VonDatty – Ninnenanne

VonDatty
“Ninnenanne”
Data di uscita: 5 maggio 2017
Tsunami Station/Goodfellas

(press page riservata alla stampa – DA NON PUBBLICARE)

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“È il disco dei pensieri che turbano una lunga notte, che sembra non voler passare mai…”

LA TRILOGIA DELLA NOTTE

Esce il 5 maggio 2017 “Ninnenanne“, secondo album del cantautore romano VonDatty e lavoro che di fatto chiude la cosiddetta “Trilogia della notte“, iniziata con l’Ep “Diavolerie” del 2012 e proseguita con il disco “Madrigali” del 2014. La scelta di realizzare una trilogia nasce dall’esigenza di riassumere in tre opere differenti, (ma legate tra loro da un sottile “filo rosso”), lo sviluppo, la crescita e l’evoluzione della forma-canzone nel progetto VonDatty. La scelta della notte, come tema principale, nasce essenzialmente dal momento in cui queste canzoni sono state concepite e da un rapporto non molto convenzionale con il sonno, elemento quest’ultimo che pur non essendo mai nominato apertamente si nasconde in ogni singola opera della trilogia. Fin dalla gestazione del primo Ep, il lavoro di scrittura della trilogia è stato ossessivo e fortemente autobiografico, cercando di raccontare la vita dell’artista, attraverso immagini, metafore, visioni e una massiccia dose di nuda e cruda verità.

Diavolerie” Ep è un lavoro privo di percussioni e basato principalmente sui suoni degli strumenti-giocattolo, i suoni di una cameretta e di un bambino che sta crescendo lì dentro con le sue canzoni, le sue prime turbe, i suoi primi incubi, i pensieri sul futuro e sulla realtà di provincia, l’amore per la Francia e per il cinema.

Madrigali” è un disco elettrico e schizofrenico, nato dalla rabbia e dall’amore urlato e malato, in cui si cerca di sfogare tutta la passione per il rock degli Anni ’90 e mescolarla ad una scrittura più solida. Il primo obbiettivo era quello di mettere completamente a nudo le paure, i mostri che, come diceva Gaber, si hanno dentro. Il titolo è dovuto alle preghiere che un uomo senza fede deve affidare a qualcos’altro, la ricerca di qualcosa in cui credere nel nulla che ci circonda. Una ricerca intima esplorando i lati più scuri di VonDatty. Il salto della linea d’ombra invocato da Conrad.

Ninnenanne” rappresenta la sintesi e la maturità: il bambino di “Diavolerie” intento a sperimentare con i suoi giocattoli è cresciuto e la rabbia di “Madrigali” ora si è tramutata in consapevolezza. L’amore, per quanto ossessivo e malato, ora non è più urlato… anche se di notte si continua a dormire poco. E’ un disco di canzoni d’amore e di fantasmi, nato dopo un lungo periodo di crisi creativa. I suoni si fanno più morbidi e le immagini più forti, viene meno la voglia di sorprendere l’ascoltatore, per fare in modo che alla fine dell’ascolto siano le emozioni ad avere la meglio.

TRACKLIST

1. Prima ninna nanna sulla terra
2. Grigio perla
3. Profumo feat. Sarah Moon
4. Dalla carne
5. Non credere ai fiori
6. Wonderland
7. La parte mancante
8. Ad ogni piccola morte
9. Il peso delle labbra
10. La pietà feat. Daniele Coccia
11. Prima ninna nanna sotto terra

CREDITS

Prodotto da VonDatty & Yeah basement Studio
Produzione Artistica: Fabio Martini, VonDatty
Registrato da Giancarlo Barbati, Mattia Candeloro presso: Murdock prd./snakesstudio
Missato da Fabio Martini, Giovani Istroni presso Yeah Basement Studio
Masterizzato da Giovani Istroni presso Yeah Basement Studio
Arrangiato da Fabio Martini con VonDatty, Andrea Cauduro, Giovanni Abei, Lorenzo Valerio
Distribuzione: Goodfellas
Foto copertina e booklet: Ilaria Magliocchetti Lombi
Grafica e illustrazioni: Alicia Amici
Puppet in copertina realizzato da Elisa Belloni
Tutti i testi sono stati scritti da VonDatty tranne “Dalla carne” e “Il peso delle labbra” scritti da Datti/Martini.

