Suvari – Prove per un incendio

Suvari
“Prove per un incendio”
Data d’uscita: 23 marzo 2018
Produzione: To lose la track/Audioglobe

(presspage riservata alla stampa – DA NON PUBBLICARE)

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PROVE PER UN INCENDIO

Suvari è il progetto solista di Luca De Santis, ex cantante dei LAGS e può essere considerato come l’evoluzione di una precedente one-man-band di Luca, Tv Glue, con la quale ha dato alla luce un demo casalingo 2013.
Il nome non ha un vero e proprio significato, ma aveva l’obiettivo di trovare una parola semplice, che si potesse scrivere come si pronuncia, e che ricordasse un nome proprio di persona.
Il progetto Suvari nasce da un’esigenza sia fisica che espressiva. A causa di una forma rara di neuropatia motoria che lo ha colpito nel maggio 2015, Luca è stato costretto a tornare a casa dei genitori nella provincia toscana, lasciandosi alle spalle il lavoro e la vita costruita negli ultimi anni a Londra. L’esperienza l’ha costretto ad una lunga degenza ospedaliera, seguita da un lungo periodo di riabilitazione casalinga in uno stato di semi paralisi.
La musica in questo periodo è stata il principale passatempo e la migliore forma espressiva per potersi raccontare, riscoprire e rimettersi in gioco. Data l’impossibilità di suonare qualunque strumento, l’unico supporto per raggiungere l’obiettivo è stato il computer.
Il sound ottenuto è stato poi rispettato nella realizzazione finale del disco, infatti i suoni sono caratterizzati da una batteria elettronica di forte presenza all’interno di atmosfere legate ai sintetizzatori. Gli unici strumenti reali sono il basso, di grande impatto e centralità e alcune chitarre che si sovrappongono e a tratti si mischiano ad altre finte.
La produzione del disco è stata fatta da Luca assieme a Marta Venturini (produttrice di “mainstream” di Calcutta) presso Studio Nero di Roma.

INFLUENZE MUSICALI

La principale influenza e caratteristica viene dalla musica punk, essendone Luca da sempre legato. Ed è proprio da qui che si ricava il principio base di tutto: “non importa come, ma suonalo!”.
La parte sonora ha preso le principali influenze da vecchi gruppi inglesi come New Order, Pulp, Joy Division e Cure, mischiandosi a progetti musicali di oltremanica ben più recenti come Jamie T, Tom Vek, Baxter Dury.

I testi sono tutti in italiano e nascono dalle esperienze personali, riflessioni sulla distanza, la provincia, i rapporti umani, fino a mischiarsi con influenze prese dalla letteratura (Dave Eggers, Don De Lillo, Shalom Auslander, Michele Mari, Dino Buzzati, Stefano Benni), graphic novel e fumetti (Gipi, Alan Moore).

TRACKLIST

1. Punto Omega
2. Per lasciarsi trasportare
3. Cosmonauta
4. Per quel che vale (feat. Antonio Lags)
5. Horro Vacui
6. Formiche
7. Da Qui
8. Riprendiamoci il caos
9. Madeleine

CREDITS

Registrato a Bibbona (Livorno) presso studio casalingo e a Roma allo Studio Nero
Prodotto da Luca De Santis e Marta Venturini a Studio Nero di Roma
Mastering a cura di Filippo Cimatti
Musica e testi di Luca De Santis
”Per quel che vale” scritta con la collaborazione di Antonio Canestri
Testi di “Punto Omega” e “Riprendiamoci il caos” scritti con la collaborazione di Paolo Arzilli
Basso suonato da Giovanni Pallotti
Chitarre suonate da Marta Venturini
Hanno collaborato Davide Crescenzi e Nicola Graziani
Concept & Art Direction di Francesca Pignataro e Ambra Crociani
Design di Francesca Pignataro
Fotografia di Carlo Piro
Modella Giulia Nardi

TRACK BY TRACK a cura di Suvari

Punto Omega
Il Punto Omega descrivere il massimo livello di complessità e di coscienza verso il quale sembra che l’universo tenda nella sua evoluzione.”
Punto Omega rappresenta il punto di partenza che ha creato la rotta da seguire in questa nuova avventura.
Le sue influenze sono prese dalla musica inglese degli anni 80, dal post punk e dai primi incontri tra rock, pop ed elettronica.
Il brano, come del resto tutto il disco, nasce da un lungo periodo di degenza casalinga causata da una malattia che ha portato danni ai nervi motori, e la conseguente impossibilità di suonare gli strumenti a corda. Il nuovo percorso musicale si identifica nell’approccio solitario alla registrazione, nell’uso di strumenti software e nella scrittura in italiano, formula che non avevo mai provato prima.
Il testo nasce da uno scambio di email con il mio amico Paolo Arzilli, dove ci siamo scambiati idee e sensazioni sul brano che sono poi andate a formare le parole della canzone.

