Riccardo Morandini – Il Leone Verde

Riccardo Morandini
“Il Leone Verde”
Data d’uscita: 15 aprile 2022
Label: L’Amor Mio Non Muore

(Presspage riservata alla stampa – DA NON PUBBLICARE)

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Dopo la pubblicazione dell’EP “Eden” nel febbraio del 2021, il cantautore e musicista Riccardo Morandini fa il suo debutto con l’album “Il Leone verde“, coprodotto artisticamente da Franco Naddei (Naddei, Francobeat) presso lo studio totalmente analogico L’Amor Mio Non Muore di Forlì.

Il Leone Verde rappresentato nell’atto di divorare il sole, è il simbolo alchemico del vetriolo: un solvente in grado di fondere anche il metallo più tenace (l’oro simboleggiato dal sole). Nell’interpretazione psicanalitica dei processi alchemici, ciò può voler dire ammorbidire gli aspetti più duri dell’Ego. E’ questo infatti il filo conduttore che attraversa il disco.

“Immagine”, la prima traccia, funge da preludio, presentando il vivere per l’immagine di sé, per le identificazioni, nello specchio di Narciso. Gli altri brani invece suggeriscono degli stratagemmi per evadere da questa prigione egoistica. E quindi la solidarietà e il rivolgersi al prossimo (“Unione”), l’ebbrezza (“Menade”), l’amore (“Farfalle e candele”), la spiritualità (“Candida rosa”) l’arte (“Sole dei sensi”), la natura (“Luce sulla collina”) sono i balsami che ci aiutano a rendere più tollerabile il peso dell’Io.

L’ispirazione musicale è molto varia e riflette il personale percorso musicale di Morandini, musicista eclettico e trasversale che negli anni ha collaborato con Sammy Osman, Mr Zombie Orchestra, Collettivo Ginsberg, Kimia Ghorbani, Tower Jazz Composer Orchestra, Alessandro Ristori, Superpop. Nell’album incontriamo quindi: ritmi samba, ipnotici bordoni psichedelici, chitarre col fuzz schiettamente rock, contrappunti classicheggianti, armonie jazz e poliritmie afro-cubane.

TRACKLIST

01. Immagine
02. Unione
03. Menade
04. Farfalle e candele
05. Candida rosa
0
6. Sole dei sensi
07. Luce sulla collina

CREDITS

Parole e musica – Riccardo Morandini

Riccardo Morandini: voce, chitarra
Alberto Bazzoli: tastiere
Lorenzo Maltoni: tastiere
Roberto Villa: basso (Unione, Luce sulla collina)
Leonardo Ricci: batteria (Immagine, Unione, Luce sulla collina)
Eugenioprimo Saragoni: batteria (Menade, Farfalle e candele, Candida Rosa, Sole dei sensi)

Registrato e mixato presso L’amor mio non muore – sala d’incisione, Forlì, da Franco Naddei
Produzione artistica di Riccardo Morandini e Franco Naddei
Masterizzato presso La Maestà studios, Forlì, da Giovanni Versari

Grafica e concept di Luca Morandini e Riccardo Morandini

“Il Leone verde” TOUR
28/10/21 – Apollo – Milano – in apertura a Gianluca de Rubertis
18/02/2022 – Circolo Kessel – Cavriago – selezioni Musicisthebest
08/06/2022 – Circolo Dev – Bologna – in apertura a Kuunatic
29/06/2022 – R.O.C. Farmacia – Forlì
25/09/2022 – Cantine Accordini – Faedis – per la rassegna Seeding organizzata del
circolo Arci Cas’upa di Udine
26/10/2022 – Glue alternative concept – Firenze – selezioni Rockcontest
11/12/2022 – Palazzo Fava – Bologna – live per Paleotto music club
28/02/2023 – Teatro “Lauro Rossi” – Macerata – selezioni Musicultura
12/05/2023 – Casa della cultura “Italo Calvino” – Calderara di Reno – selezioni
Arezzo Wave

TRACK BY TRACK a cura di Riccardo Morandini

1. IMMAGINE All’assenza di idee, di narrazioni forti, corrisponde lo straripare del mare delle immagini. La bellezza viene perseguita ossessivamente e il brutto, l’ordinario, non sono ammessi. Prevale il vivere per l’immagine di sé, fino a non riconoscere più il vero Sè. A tutto ciò si oppone un metaforico invito alla cecità, come nel martirio di Santa Lucia che rinuncia alla vista per tornare a vedere con gli occhi dell’anima e potersi illuminare della luce del divino.

Il brano si poggia su un’oscura linea di basso discendente in Si bemolle minore, sostenuta da una batteria groovy e minimale, tra sospensioni pianistiche e sprazzi solistici a base di fuzz.

