Andrea Cappi Multibox – Eleven Tokens

ANDREA CAPPI MULTIBOX
“Eleven Tokens”
Data d’uscita: 11 gennaio 2022
Etichetta: Emme Record Label

(Presspage riservata alla stampa – DA NON PUBBLICARE)

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Multibox è il nuovo progetto discografico del musicista e compositore emiliano Andrea Cappi. Un progetto cross-over che mescola elementi di improvvisazione con sonorità e pattern di matrice electro/rock. Il primo lavoro discografico “Eleven Tokens“, è in uscita l’11 gennaio 2022 per Emme Record Label, ed è stato anticipato dalla pubblicazione del singolo “Blaze” e dalla #livesession “25 minutes at Tube Recording Studio”. L’album è stato interamente concepito e realizzato durante la primavera del 2020, in piena quarantena causa Covid-19. L’intento compositivo è la costruzione di “scatole” musicali differenti, per timbro e mood, che si alternano e si sovrappongono tra loro, creando così delle textures e degli ambienti sonori rappresentanti, prima ancora della melodia e dell’armonia, l’essenza stessa delle composizioni.

Nel progetto Multibox Andrea sceglie di coinvolgere musicisti con cui ha già collaborato precedentemente o che partecipano con lui attualmente in altri progetti: Emiliano Vernizzi al sax tenore ed effetti, Riccardo Cocetti alla batteria e Stefano Galassi al basso.

TRACKLIST

1. Blaze
2. Eleven Tokens
3. Human Animal Hybrid
4. Buzzer
5. Things In Between
6. Silver Cage

CREDITS

Pubblicato nel 2022 (Emme Record Label)
Prodotto da Andrea Cappi
Registrato e mixato da Riccardo Vandelli presso il The Groundfloor Studio, Modena
Masterizzato da Mauro Laficara presso il Tube Recording Studio, Fara in Sabina
Design e artwork a cura di muto (Giovanni Benedetti)

Multibox:
Andrea Cappi – Tastiere
Emiliano Vernizzi – Sax tenore e effetti
Stefano Galassi – Basso elettrico
Riccardo Cocetti – Batteria

TRACK BY TRACK a cura di Andrea Cappi

Blaze è un brano in cui è presente una tensione costante: il piano elettrico suona un riff che si protrae a lungo e sul quale si sovrappongono brevi frasi di sassofono che pare essere un lamento rabbioso intenzionato a divampare sempre più, fino a quando tutto viene improvvisamente interrotto da un ostinato di basso, che verrà riproposto successivamente con piccole variazioni. É un brano in cui non esistono veri e propri soli; si alternano diversi strumenti senza che nessuno emerga mai completamente o per lungo tempo rispetto agli altri; suoni, colori e intenzioni cambiano, si interrompono e sovrappongono, nello spirito di questo progetto.

11 tokens comincia con diversi incastri ritmici tra le linee dei vari strumenti. Questo crea una sensazione di instabilità che sembra crescere costantemente fino a sfociare in una seconda parte più distesa e lirica, anch’essa poco intelligibile in termini metrici. Al tema seguono parti solistiche su un drumming even eights che porta il tutto su un piano più intimo e malinconico. Infine viene riproposto nuovamente il tema, nella tipica forma standard jazz. Questo è infatti certamente, per intenzione e struttura, il brano più “jazz” tra quelli presenti nel disco. Un brano ispirato dalla routine quotidiana di studio e lavoro, intesa come necessità e filosofia di vita. É il brano che da il titolo all’album.

Human animal hybrid è un brano dal forte impatto rock. Senza indugiare, tutto comincia con l’esposizione di una frase che in seguito subirà diverse manipolazioni: verrà infatti allungata, trasposta, spostata, complicata, suonata da strumenti diversi… per poi sparire. Da qui il titolo del brano che rimanda a qualcosa di indefinito, mutevole, non catalogabile. Anche qui le tastiere e il basso lavorano su linee e ostinati che si sovrappongono e frammentano. C’è molta libertà in termini di manipolazione sonora e accompagnamento ritmico. Sul finire del brano il tutto si riconsolida sulla melodia iniziale, riproposta in maniera ancora diversa e “alleggerita” dagli accordi del piano elettrico e da un mood generale più rilassato.

