Supermarket – “Portobello”

L’Amor Mio Non Muore – Data di uscita: 19 maggio 2016

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SPACCATESTACRIC – IL TEASER DI “PORTOBELLO”

 World music romagnola: il miglior calypso della riviera viene dalla montagna

Calypso, cumbia, mariachi, manouche, tango, free jazz, rock’n’roll e musica solare: Portobello è il primo album vero e proprio dei Supermarket. Scritto sotto Natale e registrato in due giorni d’estate, dal vivo, in presa diretta su nastro, restituisce senza make up digitali il suono e l’attitudine live del gruppo. Tripudio da spiaggia e kitsch abbandonato, tropico immaginario e infinita nostalgia.
Dice Luigi Bertaccini, giornalista musicale romagnolo, nell’introduzione all’album:
Emilio Salgari non era mai uscito da casa sua, ma ha scritto Sandokan e tante altre avventure esotiche; Jules Verne viaggiò in piroscafo una volta, ma sicuramente non andò mai giù a ventimila leghe sotto i mari. A San Piero in Bagno esiste uno spazio chiamato Supermarket, dove il viaggio è posticcio, fatto con fondali di recupero, ma che riesce a trasportare in luoghi mai visitati. Supermarket potrebbe essere jazz, ma non lo è. Supermarket è come un paio di baffi posticci, che ti fa sorridere e allo stesso tempo incuriosire su chi li porta. C’è l’Africa e c’è New Orleans, c’è la balera e c’è il Sud America. I Supermarket suonano jazz posticcio, allora. Ma sanno anche che in una notte di luna calante la musica riporta ai tempi in cui i baci si rubavano sulla spiaggia, quando la luminosità era in chiaroscuro. Sotto i baffi i Supermarket non si prendono sul serio, tranne quando suonano, e sanno trasportarti dentro quei fondali con il piglio di chi vive la fantasia di epoche e luoghi mai visitati. C’è vino, rhum, whisky, molto fumo e ore piccole, molto piccole, umidità, accordi che scivolano antichi su mani nuove che li maneggiano scaltre, pensando probabilmente più alla signorina in prima fila che a Charles Mingus… Oppure no. 

Biografia

La sigla Supermarket nasce attorno al 2010, quando il chitarrista Alfredo Nuti dal Portone (Giacomo Toni, Saluti da Saturno, Extraliscio, Jang Senato, Granturismo, Crista, Niconote) congegna, quasi per gioco, un primo esperimento di nucleo energetico senza repertorio. Attraverso suggestioni semplicissime, attinte da generi come il calypso, il tango, il mariachi e il manouche, ma anche dal free jazz, dalla no wave e dal punk – nello spirito, infine, della musica solare – la prima formazione dei Supermarket fu una specie di side project delirante, caratterizzato dall’intercambiabilità di tutti i musicisti interpellati di volta in volta a seconda della disponibilità di soldi, di voglia e di posti auto: una ressa incontrollata ma “viva”, che con il tempo ha reso possibile, al di là di ogni aspettativa, l’unione in un unico punto della migliore fantasia romagnola, fino alla stabilizzazione di un quartetto Supermarket più o meno fisso (chitarra, contrabbasso, percussioni e ottoni) e di quella che ci piace chiamare World music romagnola. Ovvero: temi e ritmi “immaginari” da tutto il mondo, dall’imprintig “solare”, ispirati a una riviera decadentissima e kitsch, forse anch’essa immaginaria, in quanto frutto della fantasia di gente dell’Appennino, che detesta il mare, e non sa neanche nuotare. Il miglior calypso della riviera viene dalla montagna! Grazie anche al suo cabaret spontaneo Il gruppo si è evoluto nel corso degli anni in una mini orchestra spettacolo a tutti gli effetti, con centinaia di esibizioni l’anno, e migliaia di copie di un demo, vuoto, vendute. Una lista sommaria degli amici che negli anni hanno prestato il loro contributo a questa “cosa” sarebbe enorme e rappresentativa di una scena strumentale cooperante, romagnolissima, e in continua evoluzione, di cui questo nucleo “energetico” è stato un importante centro di smistamento e – perché no? – di “passatempo” (vi si trovano nomi coinvolti poi in Sacri cuori, Opez, Ronin, C’mon tigre, Action man, Giacomo Toni, NicoNote, Duo bucolico, Santo Barbaro solo per renderne la varietà). Portobello è il loro primo album ufficiale.

