Omosumo

Surfin’ Gaza
etichetta: Malintenti Dischi
distribuzione: Edel/Believe
In uscita il 30 settembre 2014

(press page riservata alla stampa / da non diffondere)

Omosumo – “Surfin’ Gaza”

IL DISCO
Dopo la pubblicazione di due Ep nel 2013 (“Ci proveremo a non farci male” e “Remixes“), esce il 30 settembre per Malintenti DischiSurfin’ Gaza“, il debut album di una band che è già un culto: Omosumo, trio siciliano formato da Angelo Sicurella, Roberto Cammarata (Waines) e Antonio Di Martino (Dimartino). Il disco nasce a cavallo tra il 2013 e il 2014 ed è un chiaro riferimento a quello che accadeva fino a poco tempo fa sulle coste della controversa e dolorosa striscia di Gaza, dove palestinesi e israeliani si ritrovavano insieme per surfare su di un mare che appariva incredibilmente lontano da guerre, scontri di territorio e violenza quotidiana. L’ispirazione arriva dal documentario “God Went Surfing with the Devil” del regista Alexander Klein e dall’attività compiuta sul territorio dall'”Explore Corps and Surfing 4 Peace“, un circolo nato dall’unione del Surf 4 Peace del leggendario surfista ebreo americano Dorian “Doc” Paskowitz e dell’organizzazione giovanile Esplora Corps del californiano Matthew Olsen, con lo scopo di unificare israeliani e palestinesi di Gaza sotto il segno del surfing. Tra le tante storie da raccontare, anche quella del The Gaza Surf Club, un club di surfisti nato nel 2008 e bombardato nel luglio 2014, che è riuscito nell’impresa di far abbracciare a giovani palestinesi le tavole da surf al posto delle armi. Ne danno testimonianza le storie di Mahmoud El Reyashi, Yousef Abo Ghanem e Ibrahim Nehad, raccontate nel documentario di Klein trasmesso dalla BBC. Una fonte di speranza sta nel fatto che molte delle tavole usate dal club sono donate da israeliani ed ebrei, con la convinzione che il surf possa trascendere le barriere nazionali e religiose. La spiaggia di Gaza, dalla quale vengono lanciati missili, è un teatro di atroci rappresaglie che per qualche oscura ragione fino a poco tempo fa si innalzava a luogo libero, dove pensare solo alle onde. Un mare dove abbandonarsi e poter nuotare con dei compagni di viaggio occasionali e non più così diversi. Persone con le quali surfare l’indomani e che forse non si sarebbero riviste mai più.

“Surfin’ Gaza è un album sull’abbandono, sul mare che diventa un altrove, luogo in cui rifugiarsi e lasciarsi andare, dolcemente alla deriva, lontano dalla costa e da tutto ciò che vi sta sopra”.

Registrato e mixato presso gli 800a Studios di Palermo dal sound engineer Francesco Vitaliti e masterizzato da Hannes Jaeckl presso la Home Vasoldsberg, “Surfin’ Gaza” è un disco nato fuori dal frastuono metropolitano, dal centro città e dagli aperitivi, e che risponde ad una precisa esigenza: quella di misurarsi con qualcosa di diverso rispetto a quanto fatto fino ad allora. Così, fin dalle prime sessioni, son venuti fuori ritmi africani, divagazioni desertiche, un linguaggio nuovo per la voce e la chitarra, un basso che andava a cercare i suoi giri nella Sicilia più a sud. Sono stati presi e suonati tutti gli strumenti che c’erano a disposizione: organi, synth, diverse drum machine… cercando di tirar fuori da ciascuno di loro la propria anima più calda e autentica e cercando di dare aria alle melodie, sia vocali che strumentali, del basso e delle chitarre. La voce canta a volte come fosse uno strumento, gli strumenti come fossero delle voci. Anche i testi del disco sono passati attraverso questa esigenza di novità, e per la prima volta, accanto l’italiano, sono entrate lingue come l’inglese e l’arabo. “Surfin’ Gaza” è un album ispirato, notturno e nostalgico.

“L’unica volontà che avevamo sulla scrittura era quella di fare un disco che per primi noi avremmo voluto mettere sul piatto, in ascolto, a casa nostra”.

