Rashomon
“SANTO SANTO SANTO”
Data di uscita: 9 novembre 2016
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SANTO SANTO SANTO
“Santo Santo Santo” (di seguito SSS) è il nuovo album prodotto interamente dai Rashomon e che arriva a distanza di cinque anni dal precedente acclamato debut “Andrà tutto bene” del 2011. Di fatto SSS rappresenta una svolta e un nuovo capitolo nella carriera dei Rashomon: costruito nell’arco di diversi anni e con alcuni cambi di line-up che hanno influenzato l’evolversi del sound della band emiliana. I Rashomon iniziano a lavorare alla scaletta di SSS alla fine del 2012, la band, al tempo composta da Kheyre Yusuf Abukar (voce), Simone Galassi (chitarra) e Matteo Fiorini (batteria), sperimenta un approccio caratterizzato da strutture più rigide e da un minor protagonismo della chitarra rispetto al lavoro precedente. Nel 2012 Filippo Messori entra nella band come bassista (il basso, sino ad allora, era strumento di fatto assente nella band) ed è in questo periodo che nascono pezzi come “Amerika” e “Auto nera”. Nel 2013 i Rashomon realizzano con successo una campagna di crowdfunding e raccolgono i fondi necessari per la realizzazione di SSS. Tra la fine del 2013 e l’inizio del 2014 i Rashomon cambiano chitarrista: Joe Cantele entra nella band e dopo una fase di ricerca che passa attraverso rap e pop i Rashomon riarrangiano alcuni vecchi pezzi (“Non ci avranno mai” e “Nuvole basse”) e ne scrivono di nuovi come “Monkey Joe” che rappresenta la sintesi dell’ultima fase compositiva dei Rashomon: struttura breve e compatta, elementi rap e pop su di uno sfondo ancora profondamente rock. Nel 2015 la band seleziona 6 brani (“Amerika“, “Auto nera“, “Schiuma spray“, “Mucho Mojo“, “Stella spenta” e “Santo“) dalle registrazioni di inizio 2013 e ne registrano altri 4 tratti dalla nuova scaletta (“Monkey Joe“, “Nuvole basse“, “Non ci avranno mai” e la cover dei Prodigy “Breathe“) per comporre così la tracklist definitiva di SSS.
Il Concept dei Supereroi
La poetica di Santo Santo Santo (SSS) e il concept dell’artwork di Zamoc (artista italiano attivo a Los Angeles), sono fortemente affini al tema del supereroe sconfitto, marcio, impotente, outsider, tossicomane, spesso più cattivo che buono ed incredibilmente umano nelle sue fragilità e perversioni (basti pensare ai personaggi di Watchmen, I guardiani della galassia, Deadpool, Lo chiamavano Jeeg Robot..). Il brano “Amerika” ad esempio applica questo concetto, allargandolo ad una nazione intera: gli Stati Uniti; “Non ci Avranno Mai” invece esalta il lato profondamente eroico di una sconfitta tutta umana e senza superpoteri; “Monkey Joe” è il ritratto di un eroe animalesco della chitarra. Il concept fa da linea guida anche ad una serie di videoclip che raccontano le avventure di quattro improbabili supereroi in lotta fra di loro: Ledface, Il Generale 18 Stelle, Il Cannibale e Doctor USA.
TRACKLIST
1. Schiuma spray
2. Amerika
3. Monkey Joe
4. Auto nera
5. Santo
6. Breathe
7. Non ci avranno mai
8. Stella spenta
9. Nuvole basse
10. Mucho Mojo
CREDITS
Kheyre Yusuf (voce, tastiere, synth);
Simone Galassi (chitarre elettriche su 1. 2. 4. 5. 8. 10.);
Giovanni Cantele (chitarre elettriche su 3. 6. 7. 9.);
Filippo Messori (basso elettrico);
Matteo Fiorini (batteria).
Mixing and mastering: Dario Casillo.
Artwork: Zamoc.
Graphics and layout: Giovanni Cantele.
TRACK BY TRACK
Schiuma spray
Schiuma spray funge da prologo. Un racconto di adolescenza, forse quasi infanzia, con toni e poetica amaramente scanzonati. Come un grottesco`sliding doors’ tra lo strutto e le ragazzate dei carnevali emiliani, si tracciano i destini di un presente che verrà esplorato nel resto del disco, così diverso da quella vita caratterizzata da un matrimonio con Giulia, una carriera da giocatore di basket professionista ed un cane di nome Pigna.