TRACK BY TRACK a cura di VonDatty

Prima ninnananna sulla terra: Sono piuttosto ossessionato dall’idea che un disco debba avere un intro ed un outro in grado di poter permettere all’ascoltatore di entrare nel “viaggio” ed uscirne. Stavolta avevamo bisogno di un suono decisamente psichedelico, perché già dal provino era stato il brano stesso a suggerircelo. È il primo dei due brani in cui ha collaborato Gabriele Proietti (Le Mura), durante le riprese lo abbiamo lasciato libero di sperimentare con i suoni e i rumori, seguendo delle linee guida date dal provino, nella fase di postproduzione, poi, Fabio Martini (produttore artistico, con me, del disco) ha selezionato le idee migliori e ne ha tirato fuori l’atmosfera cupa del brano. È anche l’unico brano in cui ho suonato l’ukulele e il testo è semplicemente il racconto di una notte, c’è un donna che si sta addormentando, ignara del fatto che un uomo non riesce a dormire, perché sta pensando a lei.

Grigio perla: Un brano importantissimo, il brano che segnato “la svolta” nel lavoro di pre-produzione dell’intero lavoro, dalla “nascita” di questo brano, la stesura degli altri brani è stata decisamente più veloce. L’arrangiamento è uno dei miei preferiti, con i riff di contrabbasso che suonano sotto un andamento quasi latin. Credo che questo sia il mio lavoro con il maggior groove, figlio sicuramente di molti dei nostri ascolti degli ultimi anni. Sono molto legato anche alle parole, scritte completamente di getto, una sorta di “manifesto” del mio pensiero riguardo la musica e anche un racconto abbastanza duro di un periodo della mia vita, prima della scrittura di questo disco.

Profumo: Con Sarah Moon siamo molto amici, ci stimiamo, lei oltre ad essere una cantante bravissima è anche una delle persone più “curiose” a livello musicale che io conosca, mi ha detto che questa è stata la prima volta che registrava una canzone in italiano ed io posso tranquillamente dirmi onorato che l’abbia fatto cantando delle parole scritte da me. Una ballad sull’attrazione, più che sull’amore, l’andamento avvolgente. Personalmente mi piace tantissimo il lavoro della sezione ritmica e la coda del brano.

Dalla Carne: Il primo brano su cui abbiamo iniziato a lavorare, aveva un arrangiamento completamente diverso, basato sulla chitarra acustica. Non immaginavamo ancora come potesse venir fuori, quando Fabio ha portato questo nuovo arrangiamento al pianoforte che a me ha subito ricordato il Nick Cave di “The Boatman’s call”, lavorare all’arrangiamento in band è stato semplice e abbastanza spontaneo, il solo in reverse di Andrea Cauduro (tra i miei collaboratori da sempre) gli da una veste decisamente più moderna e l’assenza del basso la rende “sospesa” e quindi più affascinante. È semplicemente l’elenco dei motivi per i quali continuo a scrivere canzoni.

Non credere ai fiori: Il mio rapporto con questo brano è stato per lungo tempo un rapporto di amore ed odio. Negli ultimi anni ho ascoltato tantissima musica americana, sono tutt’ora ossessionato da Dylan, Johnny Cash e tanta altra musica country, stavo pensando ad alcune cose di “Blonde on Blonde” mentre suonavo la chitarra e mi è venuta fuori questa canzone di disincanto. Fabio aggiunse il bellissimo riff d’organo, e mi aiutò ad aggiustare la melodia vocale per renderla più efficace, Giovanni Abei una linea di basso irresistibile e Andrea una chitarra vagamente southern, il singolo era pronto, ma la paura che uno dei brani più “cattivi” che io abbia mai scritto potesse risultare “ruffiano” o “allegro” mi continuava ad infastidire, c’ho messo del tempo, ma ora sono felice di aver fatto emergere un’altra parte di me in questo album.

