Paolo Tocco

Paolo Tocco
“Ho bisogno di aria”
Data d’uscita: 17 novembre 2017
Produzione: IRMA Records
Distribuzione: Self

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HO BISOGNO DI ARIA

Terzo disco per il cantautore abruzzese Paolo Tocco che torna in scena dopo l’ottimo “Il mio modo di ballare” (Cramps, 2015), selezionato tra le migliori 50 opere in assoluto dal Club Tenco. “Ho bisogno di aria”, in arrivo il 17 novembre per IRMA Records, racchiude già nel titolo i riferimenti e le necessità che lo hanno ispirato: canzoni di rivalsa, di rabbia, canzoni che hanno l’urgenza di liberarsi da tantissima ipocrisia e finzione che oggi impera nella vita quotidiana. Dalle televisioni ai social, dal giorno qualunque alle istituzioni dei palazzi di governo. Si delinea un vissuto sempre più di apparenze e di facciate lucidate a dovere per lo spettacolo che serve ad indottrinare il popolo tutto, più che a restituire contenuti e messaggi di valore. Siamo inondati di superficialità e prodotti e ancor peggio siamo circondati dai santi professori del tutto. “Ho bisogno di aria” è dunque un grido di evasione e di sfacciata pretesa di voler tornare a certi valori e certi significati. Non è un messaggio questo che punta al passato ma probabilmente ad un nuovo futuro che ci attende… o almeno si spera.

Dal punto di vista musicale “Ho bisogno di aria” è un bisogno di tornare alle radici. Ed ecco quindi i suoni rapiti al momento, le improvvisazioni strumentali dei musicisti, dettagli poco precisi… un plug & play di tantissimo istinto e di pochissimo ragionamento. Un lavoro quasi interamente registrato dal vivo che invita all’ascolto intimo e riflessivo, quello spirituale e non estetico, quello di chi dalla vita cerca la semplicità dell’incontro più che lo sfarzo della competizione di scena.

“Ho bisogno di aria” è anche un romanzo in uscita per Lupi Editore in contemporanea con il disco. Una diapositiva cruda e a tratti volgare di quella vita quotidiana di provincia, un poco ai margini e un poco comune a molti che ostentano invece moralità e benessere, quella vita fatta e vissuta dentro le righe di quei retroscena segreti e assai piccanti di un protagonista che – per omaggio al grande Bukowski da cui Paolo Tocco attinge a piene mani – si chiamerà Henry. Un linguaggio quindi poco strutturato, una scrittura diretta e – manco a dirlo – pronta a celebrare l’istinto come unico vero collante su tutti i fronti.

TRACKLIST

1. Ho bisogno di aria
2. Bella Italia
3. Pizzburg feat. Patrizia Cirulli
4. Arrivando alla riva
5. Traditional Love Song
6. Tom Waiz
7. La città della camomilla
8. Mary
9. Non vi riconosco
10. Bolle di sapone
11.Madre terra

CREDITS

Musiche e testi di Paolo Tocco
Prodotto da Paolo Tocco & Amedeo Micantoni

Registrato da Giacomo Pasquali presso il TouchClay Studio – Popoli (PE)
“Bella Italia” è stata registrata da Marco Di Vitantonio in una session live di Home Recording
I brani 1 – 7 – 8 – 9 – 10 sono registrati in studio multitraccia
I brani 3 – 4 – 5 – 6 – 11 sono registrati live in studio

Musicisti:
Paolo Tocco – voce – chitarra acustica – pianoforte in “Bella Italia”
Amedeo Micantoni – chitarre elettriche
Danilo Florio – violino
Giacomo Pasquali – basso
Marco Contento – batteria
Luca Belisario – batteria in “Bella Italia”
Walter Caratelli – percussioni
Piero Delle Monache – sax
Enzo Di Michele – tromba in “Mary”
Marco Indino – tromba in “La Città della Camomilla”
Angelo Violante – pianoforte e sint
Patrizia Cirulli – voce femminile in “Pizzburg”
Giada Scioli – backing voice in “Non vi riconosco”

il coro di “Madre Terra” è a cura di:
Francesco Costantini
Ovelio Di Gregorio
Adriano Tarullo
Giada Scioli
Giacomo Pasquali

Foto:
Stefano Rossoni
(il bambino in copertina è Lorenzo Rossoni)

Artwork e grafica:
Francesco Colafella
Antonio Antinucci (Graphic Layout)

TRACK BY TRACK  a cura di Paolo Tocco

HO BISOGNO DI ARIA: un brano recuperato quasi per caso dalle scritture di un anno è finito poi ad essere il vero protagonista di tutto. Una canzone che da una perfetta immagine di tutto il leitmotiv di questo disco che punta alla rivalsa personale e non alla rivoluzione sociale. Non si ha niente da insegnare anzi si ha il bisogno di tornare a poter imparare. L’immagine del fango, delle pietre, dei sorrisi inutili e delle facce dei professori…degli imbecilli in coro. A tutto questo si dice basta. C’è bisogno di aria nuova, di evasione…di tornare a non aver sempre un’opinione su tutto. C’è abbondanza di professori e di vip. Basta. C’è bisogno di aria.

