Il Disco
Hippos Epos: storie e leggende di 10 piccoli cavallini elettrici. Bozzetti digitali inediti (le leggende) e trasfigurazioni geniali di capisaldi della storia della musica (le storie), animati da un elettrotecnico percussionista a pile che risponde al nome di Sebastiano de Gennaro.
Questo lavoro è frutto di un suo personale tragitto musicale disseminato di deviazioni, ripensamenti, imprevisti e incidenti di percorso.
Ogni pezzetto di Hippos Epos è il risultato di un fallimento e d’una fantasiosa riparazione al fallimento: gli Electric Poneis e Musica Per Aristofane sono delle personali sintesi della vasta e complessa musica contemporanea che da percussionista “accademico” Sebastiano ama tanto eppure, ancora, non si sente davvero in grado di affrontare.
La nostalgia di elementi ludici provata durante gli studi conservatoriali ha portato Sebastiano a far deragliare la “musica colta” nei territori delle colonne sonore per cartoon, del rumore e del punk: un’altra sorta di riparazione ad un percorso di studi non del tutto riuscito.
L’elettronica è un supporto prezioso perché arriva dove non possono arrivare gli strumenti a percussione: nella Sinfonia Dei Giocattoli, ad esempio, l’elettronica interpreta la parte del mondo dei giochi digitali, in contrapposizione ai giochi meccanici a 9V che compongono il resto.
Nel Concerto Brandeburghese di Bach, invece, tutti gli strumenti e le “cianfrusaglie ritmiche” a disposizione di Sebastiano vanno a sostituire le linee contrappuntistiche originali: col risultato di un concerto suonato da un’orchestra di giochi e percussioni.
Steve Reich invece è una passione dei percussionisti, una specie di autore evergreen. Nel catalogo del celebre minimalista americano, Music For Pieces of Wood è tra le cose più pure e semplici da lui scritte, un brano basato sul concetto di montaggio e smontaggio del ritmo con impercettibile gradualità. Il risultato non è distante dall’ipnosi.
L’ironia è un elemento fondamentale per comprendere l’album, come ci dice lo stesso Sebastiano: “In questo lavoro, a mio giudizio non c’è brano che si debba considerare seriamente. E questo per due ragioni: prendermi sul serio mi genera ansia, di cui soffro a livello patologico, e sempre quando sono serio il mondo mi pare meno interessante. In secondo luogo c’è una mia personale convinzione: dopo anni d’esperienze musicali sono giunto alla conclusione che in fondo la musica non è una cosa seria, e se la prendi troppo per davvero rischi di perderti tutto il suo bello.”
Biografia
Sebastiano de Gennaro nasce nel 1979. Si diploma in percussioni presso il Conservatorio Giuseppe Verdi di Milano ed approfondisce gli studi con i percussionisti olandesi del Royal Concertgebouw presso il conservatorio di Amsterdam. Negli anni ha sviluppato un personale stile come polistrumentista grazie al quale ha lavorato a fianco di alcuni importanti artisti del cantautorato italiano e della scena indipendente quali Pacifico, Le Luci Della Centrale Elettrica, Edda, Der Maurer e con l’Istituto Barlumen. Ha inciso con l’Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai e suonato con il Naqqara Ensemble. Nel 2010, per la Rai, ha partecipato al Prix Italia.
Ha inciso per BMG Ricordi, Sony, Stradivarius, Ponderosa music, Universal, Mescal.
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