Wonderland: Molte persone vivono la propria vita nel continuo confronto con le vite degli altri, magari fanno di tutto per essere come un’altra persona, o fanno di tutto per non esserlo, ma ad un certo punto credono anche di poter portare nel loro mondo anche coloro che hanno intorno. Il titolo e lo spunto sono figli della mia passione per Lewis Carroll, da tempo volevo scrivere una canzone con questo titolo e qualche riferimento alle sue opere, anche se qui si parla d’altro. È indubbiamente il brano più chitarristico del disco, una sorta di blues molto acido, abbiamo lasciato il massimo della libertà ai chitarristi, Fabio ha costruito una struttura solida con il contrabbasso. Ovviamente è il brano preferito del Maestro Cauduro.

La parte mancante: L’ultima canzone che ho scritto per questo disco. Avevamo subito capito l’enorme potenziale del brano, ma non riuscivamo a dargli una forma, con Fabio non eravamo mai convinti l’uno delle idee dell’altro. L’arrangiamento definitivo è nato in sala prove con Lorenzo Valerio alla batteria, il groove sul charleston e il pianoforte gli hanno dato una sfumatura vagamente trip-hop, è il brano che suona decisamente più moderno tra tutti, il recitato delle strofe è un chiarissimo omaggio a Serge Gainsbourg. Al momento credo sia il brano che tra tutti amo di più.

Ad ogni piccola morte: Quando “Ninnenanne” non era che un’idea, Fabio Martini mi sfidò a scrivere una canzone che ripetesse per tutta la durata del brano la stessa frase, sul modello di “Privè” dei Massimo Volume. Come sempre ho accettato la sfida, facendo a modo mio, quindi ho preso la chitarra e invece che una frase ho scritto una strofa, su quattro accordi molto semplici. Il pudore mi aveva sempre impedito di toccare l’argomento “sesso” nelle canzoni, qui, nel primo brano in assoluto che ho scritto dopo molto tempo senza scrivere nulla, l’ho voluto tirar fuori in maniera abbastanza velata e leggermente sentimentale, facendo riferimento alla “petìt mort”, ovvero un modo dire francese che indica l’orgasmo. Mentre la registravo ho trovato una grandissima forza nell’urlare “io sono fragile”, credo che al giorno d’oggi una dichiarazione del genere in una canzone, se fatta con sincerità, sia prova di grande coraggio. Suona una band d’eccezione con me qui, Vieri Baiocchi alla batteria, Andrea Carboni al basso e Giorgio Baldi alla chitarra elettrica. A testimonianza del fatto che volevo che ad un disco simile collaborassero solo amici veri, con i quali ci vogliamo bene e che fossero entusiasti di partecipare. Si avverte che non sono i miei soliti musicisti a suonare nel brano, ma mi piace tantissimo il fatto che possa spiazzare l’ascoltatore.

Il peso delle labbra: “La verità non è degli ultimi” è una frase di Fabio Martini, ci piaceva, poteva suonare come il contrario de “gli ultimi saranno i primi”, una sorta di provocazione che non ti aspetti in una canzone che parla dell’importanza della verità nelle relazioni. Anche qui ha suonato la chitarra elettrica Gabriele, è un brano molto breve, solo chitarre e voce che si colloca tra i due brani forze più rock, volevo che l’ascoltatore tirasse un attimo un sospiro di sollievo.