BELLA ITALIA: il primo brano scritto sul pianoforte. Suonato interamente live in una sessione di Home Recording, “Bella Italia” vuole dare uno sguardo a cosa resta sotto le macerie. In questo periodo storico in cui l’Abruzzo e un po’ tutta l’Italia è scossa da eventi drammatici, si romanza un poco e con molto pudore su cosa si può trovare sotto le “macerie”. Non passa mai la luce, non arriva mai la verità sotto le macerie, non ci sono mai i grandi del mondo…ci avete fatto caso che sotto le macerie ci sono sempre e solo i Santi, quelli che Faber chiamerebbe le Anime Contadine? C’è il popolo. C’è la vera Italia sotto le macerie. Ci siamo tutti quanti noi sotto le macerie, c’è anche chi ha la fortuna di guardarle dalla televisione…le macerie.

PIZZBURG: l’ispirazione diretta proviene da “Pittsburgh”, un bellissimo disco di Williams Fitzsimmons. Nella sintassi di questo nome c’è l’ironia che vuole un poco italianizzare la pronuncia di una delle città più brutte e industriali d’America, città natale di Andy Warhol tra gli altri. Un brano scritto di getto che racconta di un uomo senza fissa dimora che gira per la città. Il suo racconto di vita che arriva puntuale a chiunque volesse fermarsi a parlare con lui piuttosto che evitarlo come si fa con i problemi. Il suo continuo ignorare chi o che cosa per non sentirsi perduto, per non morire dentro, per non tornare indietro. La vera libertà porta con se il peso di grandissime solitudini. Buio nelle vene, case di cartone e Angeli di Dio.

ARRIVANDO ALLA RIVA: primo estratto di questo disco che si arricchisce di un videoclip pubblicato lo scorso mese di Giugno. Il dramma e la tragedia degli sbarchi, la morte in riva al mare, l’arrivo su una terra come salvezza. Una riflessione dopo l’ennesimo servizio dei telegiornali e dopo l’ennesimo grande rumore mediatico. Da un paio di scarpe nuove alle facce di ragazzi che a stento avevano di che coprirsi. L’ipocrisia di questo mondo e la sfacciata verità di quanto siamo fortunati noi…ad esser nati “Da questa parte del mare” (cit. G.Testa).

TRADITIONAL LOVE SONG: una canzone d’amore incastonata in una melodia che attinge a piene mani dalla tradizione folk americana. Un giro di accordi che saprebbe vestire tante altre canzoni e un arrangiamento di Sax davvero prezioso e inventato al momento. Tutto interamente dal vivo. Tra le righe di questa scrittura c’è il vissuto privato, ci sono i sogni e le ambizioni, c’è un amore idealizzato, inseguito e a tratti appena sfiorato. Storia di tutti insomma…come vuole la tradizione…

TOM WAIZ: di nuovo una sintassi ironica per citare un autore a cui questo brano deve molto. L’ispirazione a certe sonorità e quel volerle inseguire senza la pretesa di riuscirci e senza l’ambizione di raggiungerle. Una canzone che letteralmente discende dalla precedente, la filosofia di come l’amore sia una delle poche attitudini che ancora riescono a giustificare quel certo modo di essere folli. Alla vita si richiede la verità dei sentimenti. Interessante il gioco percussivo di lamiere che Walter Caratelli ha letteralmente improvvisato su questo che è un altro dei brani live registrati in studio.

LA CITTÀ DELLA CAMOMILLA: non è un riferimento sfacciato alla cittadina abruzzese ma più una metafora di tutte le città di provincia di questa nostra “Bella Italia”. Sotto mentite spoglie ecco raffigurati i principali attori del governo, di chi in città decide e ha il permesso di dire e di fare. Ed ecco anche chi può sedere al tavolo con i potenti e chi ha influenze sul cosa fare e sul quando. Se poi vogliamo addentrarci nello specifico del nome allora, per chi davvero conosce, sarà un bel gioco nel rintracciare i veri nomi che si celano dietro questi personaggi di fantasia. Facciamo un brindisi a questa rivoluzione…ma sempre per modo di dire…che sia chiaro. Accendiamo la televisione che va bene così.

