Roberta Giallo
“Canzoni da museo”
Data d’uscita: 3 dicembre 2021
Etichetta: G-ROdischi
(Presspage riservata alla stampa – DA NON PUBBLICARE)
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“Canzoni da Museo” è un progetto sui generis, un album di “poesie divenute canzoni”, in cui la cantautrice Roberta Giallo ha scelto di musicare, arrangiare, e dare nuova veste alle liriche di alcuni poeti di fama nazionale ed internazionale per lei fonte di grande ispirazione e “in qualche modo affini”: Giovanni Gastel (Fotografo e poeta, Nipote di Luchino Visconti), Davide Rondoni (Poeta, fondatore del Centro di Poesia Contemporanea), Roberto Roversi (Poeta).
Le liriche inedite di Roberto Roversi sono state donate alla cantautrice da Antonio Bagnoli (nipote del poeta) ed editore Pendragon.
Con “Canzoni da Museo” la cantautrice desidera porre le basi per un nuovo genere musicale che abbia a cuore la poesia, la canzone e i luoghi deputati alla custodia e alla salvaguardia del bello e della cultura, inoltre si pone l’obiettivo di raggiungere un pubblico assai variegato, rivolgendosi sia ad una platea colta, sia ad un’audience giovane mettendo in risalto il valore alto della poesia, coniugato con suoni ed arrangiamenti contemporanei e minimali, cosicché il linguaggio multimediale, tra audio, video e letteratura faccia incontrare pubblici distanti tra loro, superando gap tanto generazionali quanto culturali, utilizzando il linguaggio della musica che si fa, al contempo, immagine e poesia, poiché “poesia e musica sono di tutti”.
“Canzoni Da Museo nasce dal mio desiderio di musicare le poesie di Giovanni Gastel per primo, e poi Davide Rondoni e Roberto Roversi. Desideravo “stare” su altro da me e in parte perché ho ritrovato in esse i grandi interrogativi e temi imperituri dell’umanità, come la nascita, la morte, l’amore, il senso di non appartenenza, di abbandono, la bellezza, la caducità delle cose di questo mondo.
È stato come viaggiare attraverso gli occhi degli altri, ritrovando nel loro viaggio recondite parti di me. In questo tempo pandemico e inedito, sentivo la necessità di legare alla mia musica la profondità della poesia che attraverso le liriche di Gastel, Rondoni, Roversi mi è stata di grande ispirazione e conforto.
“Canzoni da museo” è una sorta di scrigno magico, in cui la musica e la poesia sono alchemicamente ricongiunte. Proprio come poteva accadere nei tempi antichi, in cui esse non erano separate, ho pensato di farle tornare a “vibrare insieme”, sperando di poter sortire quell’effetto catartico e taumaturgico e di espiazione proprio della tragedia greca. Avevo bisogno di elaborare canzoni nuove, “diverse”, di restituire al linguaggio musicale l’occasione di esplorare nuove vie, di muoversi entro strutture non standard, differenti da quelle della canzone tout court. Ho potuto quindi sondare le domande eterne della nostra specie, regalarle una cornice, facendomi voce singola e al tempo stesso corale“.