2. UNIONE Un’umana catena che ci sollevi dal dolore dell’esistenza individuale. La solidarietà come la ginestra leopardiana, indomito fiore che cresce sulle riarse pendici del vulcano. Distogliamo lo sguardo dall’arida terra dell’Io e rivolgiamolo al cielo dell’Altro. Interiorità ed esteriorità, soggetto e oggetto, sono intimamente connessi e si nutrono a vicenda, sinapsi interne a una totalità divina ed eterna, e le individualità, le identificazioni, le divisioni, sono solo lievi increspature sull’immobile oceano dell’Essere.

La strofa si adagia su un tappeto di chitarre liquide, flauti e archi sintetici. Nel ritornello irrompono i bassi del Farfisa synthorchestra, e il pianoforte disegna un motivo ascendente che attraversa tutti gli accordi. L’apertura in 3/4 della seconda strofa ci conduce all’ultimo ritornello che fiorisce ulteriormente tra cori, controcanti d’organo welson e una cascata di arpeggiatori.

3. MENADE Il vino, le droghe, il sesso, tutto ciò che rientra nel dominio dell’Ebbrezza, che ci fa uscire da noi, che mescola le individualità nell’unità del Tutto, nel suo cuore pulsionale ed animale, nel suo nucleo eterno. La follia, il Matto in cui non c’è più numero, lo zero, il bambino. La dualità tramonta, vita e morte, gioia e dolore, soggetto e oggetto sono Uno. Beato oblìo di sé stessi.

Melodie dal sapore mediorientale (a ricordare che i culti di Dioniso arrivarono in Grecia dall’Oriente), si librano su un magmatico intreccio poliritmico in 12/8, tra sciami di percussioni e sintetizzatori.

4. FARFALLE E CANDELE D’inverno, nel tepore di un interno, trovare riparo dal freddo che ci irrigidisce. Perdersi nel calore, come farfalla alla fiamma. Perdersi così nell’amore che cura dal dolore, sciogliere le tensioni in un abbraccio, brevemente avere sollievo dalla lotta dell’esistenza, per poi tornare più leggeri all’arena del vivere. Perdersi nella madre, nelle acque uterine dell’origine. Perdersi nella donna.

Una soffice strofa adagiata sui flauti del mellotron e su fluttuanti appoggi di chitarra, si alterna ad un epico crescendo che sfocia in una gloriosa fanfara strumentale di ottoni Farfisa.

5. CANDIDA ROSA Ci aggrappiamo alle identificazioni e agli attaccamenti per timore dell’inarrestabile flusso del divenire. Anche la spiritualità, la religione stessa, che tanto ci consola dall’impermanenza, altro non sono che desiderio di annullamento e paura di ciò che il divenire porta con sé, del dolore insito in esso. E quindi la tanto agognata unità col divino non è altro che desiderio di morte? Forse solo la poesia può suggerire se l’Assoluto al di là di ogni definizione sia il Tutto o il Nulla, sia il Vuoto o la Pienezza.

Il brano si apre con un arpeggio di banjo che, richiamando un liuto medievale, accompagna la declamazione salmodiante della strofa che esplode in un ritornello mantrico, tra percussioni sferraglianti e ruggenti accordi di organo Hammond.

6. SOLE DEI SENSI Sparire nel fare, nella cura per le cose, come in meditazione, dove si svela il rapporto tra materia e spirito. Liberi dal tempo dell’ansia, dell’agire volto ad un obiettivo, nell’unità di sensi e mente.

Un loop pianistico dal sapore minimalista attraversa vari mondi armonici, nei cui anfratti si inserisce la sinuosa melodia della strofa. In sottofondo archi Logan e una samba frenetica sottovoce. Il ritornello apre allo shoegaze e ad una romantica melodia accompagnata da una batteria a tempo dimezzato.

7. LUCE SULLA COLLINA Nella natura, nel suo ventre materno, trovare sollievo dalla cultura, dal conflitto sociale. Il respiro si calma, seguendo il rallentare del flusso cosciente e viceversa. Ci si avvicina all’hic et nunc e al tempo eterno del mondo naturale, riscoprendo la nostra parte animale, libera dal fardello dell’autocoscienza… tuttavia è facile scordarsi del fatto che siamo tutti interconnessi per tornare a perdersi nella lotta individualistica. Mentre bisognerebbe perdere sè stessi per ritrovare Sè stessi.

Un delicato arpeggio di chitarra accompagna la morbida melodia della strofa, che si arresta nel sognante lago sonoro di sintetizzatori del ritornello. Dopo il breve dramma di un bridge dagli echi tangheri, ci abbandoniamo al viaggio psichedelico della coda.

BIO

Riccardo Morandini è un musicista versatile ed eclettico con alle spalle molteplici esperienze in formazioni e band assolutamente trasversali. Negli anni ha collaborato con Sammy Osman, Mr Zombie Orchestra, Collettivo Ginsberg, Kimia Ghorbani, Tower Jazz Composer Orchestra, Alessandro Ristori. Attualmente è il chitarrista di Superpop. Nel 2021 ha pubblicato un EP cantautorale a suo nome intitolato “Eden”. Il 15 Aprile 2022 uscirà il suo LP d’esordio “Il Leone verde”.

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