Buzzer è un brano d’ispirazione Dub. Le armonie e la melodia sono semplici e dirette e vi sono diversi pieni e vuoti in termini di massa sonora. Il tema sembra raccontare una giornata trascorsa tra noia e pigrizia senza cura del passare del tempo. Il solo di sax comincia proprio con questo mood, su un giro di pochi accordi ripetuto diverse volte, fino a esplodere in una seconda parte dal sapore quasi “epico” dove vi è maggiore presenza di sintetizzatori e in cui anche il piano elettrico interviene.

Things in between è un altra composizione dove la sovrapposizione di riff tra vari strumenti rappresenta l’elemento portante. Inizialmente, piano elettrico, basso e batteria suonano in trio: in successione, ogni strumento sparisce per poi tornare nuovamente. Interviene il canto del sax a sovrastare questo intreccio che prosegue nelle retrovie. Il solo di sax si muove sopra un ostinato di piano e basso dal sapore “rock-blues”; segue poi un solo di batteria che si muove su un vamp di synth e basso che, accorciandosi sempre più, aumenta la pienezza e l’instabilità ritmica. Il tutto si conclude riproponendo i riff e la frase del sax, l’unica vera “cantabile” di questo tema, accompagnati da un drumming variato rispetto all’esposizione iniziale.

Silver Cage presenta una strofa enigmatica che si muove su scale aumentate con un ritmo che si trascina. La seconda parte sembra invece marcare maggiormente il groove mentre i toni sono sempre misteriosi e scuri. All’inizio dei soli c’è questa idea alla base di muoversi su accordi semplici utilizzando scale non convenzionali, creando una specie di impasto atonale. La seconda parte dei soli, che richiama la seconda parte del tema, si apre invece ad armonie più tonali e ambientazioni e timbriche “spaziali”. Il brano è stato ispirato dalla particolare situazione creatasi durante la prima parte della pandemia di Covid-19 dove, almeno personalmente, la contraddittoria condizione di ”prigionia/riparo” casalingo ha fornito spazi di riflessione e carburante creativo.

ANDREA CAPPI BIO

Pianista, tastierista e compositore.

La sua passione per l’improvvisazione nasce frequentando i corsi di Giuseppe La Monica presso l’Accademia di Musica di Modena. Continua la sua formazione musicale presso il Conservatorio A. Boito di Parma dove studia con Alberto Tacchini, Roberto Bonati e Roberto Dani. Conclude il suo percorso in conservatorio presentando un lavoro su Thelonious Monk dal titolo “Thelonious Monk: spazio dissonante” a seguito del quale registrerà un disco intitolato Crossing Monk (2016, autoproduzione). Oltre ai corsi citati, partecipa a numerosi seminari. Particolarmente importanti quelli con John Taylor, Bruno Tommaso, Graham Collier, Marc Ducret e Federico Sanesi.

Nel corso degli anni suona in vari contesti prediligendo il jazz e la musica improvvisata nelle sue varie forme e contaminazioni di genere. Senza prestare molta attenzione alle classificazioni, inserisce nei suoi brani elementi da ‘ambienti musicali’ differenti: elettronica, rock, funk e altro.

Ha partecipato in veste di musicista, compositore e arrangiatore ad alcune importanti rassegne italiane come ParmaFrontiere, Novara Jazz Festival, Modena Jazz Festival.

Nel 2015 fonda il trio FLOWN in veste di compositore principale e musicista. Con questo progetto incide il disco omonimo Flown (2019, SplascH Record).

Dal 2018 fa parte del quartetto NOCTUA con cui pubblica l’album Wrapped in a lush dream (2020, autoproduzione).

A suo nome, inizia nel 2019 la realizzazione di una serie di composizioni con una formazione in costante mutamento sia in termini di numero che di elementi: i primi due brani, realizzati in quartetto e editi come singoli, sono Hidden patches e First day of the year (2020, autoproduzione).

Nel 2020 fonda il quartetto ANDREA CAPPI MULTIBOX con cui ha recentemente inciso l’album Eleven tokens, che uscirà a inizio 2022 per Emme Record Label.

Nel 2021 compone il duo VARV, nato dall’esperienza di uno studio/laboratorio a quattro mani. Permeability e Childhood sono i primi singoli di prossima uscita.

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