TRACKLIST
1- Fossi Stato Allevato Dalle Scimmie – Testo: Giovanni Gastel / Musica: Roberta Giallombardo
2 – Acqua Acqua Acqua di Sicilia – Testo: Roberto Roversi / Musica: Roberta Giallombardo
3- Il Canto Della Lavatrice – Testo: Roberto Roversi / Musica: Roberta Giallombardo
4 – E’ Questo Andare Che Non E’ Andare – Testo: Davide Rondoni / Musica: Roberta Giallombardo
5 – Ti Ho Creato Padre – Testo: Giovanni Gastel / Musica: Roberta Giallombardo
6 – Amo Il fiore della tua malinconia – Testo: Davide Rondoni / Musica: Roberta Giallombardo
7 – Il cielo contro cui Bologna – Testo: Davide Rondoni / Musica: Roberta Giallombardo
8 – Parole – Testo: Roberto Roversi / Musica: Roberta Giallombardo
9 – Approdato In Quest’Epoca Come Un Naufrago – Testo: Giovanni Gastel / Musica: Roberta Giallombardo
CREDITS
Produzione: Enrico Dolcetto
Arrangiamenti: Enrico Dolcetto/Roberta Giallombardo
Roberta Giallo: Voce, Cori, Pianoforte
Enrico Dolcetto: Contrabbasso, Pianoforte, Percussioni, Chitarra Classica, Synth, programmazione
Mauro Malavasi: Tromba (track 4/7/8)
Anton Berovski: Violino (track 4/5/9)
Pietro Posani: Chitarre elettriche (track 7)
Viviana Severini: Cori Addizionali (track 1/8)
Recording: Enrico Dolcetto/Luca Leprotti
Mix and mastering: Luca Leprotti @Modulab Studio
REALIZZATO CON IL CONTRIBUTO DEL COMUNE DI BOLOGNA CITTA’ DELLA MUSICA UNESCO e FONDAZIONE DEL MONTE DI BOLOGNA E RAVENNA
TRACK BY TRACK a cura di Roberta Giallo
1. Fossi stato allevato dalle scimmie
Le ferite del cuore che ci portiamo dentro, noi umani civilizzati educati al sentimento, forse non ci avrebbero tanto afflitto, se fossimo stati allevati dalle scimmie. Forse, alla fine dei nostri giorni, proprio queste ferite riveleranno il senso profondo della vita a noi animali sociali, ormai divenuti “social”.
“Fossi stato allevato dalle scimmie non avrei condiviso questa vita con le ferite del cuore”: con questi versi iconici di Giovanni Gastel comincia il viaggio dentro al mio album “Canzoni Da Museo”, in un posto esotico del cuore e dell’immaginazione poetica, con pianoforte, contrabbasso, legno, cori umani e di scimmie.
2. Acqua acqua acqua di Sicilia
Il nostro tempo ci pone delle “sfide epiche”, quella ambientale è una delle più urgenti e imprescindibili. Con questa canzone rievoco il valore cosmico dell’Acqua, bene inestimabile e di tutti: non andrebbe venduta, non andrebbe “recintata”, similmente a come canta Lucio in “Come è profondo il mare”. Del resto i versi sono di Roberto Roversi, che scrisse diversi album con Dalla e a lui aveva destinato anche quelli che adesso ho musicato, con grande onore. Pianoforte, synth, moog, cori…il viaggio acquatico apre ad un’atmosfera dolce e delicata, ma scava la roccia!
3. Il canto della lavatrice
Si può pensare alla parola lavatrice almeno in due modi: all’elettrodomestico oppure a “colei che lava”. Io penso ad una specie di figura mitologica che si tratti di panni, che si tratti delle colpe, dei complessi e dei peccati che ci portiamo dentro: lei li laverà, ci purificherà, ci salverà. Questo pezzo nato dagli straordinari versi di Roversi, uniti alla mia musica, è Epos contemporaneo. Musicalmente ho cercato di restituirle quella forza, insieme al produttore Enrico Dolcetto, come sempre partendo dal piano, per poi aggiungere synth, elettronica, timpani dell’al di là, cori a volontà.
4. E’ questo andare che non è andare
Una piccola barca sull’acqua al tramonto va e viene dalla sponda al largo, ricordandoci il movimento dell’esistenza, mai compiuto…questa è l’immagine che visualizzavo mentre musicavo i versi dolci ed evocativi del poeta Davide Rondoni. Ne è venuta fuori una canzone carezzevole, acquatica, marina, crepuscolare e il violino di Anton Berovski, il contrabbasso di Enrico Dolcetto, la tromba di Mauro Malavasi, unendosi al mio pianoforte, hanno fatto la magia.