TRACKLIST (commentata)

Portobello: In questa specie di calypso italo-balcanico da colonna sonora, dove tutto è intasato di virtuosità posticcia, le parti “di bravura” sono una voluta reminescenza del trio, che abbiamo sempre sentito nel nostro folklore. Il cosiddetto “trio”, infatti, è ricorrente nelle parti centrali dei brani liscio strumentali fin dai tempi più remoti. Portobello vuole anche essere un omaggio un po’ kitsch al grande Eddie Lang, e al candore gentile degli antichi pionieri, virtuosi della chitarra swing.
Serenata per R. : Canzone per chitarra nata – probabilmente e contemporaneamente – dalla Moonlight in Vermont di Johnny Smith e dalle linee di basso dei Joy Division, e che abbiamo voluto mettere nella cornice sospesa di una riverberazione super-lunare. Di natura chiaramente strappa-mutande, questa ballata è dedicata ad un amico, diabolico pianobarista jazz dei bei tempi che furono, sprofondato anche lui nella nostra provincia infinita.
Maciste: Brano punk-rock messicano/romagnolo. Forse un ricordo dei Latin playboys, anche se il tre quarti mariachi della parte centrale se la gioca certamente con i valzer di Gatteo mare. I temi chitarristici barocchi, tra Salieri e il calypso, sono estratti da deliranti speculazioni numeriche e sono incomprensibili anche a chi li ha scritti. Un basso alla Tool fa da ulteriore cornice a questo minestrone gagliardo.
Reverendo: Cumbione dedicato a un pappagallo, rilancia la pratica dimenticata del “limbo” sulla spiaggia guardando dritto verso la New Orleans di Eddie Bo e Allen Toussaint. La caratteristica principale del brano però – quella per cui abbiamo scelto di suonarlo senza alcun dubbio – è la sua totale mancanza di ispirazione; una specie di zero al totocalcio, difficile da raggiungere anche in tempi come i nostri.
Acquaria: Una ambizione forse tradita di rag time contemporaneo, con una chitarra di sessant’anni fa, rotta, nastro di registrazione scaduto, rumore di fondo che supera il suono, e finale sbagliato. Acquaria è la serenata per un parco acquatico abbandonato tra i campi e le case di Pinarella (vicino a Cervia), che fa da sfondo alla copertina di Portobello, e che in un certo senso lo ispira.
Spacca testa cric: Omaggio agli Slavi, brava gente. è il tipico hard bop posticcio dei Supermarket. Questa innocente presa per il culo di A love supreme contiene un po’ del “nostro” Monk, un po’ di noir italiano, il nostro nume tutelare Ornette Coleman e – perché no? – anche i Sonic Youth. Spacca testa cric è anche uno dei pochi brani cantati della nostra produzione e fra tutti è sicuramente quello con il testo più lungo.
Azazel: Non poteva mancare il contributo dei Supermarket alla fortunosa vulgata del satanismo. Questo tango è ricavato infatti da una cabala ternaria (A1A2A3B1B2B3, messi in circolo) che può certamente evocare Il Demonio, Belzebù, la Bestia eccetera. Essendo che secondo alcune fonti bibliche un misterioso soggetto di nome Azazel sarebbe stato punito per avere insegnato alle donne l’arte della cosmesi, proprio a questo simpaticone – che ci immaginiamo nel fondo degli inferi vestito da drag queen – è dedicata la nostra habanera notturna degli spiriti sexy.
Tristi tropici (infinita nostalgia): A conclusione di un disco pieno di decadenze, troviamo questo brano, che è una petroliera abbandonata in mezzo al mare. Un enorme Cha cha cha lasciato solo, a fare i saluti dal lontano, nostro, tropico immaginario.

FOTO HIRES

cover portobello low copia

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UFFICIO STAMPA Sfera Cubica  Michele Orvieti – michele.orvieti@sferacubica.it – www.sferacubica.it