MARY: un giorno di lavoro qualunque e sulla strada della zona industriale eccoti apparire una prostituta. Mai vedute prostitute in questa zona. E che brutta che era. E che vestito che aveva!!! E non rideva mai…e quasi aveva paura di qualcuno. Mary sembra essere un bel nome, calzante, un poco erotico e un poco da vip, un poco anche nostalgico. Chissà che vita avrebbe da raccontarci una prostituta che aspetta sul ciglio della strada di periferia di una piccola cittadina di provincia…in cui alla fine ci sono solo 4 gatti e qualche cane randagio. Chissà se si chiamava davvero Mary…

NON VI RICONOSCO: il brano più sociale del disco. Dalla sfacciata citazione iniziale al futuro che arriva. Dal passato dei valori e delle cose vissute sulla propria pelle al presente di oggi che è tutto virtuale, digitale. Ma come fanno i marinai su questo mare digitale? Il chiaro riferimento al passato della canzone d’autore gioca con una riflessione tra le righe: dopo circa 40 anni, chissà com’è cambiata la risposta a quella stessa domanda. E poi i bambini che un tempo giocavano con i mostri di legno? E i politici che ieri scendevano in strada ed oggi invece sono belli soltanto in televisione? Insomma io non vi riconosco. E non è il ritorno dei dinosauri come direbbe Piero Dorfles. Quando il cuore trema davanti ad un’emozione non si deve aver paura. Si deve tornare ad essere veri. Così vi riconosco.

BOLLE DI SAPONE: un poco pinkfloydiano e un poco alla Battiato maniera questo sottile e velato retrogusto del brano più pop che – quasi come tradizione oramai – deve apparire nei dischi di Paolo Tocco…almeno è stato così fino ad ora. Uno dei testi più complessi di tutto l’ascolto che si affida alle immagini per raccontare cosa deve significare davvero amarsi oltre le apparenze quotidiane. L’esserci a prescindere anche quando scende la polvere, intesa come il tempo che cancella e modifica le cose e poi mette anche a tacere. Esserci usando tutte le scuse, come i ciechi che alla fine ci sanno vedere, metafora di “Cecità” di Saramago che trova ampio spazio in questo brano: alla fine chi è davvero a non vedere come stanno le cose? Chi davvero non guarda la verità della vita? Amarsi significa esserci…non pretendersi.

MADRE TERRA: qui il riferimento alla nostra Terra è sfacciato e inevitabile. Il disco si chiude con una nenia, una preghiera, un canto corale su una cellula melodica assai ipnotica e reiterata all’infinito. Inevitabile riferirsi all’Abruzzo di quest’ultimo anno. E di nuovo il punto di vista non è dai giornali e dalle televisioni ma da sotto le macerie di una Madre Terra che è il cuore di tutte le cose e un poco ci trascina e ci violenta…non ci rimprovera, ma urla di dolore, si difende per restare in vita. Una citazione testuale che pochi colgono è il riferimento alla speranza, al mondo migliore, alla bellezza. Da sotto le macerie non c’è spazio per le filosofie in vendita di tutti i santi professori eleganti del governo e del potere. Sotto le macerie la luna non si vede e le stelle sono pietre…
Il coro finale raduna i cantautori Francesco Costantini, Ovelio Di Gregorio, Adriano Tarullo, la cantante Giada Scioli e il producer Giacomo Pasquali. Sarebbe stato bello radunare tutti gli artisti abruzzesi…ma per questo c’è ancora tempo.

BIO

Nasce a Guardiagrele (CH) il 7 ottobre del 1979…
Ingegnere Elettronico dopo un tradizionale percorso di studi che lo introducono alla fisica delle onde e quindi al suono.

Studioso di Cartomagia e Prestigiazione per oltre 12 anni che lo portano a pubblicazioni nazionali per la rivista Magia Moderna e all’insegnamento presso la scuola d’arte magica del Club Magico Abruzzese diretto da Ivo Farinaccia.

Nel 2005 si diploma come Sound Engineer presso il corso accreditato della Spray Records e apre il primo studio di produzione a Chieti Scalo. Da qui la nascita di EPPERFETTO WEB RADIO, una radio web ideata da Giulio Berghella che settimanalmente ospita artisti della scena locale e non solo. Le prime produzioni e il primo disco personale come cantautore nel 2008 dal titolo “Anime Sotto il Cappello” pubblicato l’anno seguente dalla OddTimes Record di Roma e segnalato ottimamente nella categorie opere prime del Premio Tenco del 2009.