5. Ti ho creato padre
Una storia struggente e irrisolta ma al tempo stesso affascinante, quella del rapporto doloroso e complesso tra Giovanni Gastel e suo padre, che si fa “tragedia” nel senso più nobile della parola, ovvero lirismo doloroso fino alla catarsi.
Ricordo d’averla musicata di notte, sotto l’influsso di un particolare allineamento della luna (avviene una cosa come questa ogni mille anni). Il piano ha fatto strada, portandomi in un mondo sospeso e ancestrale, sconfinando poi in un moderno requiem che ha richiamato a sé synth minacciosi, il canto sublime del violino di Anton Berovski parallelo al canto, tutto sempre in direzione dell’inconscio, strada percorsa dai pionieri della tragedia greca.
6. Amo il fiore della tua malinconia
Ho preso questa poesia di Davide Rondoni e l’ho resa una specie di preghiera soul-urbana. “Tu sei l’interruzione della mia voce, e di tutta la città”: l’amore ha impellenza, interrompe tutto il resto e, con il solo pianoforte e cori, ho cantato libera le parole e finite le parole, come uno strumento, la voce ha espresso, ispirata, l’inesprimibile. La musica può farlo e che ognuno ci proietti quel che sente, quel che vuole!
7. Il cielo contro cui Bologna
Bologna è la mia città del cuore. Sento di doverle sempre qualcosa dal profondo: un grazie, un riconoscimento, una lode, una lacrima. E i carezzevoli, commoventi e crepuscolari versi del poeta Davide Rondoni, penso subito ai colori del tramonto che la poesia evoca (“e tutto l’oro che sembra splendere per morire…”), mi hanno aperto un varco nell’anima tra nostalgie e visioni, cadute e slancio verso l’assoluto. E così la canzone che è venuta fuori è un viaggio romantico delicatissimo fatto di pianoforte, chitarre elettriche e cori che sono fiocchi di neve leggeri, tromba nostalgica e altro ancora.
8. Parole
Nei versi di questa canzone vibra la forza primordiale del vento, l’incedere delle forze naturali e il carattere dell’uomo rivoluzionario (ancor più oggi), che ha a cuore la Natura, ne ha cura e la protegge. Terminato l’arrangiamento, costruito insieme a Enrico Dolcetto, seguendo il richiamo di forze ancestrali, ho avuto una visione: “Il Quarto Stato” di Pellizza da Volpedo (olio su tela simbolo della rivoluzione). E incredibile è stato sentir dire da mia madre al suo primo ascolto: “mi fa venire in mente Il Quarto Stato!”, allora ho pensato, “l’inconscio collettivo esiste davvero!” (come sosteneva Jung).
I versi evocativi di Roberto Roversi e la musica che mi hanno ispirato generano sorprendenti coincidenze: la poesia e la natura evocano, suggeriscono cose, come la voce del Vento.
9. Approdato in quest’epoca come un naufrago
E’ così che mi sento anche io, naufraga, su questa terra amabile ma allo stesso tempo ostile, incomprensibile.
“Non sono attrezzato per vivere qui, per questo mi rifugio nell’arte”, Giovanni Gastel me lo ha detto tante volte e quando abbiamo deciso di collaborare insieme, sapevamo d’essere entrambi due “alieni” caduti su una terra violenta.
Figli di un’altra galassia continueremo a ricordare la nostra terra d’origine ideale, a cercarla attraverso le opere. Con questa canzone sospesa tra cielo e terra, tra cori celesti, sublime violino e pianoforte acquatico, si chiude il viaggio di “Canzoni da Museo”, che tuttavia apre ad un nuovo viaggio di speranza, di “ritorno verso l’altra galassia”.
Anche se Giovanni ci ha lasciati, continuerò a ricordare e a custodire la sua luminosissima luce, di cui mi ha fatto generosamente dono, anche attraverso le poesie regalatemi, ora divenute canzoni.
