Vulcani in pace

Vulcani in Pace
“Vulcani in Pace”
Data d’uscita: 13 dicembre 2024
Label: Freecom

(presspage riservata alla stampa – DA NON PUBBLICARE)

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“Non bisognerebbe mai parlare e ancora meno spiegare una canzone, un quadro, una poesia, un film, sarebbe come tradire un segreto, un patto tra due amici avvenuto chissà quando chissà dove in un pomeriggio d’estate. Dunque provandoci non posso che depistarmi”. [Marco Parente]

Il disco “Vulcani in Pace” è la prima collaborazione ufficiale tra CATTANEO e Marco Parente, un insieme di emozioni e suoni che coinvolgono l’ascoltatore a livello sensoriale, con eleganza e dolcezza, leggerezza e fragilità. Quasi un controsenso rispetto all’immagine che evoca il titolo dell’album, che, in realtà, possiamo definire un ossimoro. CATTANEO e Marco Parente si ritrovano con Vulcani in Pace nella filosofia delle particelle. Improvvisazioni frammentate – sonore, compositive, vocali – che si mescolano ogni volta in modo diverso. Piccoli pezzi dalle infinite potenzialità. Particelle che, essendosi intrecciate almeno per una volta, conserveranno una memoria indelebile delle altre, come la fisica quantistica insegna
VULCANI IN PACE” mette in contrasto due idee opposte: il vulcano ci rimanda un’immagine di distruzione, caos, potenza esplosiva, tutto il contrario rispetto alle immagini che evoca in noi la parola “pace”. Le canzoni ci accarezzano con delicatezza e incisione, lasciando il segno nella nostra fragilità. Questa la sintesi della prima collaborazione artistica ufficiale tra i due autori.
“Tutto nasce da un incontro con Paolo, d’improvviso, al momento giusto. Da lì è stato un susseguirsi di coincidenze creative” così Marco Parente descrive la nascita del progetto con CATTANEO. E, si sa, quando ci sono sintonia e intesa tutto fluisce in maniera spontanea. È questa relazione quasi simbiotica che permette di rendere questo paradosso linguistico e sensoriale coerente e sensato. Quella che doveva essere una collaborazione su un paio di pezzi è diventato un album di nove tracce organiche e compatte, che hanno richiesto la creazione di un progetto nuovo.

La parte grafica dell’album è a cura di Jason deCaires Taylor, scultore inglese conosciuto per le sue opere installate sui fondali marini. Ha creato il primo parco scultoreo sottomarino “Molinere Underwater Sculpture Park” a Grenada e ha partecipato come artista al “MUSA”, il museo subacqueo di Cancun, Messico. Le sue sculture sono pensate per venire installate in siti specifici, in modo tale che, col passare del tempo, possano tramutarsi naturalmente in una barriera corallina artificiale che offre supporto all’ecosistema marino e alla popolazione locale che da esso dipende.
Nel corso della sua carriera, ha popolato gli oceani e i mari di tutto il mondo di opere sottomarine, realizzate con materiali neutri che favoriscono la ricrescita degli ecosistemi. L’intento di Jason deCaires Taylor è quello di portare l’attenzione sull’emergenza climatica, ormai sempre più evidente, e sul potere rigenerativo della natura. Sono sue le opere antropomorfe raffigurate nelle copertine dei singoli e del disco, gentilmente concesse al duo.