Amerika
Primo singolo dell’album. Presenta una componente importante della poetica del disco: l’epos marca USA di un super-eroismo fantastico viene riletto in chiave grottesca e oscura. L’ingresso del synth che precede il solo di chitarra è ispirato a “Heal” di The Child of Lov.
Monkey Joe
Brano dedica al nuovo chitarrista Giovanni (Joe) Cantele. Cantele nasce in Zimbabwe da genitori Italiani. Parla uno strano italiano con forti inflessioni inglesi e sul palco si muove davvero come un gorilla. La struttura del brano, con la ripetitività del ritornello e le cadenze hip-hop nell’unica strofa rappresenta al meglio il punto d’arrivo del percorso compositivo riflesso nel disco.
Auto nera
Ancora i toni oscuri e grotteschi ad accompagnare un tratto meno didascalico di Amerika. Poca narrazione e molti simboli.
Santo
Adattamento dalla poesia Howl (Urlo, nella traduzione italiana) di Allen Ginsberg. A metà degli anni 2000, quando Kheyre Yusuf guidava “I Musicanti di Brema” (progetto musicale / band orientata al contesto busker/musica di strada), parte integrante della formazione era Marco Gardini (oggi antropologo africanista), il cui ruolo consisteva nel leggere poesie al pubblico durante la performance musicale. I Musicanti di Brema avevano poi inserito in scaletta la lettura di Urlo (eseguita da Gardini) musicata in stile Waitsiano. Santo rappresenta prima di tutto un omaggio e un richiamo a quell’esperienza. All’interno della poetica del disco, il brano Santo svolge il ruolo di nobilitare tutto il resto. Un monito a celebrare l’umanità presente anche all’interno di contesti oscuri, grotteschi, diroccati, squallidi e sconfitti.
Breathe
Cover dei The Prodigy. Scelta come rappresentativa di una struttura compositiva verso cui si muove il progetto Rashomon. Fa parte della serie di cover-studio che i Rashomon utilizzano in saletta per costruire e sperimentare elementi musicali a cui sono particolarmente legati. Breathe è servita per investigare una certa ripetitività nella struttura, associata alla violenza dell’esecuzione.
Non ci avranno mai
Gli ultimi secondi della vittima di un’esecuzione capitale. L’epica eroica dello sconfitto.
Stella spenta
Violenza sulle macerie di una relazione. Vengono infamati i resti di un amore che non si è stati capaci di proteggere o di costruire fino in fondo.
Nuvole basse
Poca narrazione e molti simboli. Toni crudi ed oscuri.
Mucho Mojo
Il mojo è l’incantesimo, la magia nella poetica blues. Il blues è un chiaro rimando al primo disco in cui il genere era protagonista. Il testo procede con tratto espressionista richiamando vicende vicine all’autore dove l’uomo appare ora squallidamente violento e colpevole (assassinio Aldrovandi), ora sconfitto e impotente (terremoto della Bassa in Emilia Romagna).
BIO
I Rashomon sono una band capitanata dal cantautore modenese Kheyre Yusuf Abukar Issak (già in tour con Cisco dei Modena City Ramblers e autore in proprio con il nome di Walamaghe). Il progetto Rashomon viene alla luce nel novembre 2010 e, almeno inizialmente, si va a collocare tra quel tipo di sonorità che preferisce fare a meno del basso: Kheyre alla voce e piano, Simone Galassi alla chitarra e Matteo Fiorini alla batteria. Una band che da vita a un sound rozzo e nervoso in grado di pescare al contempo da diversi generi come il funky, il grunge la musica psichedelica ma anche quella di carattere più cantautorale. Nel 2011 esce il primo album “Andrà tutto bene” che riceve ottimi consensi di pubblico e critica. Nel 2013 la band completa con successo una campagna di crowdfunding sulla piattaforma Musicraiser e ottiene i fondi necessari per realizzare il secondo disco. Nel frattempo Filippo Messori al basso e Joe Cantele alla chitarra entrano a far parte del gruppo. Il sound della band cambia in maniera decisa ed elementi più pop e rap entrano a far parte del backgorund dei Rashomon. Nasce così “Santo Santo Santo” il nuovo lavoro discografico completamente autoprodotto, in uscita il 9 novembre 2016.
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