“Canzoni da Museo” è essenzialmente questo: un album di poesie divenute canzoni.
BIO
Roberta Giallo è una cantautrice, scrittrice e performer teatrale.
Inizia la sua carriera aprendo il concerto di Sting in piazza del Plebiscito a Napoli in diretta su All Music. Viene notata da Mauro Malavasi che la presenta a Lucio Dalla. Insieme lavorano a uno spettacolo e al disco “L’oscurità di Guillaume” che ottiene un grande successo di pubblico e di critica (decretato migliore disco del 2017 da All Music Italia).
Fa incetta di premi: il Premio dei Premi MEI, il Premio Bindi, il premio “Un Certain Regard” Musicultura, il Premio Inedito – Colline di Torino, il Cornetto Free Music Festival by Algida, la Targa Kora Premio Lauzi etc.
Si esibisce nei più importanti teatri e luoghi della cultura, in Italia e all’Estero, portando in scena numerosi concerti e spettacoli con Federico Rampini, Ernesto Assante, Gino Castaldo, Valentino Corvino, Gnu Quartet e come soprano collabora con alcune delle più importanti Orchestre Italiane: Foi Bruno Bartoletti, Orchestra del Teatro Massimo di Palermo, Orchestra Sinfonica Metropolitana di Bari etc. Si esibisce al MAXXI, alla Repubblica delle Idee (di Roma, Genova, Bologna), al Teatro Comunale di Bologna, al Teatro Vittoria di Roma, al Festival dei Due Mondi di Spoleto, al Parco delle Musica di Roma, al Théâtre des Variétés di Monte Carlo, al Y-Theater di Hong Kong, al Teatro Massimo di Palermo, al Teatro Nuovo Giovanni Da Udine, al Teatro dell’Archivolto di Genova, al Festival Della Filosofia di Carpi, all’Istituto di Cultura Italiano di Los Angeles e Oslo etc.
Nel 2016 presenta il suo singolo Start al Mapei Stadium di Reggio Emilia.
Nel 2018 viene chiamata per rappresentare la Musica italiana nel mondo in occasione del Festival della musica Europea al Make Music Hong Kong svoltosi al Tai Kwun.
Nel 2018 e 2019 parte per un tour mondiale titolato “Astronave Gialla World Tour” che la vede portare in giro per il mondo, in solo piano e voce, le canzoni dell’album “L’oscurità di Guillaume” toccando Hong Kong, Mosca, Kiev, Istanbul, Los Angeles, Ho Chi Min, Singapore, Monte Carlo, Porto, Oslo.
Nel 2019 debutta sul grande schermo nelle vesti di attrice protagonista nel film “Il Conte Magico” di Marco Melluso e Diego Schiavo, per cui riceve la menzione come miglior attrice al Symbolic Art Film Festival di San Pietroburgo.
Lavora alla realizzazione di diverse colonne sonore tra cui il film “Il cuore grande delle ragazze” di Pupi Avati, La ragazza dei miei sogni, etc.
Nel 2021 pubblica con Pendragon il suo primo romanzo dal titolo “Web Love Story”, che ripercorre le vicende che hanno ispirato il disco “L’oscurità di Guillaume”.
Attualmente è in tour con il giornalista e scrittore Federico Rampini nello spettacolo “Morirete Cinesi”, mentre è previsto il debutto a Montecarlo (Théâtre des Variétés – gennaio 2022) dello spettacolo scritto insieme a Ernesto Assante “Il mio incontro con Lucio Dalla”.
Roberta Giallo ha pubblicato come LP “L’oscurità di Guillaume” (2017), “Vicina vicina” (2020); come EP “Di luce propria” (2014); come singoli “Animale” (2015), “Start” (2016), “Amore amor” (2016), “In amore muoio di frontale” (2017).
FOTO di Valerio Mengoli
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