In corso d’opera, e data l’importanza attribuita all’ambiente, Vulcani in Pace è stato affiancato ed appoggiato nel progetto e negli scopi dalla ricerca condotta in sinergia dal team dell’Università di Milano (Dipartimento di Bioscienze), dell’Università di Padova e dalla Stazione Zoologica Anton Dohrn di Napoli – ricercatori coinvolti: Camilla Della Torre e Silvia Giorgia Signorini (UniMi ed associati SZN Crocetta), Marco Munari (UniPd) e Fabio Crocetta (SZN). Il tema ambientale trattato sarà una delle conseguenze dei cambiamenti climatici: l’acidificazione delle acque marine. L’anidride carbonica (CO2) rilasciata nell’atmosfera a causa delle attività umane viene in parte assorbita da mari e oceani, alterandone l’equilibrio chimico. Questo fenomeno, noto come acidificazione marina, ha effetti negativi su molti organismi e può compromettere la salute degli ecosistemi marini. Gli studi condotti dai ricercatori su questo argomento sono quindi pienamente in linea con con l’immaginario identificato dalla musica e dai testi di Vulcani in Pace e dalle immagini di Jason deCaires Taylor. Il connubio musica-arte-scienza è stato considerato fruttuoso da tutte le parti coinvolte al fine di meglio comunicare al pubblico il fulcro della ricerca, affinché raggiunga più persone possibile.

TRACKLIST

01 – King cuore vulcano
02 – Fin qua tutto bene
03 – Credo in out
04 – La pace sopra i tetti
05 – Oh umanità!
06 – Vola alto
07 – Lo spessore del muro di Berlino
08 – Peace
09 – Amore accanto (Taketo rmx)
10 – Amore accanto (Bonus track)

CREDITS

Testi: Marco Parente
Musiche: Paolo Cattaneo
Produzione: Paolo Cattaneo, Marco Parente
Mix, master & co-produzione: Ivan Antonio Rossi
Produzione “Amore accanto”: Taketo Gohara
CATTANEO: Steingraeber & Söhne, Prophet ’08 & Empress Echosystem, OP-1 & Oto Bam, Cosmos, Prophet-6, OB-6 & Zoia Empress, Rhodes, Tascam Portastudio, Jenco Celeste & ClaviHarp, Toy Piano, Hohner Melodica & Empress Reverb, Prophet-5 & Ace Tone FR-3, Hohner Organetta 3
Marco Parente: voce, chitarra classica in “La pace sopra i tetti”, chitarra acustica in “Amore accanto”
Voci registrate da Lorenzo Maffucci

TRACK BY TRACK by Marco Parente

01 – King cuore vulcano
Credo che le parole e le melodie fossero già tutte sottintese nel magma della musica, proprio
come la lava che dorme sotto i vulcani…io non ho fatto altro che interpretarne l’eruzione.

02 – Fin qua tutto bene
Nelle prime telefonate con Paolo, in cui mi spiegava la sua idea di collaborazione, mi accennò al brano realizzato con Francesco Bianconi, descrivendolo
come una canzone composta di una sola frase. La trovai un’idea brillante e, anche se poi constatai che il brano di Bianconi non era proprio composto di una sola frase, ormai era troppo tardi….la frittata era fatta.

03 – Credo in out
Avevo un sogno… ed è ancora oggi così.

04 – La pace sopra i tetti
Io amo la neve, e ancora oggi durante le vacanze di Natale, ogni tanto la notte mi alzo e sbircio dalla finestra (rigorosamente del bagno) per vedere se arriva.

05 – Oh umanità!
Quando Bartleby lo scrivano incontra il Superman di Laurie Anderson nasce il NO! del bambino, indignato per l’umanità che non c’è.

06 – Vola alto
Un pianoforte trattiene il suo suono, la voce vola quel suono.

07 – Lo spessore del muro di Berlino
Una canzone sul pudore che dovrebbe avere una canzone

08 – Peace
L’ostinazione di una parola rende quella parola possibile!
(Non mi risulta, ad oggi, sia mai stata scritta una canzone il cui testo sia composto da una sola parola)

09  e 10 – Amore accanto
Nessuno può immaginare cosa succeda di notte sotto i vulcani di Lanzarote…l’amore tra gli elementi si popola.