Il singolo “Lo Sposo e la sua spiga di grano” – esplicita dedica al principe Francesco De Gregori – sarà molto trasmesso in radio: da subito nella top10 della Indie Music Like e in breve anche inserito per un intero mese in playlist on Radio Capital.

Da qui il tour italiano e l’inizio di un percorso discografico che lo ha visto crescere e stringere rapporti con quasi tutte le realtà discografiche italiane. Successivamente con il suo produttore storico e compagno di viaggio Giulio Berghella fonda la Protosound Polyproject, azienda di produzione e promozione discografica aprendo importanti studi di registrazione – www.protosound.net

La Protosound, al fianco di Fabio Gallo de L’Altoparlante fonda le label VOLUME! Records e a AUTOMATIC Records dando vita a numerosi progetti tra i quali ZIBBA con cui vince il Premio Tenco 2012 come miglior disco dell’anno e il Premio della Critica al Festival di Sanremo 2014.

Successivamente stringe rapporti di produzione e di comunicazione con marchi storici come WARNER – UNIVERSAL – EMI – CRAMPS – VENUS – EDEL – CNI – GOODFELLAS – BLITZ – DCOD COMMUNICATION.

Lavora con numerosi artisti nel panorama italiano, emergenti e nomi di punta come I RIOCLAUDIO ROCCHI– CRISTINA DONÀ – AL BANO – AUDIO 2– PAOLO BENVENGNÙ –BLASTEMAAUCAN– KELLY JOYCE – IL GENIO – NOBRAINO – ETTORE GIURADEI THE ROCK’N’ROLL KAMIKAZES e tantissimi altri… 

Nel 2010 Paolo Tocco inventa e realizza con Giulio Berghella e Francesco Ficurilli il format radio RADIO INDIE MUSIC LIKE, appuntamento settimanale della classifica di gradimento dei maggiori singoli della scena indie italiana redatta dal MEI. Il format raggiunge un circuito di oltre 200 radio collezionando oltre 500 passaggi settimanali. La Protosound vince così il PREMIO MEI 2013 per la maggiore diffusione sul circuito radio italiano.

Dal 2013 il format si trasforma e si amplia, cambiando nome e aspetto. Il nuovo progetto radiofonico si intitolerà TUTTI I TOPI VOGLIONO BALLARE ospitando rigorosamente dal vivo oltre 40 artisti della scena nazionale e dando vita ad una compilation live pubblicata su XL di REPUBBLICA.

A Febbraio 2015 esce il secondo disco dal titolo “Il Mio Modo di Ballare” seguito dalla produzione artistica e tecnica di Domenico Pulsinelli. Un ritorno in scena come cantautore dopo oltre dieci anni dediti alla vita musica di decine e decine di artisti. Un modo importante per esprimere al meglio tutta la maturità artistica e i crediti lavorativi raggiunti e guadagnati fino ad ora. Tantissimi i musicisti che collaborano alla realizzazioni e degne di nota anche le grafiche disegnate a mano dall’artista Francesco Colafella. Il disco viene selezionato tra le migliori 50 opere in assoluto dal CLUB Tenco assieme ad artisti del calibro di Francesco De Gregori, Carmen Consoli, Paolo Conte e tanti altri.

Nel 2016 in occasione della ristampa del disco, Paolo Tocco pubblica il suo primo libro di racconti: “Il mio modo di ballare” diviene dunque un libro che riporta lo stesso titolo e la stessa grafica di copertina e nuove tavole interne sempre ad opera di Francesco Colafella. Sono 11 racconti pubblicati da Tabula Fati Editore, sono 11 storie che svilupperanno tra fantasia e realtà la vera genesi di ogni canzone del disco.

Paolo Tocco è anche redattore e blogger. Sotto la guida di Fernando Fratarcangeli segue le recensioni e le interviste sul mensile RAROPIU’, segue una rubrica sul bimestrale EXITWELL e poi ancora scrive di musica su Xl di Repubblica. Ad oggi segue direttamente la gestione di numerose rubriche su decine di siti on line della scena indie italiana.

A Marzo 2017 completa i lavori del suo terzo disco che si intitolerà “Ho bisogno di aria” la cui pubblicazione è prevista per il 17 Novembre per IRMA Records.
Si ripete la formula disco e libro assieme: “Ho bisogno di aria” è anche un romanzo edito da Lupieditore.

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