole che poco prima sono sopravvissuto. Provo a godermi l’ansia prima di affondare nella paranoia.

4.Paranoid Dream(er)
(“Stress, Depression, Insommnia, Confusion, Paranoia, Stress, Panic Attack, Paranoia”) Il periodo di vita che segue un periodo carico di stress e paranoico è caratterizzato da glitch improvvisi e cambiamenti repentini. Basta poco per tornare in paranoia (“Stress, Depression, Insommnia, Confusion, Paranoia, Stress, Panic Attack, Paranoia”). La mente si fa veloce e frenetica. Sincopata. Provo a calmarmi ma puntualmente torno paranoico. Prima o poi mi sveglierò (“Stress, Depression, Insommnia, Confusion, Paranoia, Stress, Panic Attack, Paranoia”).

5.False Awakenings
(“Alarm Clock, Now Stand Up, Take Your Pills, Let’s Start Work, Alarm Clock, Now Stand Up, Take Your Pills, False Awakenings”) Finalmente suona la sveglia. Mi alzo dal letto e mi preparo ad affrontare la giornata. Sono stanco, stranito. È stata una notte difficile ma è finita. Non visualizzo bene il mondo che mi circonda e in lontananza sento qualcosa che è difficile da definire. Troppi dubbi, tante domande, poche risposte. Procedo come ho sempre proceduto. Storto. Il suono in lontananza si fa sempre più definito. È la sveglia. Come è possibile? Non ho tempo di rispondere. Mi alzo dal letto, vado a lavoro. Realizzo. Sono falsi risvegli.
(“Alarm Clock, Now Stand Up, Take Your Pills, Let’s Start Work, Alarm Clock, Now Stand Up, Take Your Pills, False Awakenings”).
Il falso risveglio è un mancato test di realtà su sogno lucido. Potevo entrare in un sogno lucido e invece sto andando a lavoro per poi sentire quella sveglia, precedentemente posticipata, farsi sempre più forte. Mi risveglio ancora senza energie. (“Alarm Clock, Now Stand Up, Take Your Pills, Let’s Start Work, Alarm Clock, Now Stand Up, Take Your Pills, False Awakenings”).

6.Everything’s Normal
Se quello che sto vedendo mi sembra troppo normale, cado dentro un sogno (“Everything’s Normal”).
Per poter gestire in maniera ottimale l’esperienza onirica mi è richiesto un controllo delle emozioni che a sua volta si fa difficile da gestire mentre aumentano le esperienze strane dentro il sogno stesso (“Everything’s Normal”).
È richiesto un complesso gioco di equilibri tra diversi stati di coscienza e generi musicali (“Everything’s Normal”)

7.After The Night
Quando ero bambino non ero soddisfatto del salto temporale istantaneo che avveniva tra la notte e la mattina, tra l’andare a letto e il successivo risveglio. Diverse ore passate in un secondo, spesso senza neanche ricordare un frame di un sogno. Tutti sogniamo, ogni notte, ma senza allenamento non lo ricordiamo. Diventa tempo perso. Passiamo un terzo della nostra vita a dormire. Le ore da svegli sono già poche per poter fare tutto quello che dobbiamo fare in una giornata (dedicare il tempo alle persone care, studiare, lavorare, suonare, vivere) e non volevo sprecare anche le ore notturne. Ho cominciato a studiare come fare. Sognando, possibilmente lucido. Ho voluto creare un mondo notturno di opportunità che fosse, per quel terzo della vita, vita vera (“I Was Dreaming Last Night, It Was My Life, I Will Live A New Life, After The Night”).
Prima o poi bisogna svegliarsi. Non serve troppo tempo per passare dal torpore ambientale notturno al breakbeat della giungla diurna. Comincia un nuovo pazzo giorno, a volte più strano delle cose viste di notte (“I Was Dreaming Last Night, It Was My Life, I Will Live A New Life, After The Night, I Was Dreaming Last Night, It Was My Life, I Will Live A New Life, Each Day New Life”)

BIO

Gianluca Suanno in arte MileSound Bass, classe 1988, è attivo sulla scena musicale milanese dal 2009. Poliedricità, creatività ed eclettismo sono le caratteristiche predominanti dell’artista insieme alla passione per la vita extra-terrestre e per l’onironautica. La filosofia alla base del suo lavoro è quella di mischiare sempre generi e stili diversi tra loro, di unire sintetizzatori, drum machine e software per creare una musica “aliena” alle etichette di genere, che parli del mondo onirico e della vita oltre questo pianeta. Nel 2011 Gianluca decide di frequentare la SAE Institute a Milano, dove approfondisce le proprie competenze tecniche necessarie per realizzare il primo disco. Nel 2013 a Genova partecipa e vince il “Make Your Sound 2013”, contest dell’etichetta musicale Forevergreen.fm. Sfortunatamente subito dopo l’evento è vittima di un episodio di furto in cui perde tutti gli strumenti. Negli anni di pausa, che gli servono per recuperare la strumentazione, termina gli studi universitari e inizia a lavorare come insegnante di sostegno nelle scuole primarie, ruolo ricoperto tutt’ora. Qui ha l’opportunità di continuare a sperimentare con la musica insieme ai propri allievi. Nel 2015 torna sulle scene collaborando alla realizzazione dell’EP “Hangology” dell’artista internazionale di Hang drum Marco Selvaggio. Negli anni calca diversi palchi suonando live nei festival e club italiani e svizzeri, come: Taurus Connection Festival (Torino), Electropark Festival (Genova), Human Evolution Festival (Toscana), Kernel Festival (Messina), InDa Sirino Festival (Basilicata), Burning Mountain Festival (Svizzera), Utopia Festival (Svizzera), Macao (Milano), Centro Sociale Leoncavallo (Milano).

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