BIO

CATTANEO

Musicista, cantautore e performer elettronico. Dopo aver pubblicato tre album d’ispirazione cantautorale, CATTANEO inizia a comporre colonne sonore per diversi lavori audiovisivi come cortometraggi, documentari e video promozionali.
Ha lavorato con Diego Buongiorno alla colonna sonora per “Hyperstellar”, un’opera site-specific presentata a giugno 2023 a Palazzo Pitti (Firenze), creata dal collettivo artistico Hyperstudio. “Hyperstellar” è stata prodotta dal Balloon Museum per la mostra “Let’s Fly”, realizzata a New York ad ottobre 2023.
La sua canzone “Il Raggio”, brano composto da CATTANEO con la voce del cantante iraniano Hamid Shahsavan, è stata pubblicata per il progetto “Brixia Sonora”, un omaggio alla scena musicale bresciana in occasione di Brescia Bergamo Capitale della Cultura 2023. La cover della compilation è stata realizzata dall’artista Emilio Isgrò.
È membro del duo elettronico Jay Perkins, che ha pubblicato gli album “Decay” e “Release” (Ala Bianca), al confine tra elettronica e improvvisazione, suono e sperimentazione.
Il suo ultimo album “The Faun” è stato pubblicato a novembre 2023 e ha visto la partecipazione di artisti nazionali e internazionali come Francesco Bianconi (Baustelle), Douglas Dare, YOSIE, Alex Reeves (Elbow, Anna Calvi), Benjamin Mørk, Simon Spiess, Hamid Shahsavan e NicoNote. L’album è nato da frammenti di improvvisazioni sui quali ogni artista aveva libertà compositiva. Il risultato è un’esplorazione di diversi mood e immaginari, l’unione tra analogico e digitale, tra realtà e fantasia.
A febbraio 2024 è uscito l’EP “L’albero acerbo”, composto e realizzato col producer Howie B. Il suo ultimo lavoro, “Hypersphere” con Tim Lefebvre e Andrea Lombardini, è stato pubblicato a maggio dello stesso anno.

MARCO PARENTE

Marco Parente nasce il 28 Luglio 1969, lo stesso giorno di Duchamp. Comincia la sua carriera come batterista, prestando i suoi colpi tra gli altri ad Andrea Chimenti e i C.S.I.. Nel 1996 avvia il suo percorso da solista, sviluppatosi in un coraggioso viaggio lungo dischi che hanno segnato la storia dell’anti-cantautorato italiano: dall’esordio Eppur non basta – con la partecipazione di ospiti del calibro di Carmen Consoli, ristampato in occasione del suo 20ennale – agli innovativi Testa, dì cuore (contenente un duetto con Cristina Donà) e Trasparente (prodotto da Manuel Agnelli degli Afterhours e impreziosito da un pezzo, Farfalla pensante, interpretato anche da Patty Pravo), dagli speculari Neve ridens alla La riproduzione dei fiori e non meno importante la preziosa suite ‘Suite Love’, fino ad arrivare all’esperimento ‘Disco Pubblico’, spartiacque definitivo sulla modalità di pubblicazione e fruizione. Tra i molti apprezzamenti dai colleghi si becca quello di David Byrne che lo inserisce nella sua web radio.

Molti i progetti paralleli:
Il disco dei Betti Barsantini con Alessandro Fiori fino all’ultimissimo ‘Lettere al mondo’ con l’amico Paolo Benvegnù, due spettacoli teatrali (Il Diavolaccio, Il rumore dei libri), parole in dialogo con il suono della poesia (anche al fianco di pesi massimi quali Ferlinghetti e Jodorowsky) quelle de ‘I Passi Della Cometa’ partitura/performance su Dino Campana, il ‘Disco metraggio’ American Buffet del suo alterego bambino dal nome Buly Pank.
Il nuovo disco di inediti in studio LIFE è uscito il 23 ottobre 2020 per l’etichetta BlackCandy.
Nel 2021 firma la colonna sonora del docufilm “La città di carta”.

FOTO (credits Ella Bordeaux)

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