La pietà: Credo che non esista condizione più umiliante dell’essere oggetto di pietà da parte degli altri, mentre stai vivendo una situazione non molto facile. È un brano molto potente, fin da subito avevamo pensato alla voce di Daniele Coccia (Il Muro del Canto) e ad un coro “piratesco”, così abbiamo deciso di radunare un po’ di amici in grado di garantirci un risultato degno, ricordo con particolare gioia il quantitativo di birre che giravano per lo studio quel giorno. Con Daniele era da tempo che volevamo collaborare, è una voce che accompagna i miei ascolti dai tempi dei Surgery, ho scritto i versi cantati da lui, pensandoli sulla sua voce e mentre registrava mi sono abbastanza emozionato mentre mi accorgevo che stava venendo fuori esattamente come mi aspettavo. Credo di non aver mai urlato così tanto in un brano, come nel finale di questo.

Prima ninnananna sottoterra:Il provino prevedeva una chitarra acustica, il pianoforte era bellissimo e abbiamo lasciato quello. Abbiamo tolto l’acustica e ho provato a cantare solo sul pianoforte che Fabio aveva quasi improvvisato sugli accordi di chitarra. Un salto nel vuoto che ha portato ad una delle cose più toccanti che io abbia mai fatto musicalmente. La chiusura ideale per questo album, la risposta al brano iniziale. La fine di un viaggio.

BIO

Il “Barone” VonDatty nasce tra l’inverno e la primavera del 1991 a Tivoli (RM), tant’è che sarebbe stato difficile (ammette lui stesso) scrivere un determinato tipo di canzoni senza essere nato e cresciuto in provincia. Crescendo ha coltivato e portato a termine solo due cose (non riuscendo neppure ad arrivare a tre, come Troisi nel suo famoso film): due bei baffi e un’incredibile passione per la musica, soprattutto per la “forma-canzone”.
Dopo una divertente esperienza come voce di una band, dà vita ad un suo progetto personale e individuale (termini che preferisce di gran lunga al più comune “solista”) e decide di mescolare in un Ep tutte le influenze musicali e cinematografiche che in quel periodo gli ruotano in testa, come corvi appollaiati su una torre…e dopo un anno di lavoro “sottotraccia”…il 18 Dicembre del 2012 nasce “Diavolerie”. L’opera contiene sei tracce e molte e diverse collaborazioni (tra cui quella di Giorgio Baldi, già chitarrista e produttore per molti artisti come Max Gazzè e Raf), si pone così il primo mattone della cosiddetta “Trilogia della notte” che conterrà “Diavolerie” e i due lavori successivi. In seguito inizia a suonare nei più prestigiosi club della Capitale come il Contestaccio, il Circolo degli Artisti, il Forte Fanfulla, la Locanda Atlantide ed apre il concerto romano di Adriano Bono. Partecipa inoltre al primo FolkFest di Roma, arrivando secondo con il brano “Nouvelle Vague”.
Il 13 Novembre 2014, dopo un anni di intensa lavorazione, anticipato dal singolo “L’amore malato”, esce “Madrigali” secondo capitolo della “Trilogia della notte”. L’opera contiene dieci tracce e rappresenta un viaggio attraverso varie sonorità (realizzato con la collaborazione di musicisti di estrazioni musicali differenti) un diario nel quale sono raccontati i tre anni che hanno decretato il salto oltre la linea d’ombra. In seguito condivide il palco con vari artisti importanti della scena indipendente e non, come Edda, Dellera, Filippo Gatti, Riccardo Sinigallia, Giacomo Toni, Cassandra Raffaele, Le Mura, Chiara Vidonis, Lucio Leoni, Tommaso Di Giulio, Francesco Motta e l’artista svedese Cajsa Siik, della quale apre la data romana.
Nel luglio del 2016 da inizio alla realizzazione del suo secondo album (terzo lavoro della Trilogia della notte), arrangiato e prodotto con Fabio Martini, già fonico e musicista dal vivo e nei precedenti lavori. “Ninnenanne”, questo il titolo dell’album, è la testimonianza di un nuovo percorso, all’interno della forma-canzone e va a chiudere la “Trilogia”, un viaggio ora onirico, ora decisamente più realista all’interno delle relazioni tra esseri umani, il racconto di una notte che sembra non passare mai.

FOTO PROMOZIONALI
(credits: Ilaria Magliocchetti Lombi)

 

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