TRACKLIST
1) Yuk
2) Walking On Stars
3) Waves
4) Nowhere
5) Surfin’ Gaza
6) Dovunque Altrove
7) Nancy
8) Ahimana
9) Atlantico

BIOGRAFIA
Gli Omosumo sono un trio formato da Angelo Sicurella, Roberto Cammarata (Waines) e Antonio Di Martino (Dimartino). Dopo la pubblicazione del primo Ep “Ci proveremo a non farci male” (Malintenti Dischi, 2013), successivamente remixato in chiave elettronica da alcuni tra i migliori nomi della scena dancefloor italiana (“Remixes Ep” per Malintenti Bop, 2013 con i remix di Tempelhof, Crimea X, RotaryDisco76 e Marvin & Guy) e dopo un’intensa attività live che li ha portati sui palchi dell‘Ypsigrock e del prestigioso South By Southwest Festival di Austin in Texas nel marzo del 2014, la band vira decisamente direzione stilistica adottando anche la lingua inglese al posto del cantato in italiano, pur mantenendo intatto il sapiente connubio musicale tra impatto indie-rock, echi afro-beat e substrato elettronico. Il debut “Surfin’ Gaza” esce per Malintenti Dischi il 30 settembre 2014, anticipato da due singoli con altrettanti videoclip: “Nowhere” e “Nancy”.

TRACK BY TRACK

Yuk” – L’album si apre con un brano che racconta di una bimba che guarda la sua città devastata dalle bombe, dall’alto di un dirupo. Il suono dei synth registrati come fossero sott’acqua e la fluidità degli accordi suonati dalle chitarre accompagnano il racconto della bimba che vive dentro un albero e che gioca da sola, con le foglie, con animali immaginari. L’espressione in arabo del ritornello è un luogo, quasi comune… giusto a rimarcare l’impossibiltà nell’immaginare un domani. Una frase che gli arabi usano spesso, demandando a Dio, il più grande. Un po’ come facevano i nostri nonni: “domani, se Dio vuole”.

Walking On Stars” e “Waves” – Un tema comune per due brani profondamente diversi. Infatti, sebbene in entrambi dalle stelle che piovono dal cielo si ritorna al tema delle onde che ci nutrono come fosse il ventre di una madre, “Walking On Stars” rimane un brano quasi commovente per i suoi tappeti di organo e le chitarre liquide, mentre “Waves” è una brano freddo e meccanico.

Nowhere” – E’ il brano del disco che tratta dell’abbandono, delle memorie remote, di cose che riaffiorano e che sembrano arrivare ma anche portarti da nessuna parte, in nessunl uogo.

Surfin’ Gaza” – La title-track dal testo molto esplicito: si parla di gente che lascia i fucili sulla sabbia per andare in mare a surfare lasciandosi alle spalle tutti i pensieri, i missili che volano nel cielo sulla città, le voci di gente che forse non ritroveranno più. L’idea inoltre di chiamarlo “surfando Gaza” piuttosto che “surf in Gaza” ci da l’idea di qualcosa di più astratto, più surreale. Anche se molte delle cose che accadono in quella piccola porzione di terra di surreale hanno ben poco se non la realtà stessa, ci appaiono così lontane dal nostro immaginario da sembrarci surreali.

Dovunque Altrove” – Un brano molto minimale dal testo esplicito: racconta di alberi al plutonio, di gente che per salvarsi dalla guerra aspetta le navi per andare su Giove, sotto il caldo di agosto che brucia come ruggine sugli occhi di chi non ha più da vedere nient’altro. E il solo “free” del sax ci fa perdere nell’infinito.

Nancy” – Questa canzone ci porta dentro la testa di una ragazza che vuole andare verso un nuovo amore. Una porta che si apre in tutto questo immaginario.

Ahimana” – Un brano strumentale che ha a che fare con gli ascolti di musica maligna che abbiamo fatto nell’ultimo periodo e che in un modo o nell’altro ci hanno influenzato nella scrittura di questo brano, così come di altri presenti nel disco e di altri che arriveranno.

Atlantico” – E’ la chiusa del disco, e ogni cosa viene a galla come il vero suono degli strumenti, la batteria suonata e distorta, il fuzz pulsante della chitarra e il sax che non si confonde coi synth. E allora ci si abbandona alle acque dell’oceano, senza pensiero alcuno, con la volontà e la consapevolezza di volersi lasciar andare, naufragare, lasciarsi portare dalle onde, seguendo la direzione del mare, quel porto franco di cui si parlava prima. Chiude il cerchio, e il disco.

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COPERTINA E FOTO HIRES

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