Per lasciarsi trasportare
E’ la canzone col sound più vicino ad un mio progetto precedente (Tv Glue), avevo voglia di fare qualcosa di veloce e di impatto, con un’apertura melodica più aggressiva.
Il ritornello è infatti ripreso da una vecchia canzone che avevo lasciato sull’hard disc, mentre la strofa è stata scritta come un flusso di pensiero, in maniera naturale ed istintiva, quasi come un dialogo con me stesso in un momento in cui pensavo a quale potesse essere la città migliore dove vivere, il miglior lavoro al quale aspirare e alla fine in mezzo alle mille idee e viaggi mentali mi sono detto che la miglior cosa è lasciarsi anche un po’ trasportare dagli eventi.

Cosmonauta
Appena compiuti 18 anni sono fuggito dalla provincia per andare a studiare a Bologna, iniziando a lavorare ho vissuto a Torino, a New York e infine a Londra ma mi sono sempre portato dietro un senso di amore e odio verso la provincia.
Tornare a viverci dopo tutti questi anni mi ha fatto riflettere molto sul rapporto con questo territorio, arrivando a dedicargli una canzone, appunto di amore/odio, dove mi immagino come un astronauta che parte e allontanandosi riflette alternando pensieri di nostalgia e rancore.

Per quel che vale
E’ una canzone che si basa sui contrasti sonori.
Avevo voglia di inserire nel disco una collaborazione coi Lags, la mia vecchia band, e non essendo totalmente soddisfatto di cosa avevo ottenuto col brano ho deciso di far collaborare Antonio (Canestri, cantante e chitarrista dei Lags) alla stesura finale del pezzo.
L’altro contrasto sta nel fatto che è sicuramente il brano più lontano dal sound dei Lags, quindi, secondo la logica dei contrasti, il posto migliore dove inserire la collaborazione.

Horro Vacui
Ho deciso di inserire questo intermezzo per rallentare il ritmo del disco, esattamente a metà. E’ breve ma lancia perfettamente il brano successivo. È un momento atmosferico che amo molto.

Formiche
Credo che Formiche rappresenti l’unione di tutte le influenze della musica inglese che ho messo nel disco, anche se l’effetto finale non le ricorda minimamente. In un momento in cui ascoltavo con ossessione Blur, Oasis, Tom Vek e Baxter Dury mi è venuta la sequenza melodica sulla quale poi ho costruito il giro del basso e poi il resto della canzone.
È una canzone che parla di quei momenti in cui sei arrabbiato e le persone cercano di assecondarti con frasi fratte e citazioni di massime, riuscendo solo ad aumentare la tua rabbia, scatenando il tuo lato più cinico.

Da qui
Un’altra canzone sulla provincia. Avevo voglia di fare un brano con un sound e un ritmo più fresco e meno scuro degli altri.
Il testo prende ispirazione da un libro di Shalom Auslander, dove i temi del vivere lontano da tutto e tutti vengono affrontati con cinismo e ironia. “Da qui” è una riflessione fatta alla finestra di camera, guardando il paesaggio.

Riprendiamoci il caos
Il titolo e l’idea del testo nascono da un articolo di Dave Eggers dove parlava della necessità che certe persone hanno di sabotare i momenti di calma per sentirsi costantemente insicure e coinvolte attivamente in un cambiamento, applicando questa teoria su larga scala alla situazione politica mondiale. Aggiungendo altre letture del periodo, come ad esempio la graphic novel Watchmen, dove torna spesso il tema del caos e della fine del mondo, mi è venuta l’ispirazione per questo testo.

Madeleine
Madeleine de Proust (o sindrome di Proust) è un termine francese che può designare una parte della vita quotidiana, un oggetto, un gesto, un colore e in particolare un sapore, un profumo che evocano in noi ricordi del passato”
A volte ci capita di pensare con nostalgia a luoghi che in qualche modo non ci sono mai appartenuti ma che ci hanno regalato delle forti emozioni. Città come New York o Londra sono posti dove è necessario avere tante energie dove rischi di essere assorbito dalla frenesia generale e certe volte di perdere il contatto con te stesso ma sono anche luoghi incredibilmente affascinanti e magici che ti segnano indelebilmente.

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